Valerio è vivo e sta a Fossano. La gentilezza perduta in campagna

Valerio è vivo e sta a Fossano. La gentilezza perduta in campagna lettere AL GIORNALE Valerio è vivo e sta a Fossano. La gentilezza perduta in campagna Ma quel ragazzo non è un mito In riferimento agli articoli apparsi sulla Stampa nei giorni scorsi siamo spiacenti di informarvi che tutte le ipotesi fino ad ora formulate sul fantomatico Valerio sono errate. Valerio in realtà esiste e vive nella ridente (ma non troppo!) cittadina di Fossano in provincia di Cuneo che tra l'altro ha dato i natali ad importanti personaggi storici, come il generale Bava Beccaris e Sansone Valobra, l'inventore dei fiammiferi, e nel mondo dello sport e dello spettacolo alla soubrette Paola Barale e al noto calciatore Sandro Cois. Tutto ò iniziato alcuni anni fa, quando alcuni giovani urlavano a squaciagola al passaggio di Valerio, appunto un ragazzo fossanese, il suo nome, per deriderlo visto che lui non sopportava che venisse urlato «Valerio!». Da qui l'usanza di urlare questo nome si è diffusa dapprima fra alcuni giovani della città e successivamente anche all'esterno fino ad arrivare alla manifestazione musicale di Bergolo circa 3-4 anni fa. Poiché a Bergolo giungono giovani da tutto il Nord Italia il grido si è diffuso tra m ite persone ed è approdato ad importanti concerti come quello di Vasco e dei Verve come riportato anche sul vostro gi .nal*. Questa estate, poi, il grid «Valerio!» Si è diffuso in tutta. Riviera, raggiungendo l'apice i questi giorni e approdando addirittura sui giornali e tv. Anche se la storia può sembrare inverosimile così si sono svolti realmente i fatti e il grido «Valerio!», non è nato a Rimini o Riccione, ma a Fossano. Ci dispiace sfatare tutte le leggende nate in questi giorni, ma Valerio esiste, ed abita a Fossano, e purtroppo è tutt'altro che un mito. I detentori del segreto Fossano (Cn) Il cardinal Giordano e l'autonomia statale Scrivo sulla questione aperta dal caso del cardinal Giordano, e premetto che mi sembra improbabile un suo coinvolgimento in eventuali organizzazioni dedite all'usura. Tuttavia vi sono state dichiarazioni reiterate circa una presunta extraterritorialità delle curie e degli uffici ecclesiastici, dichiarazioni che mi lasciano alquanto sorpreso. Se i vescovi sono rappresentanti di uno Stato estero, come possono percepire ed amministrare una quota consistente del reddito Irpef riscosso in Italia, nominare insegnanti nelle scuole italiane, svolgere le funzioni di pubblici ufficiali nel caso del matrimonio? Se in un ipotetico futuro la religione ufficiale dello Stato sarà l'islamismo, potrà l'Arabia Saudita percepire una parte di tasse, nominare insegnanti, officiare i matrimoni civili in Italia? Angelico Sibona, Balangero Ma Starr non è Torquemada Che noia l'insistenza del procuratore Usa Starr, novello Torquemada, per sapere con precisione cosa faceva il presidente Clinton, appartato con Monica Lewinsky nei locali della Casa Bianca: fatti suoi, privati, personali, che non dovrebbero entrare nella lotta politica. Come non bastasse la soave Monica si è messa a sventolare, a mo di trofeo bellico, un indumento macchiato, a suo dire, di seme presidenziale: siamo al colmo, al ricatto spudorato e puttanesco, certo facente parte della messa in scena. C'è solo da domandarsi se tali miserevoli argomenti meritassero la pubblicità mondiale datigli, specie con tutti gli avvenimenti anche tragici che si susseguono nel mondo! Nella storia non sono rari fat- ti similari, che riguardano presidenti e alti dignitari erotomani: basti citare il generale francese Georges Boulanger, nazionalista, che nel 1886 divenne Capo dello Stato: egli riceveva di persona le donnine postulanti che raccomandavano parenti e amici, e se erano carine pretendeva un premio nel pied-a- terre che aveva a lato dello studio presidenziale. Quando la cosa venne di pubblico dominio il galante generale fu allontanato discretamente dalla carica, senza troppo rumore, con buon senso latino. Gerardo Lequena Torino Non si prendono a calci i poveri canarini Il mondo e soprattutto la gente sono cambiati. Il consumismo, nel suo lato deteriore, ha logorato i valori incentrati sui principi di convivenza. E' ben vero che il fatto che racconterò rientra nei quotidiani dinamismi del mondo ma, avendo coinvolto mia madre ultrasettantenne e gravemente inferma mi ha lasciato tanto, tanto amaro dentro e desidero segnalarlo per i benpensanti e per i giovani lettori onde meglio confermare il loro vivere. Il fatto: per ovviare al caldo della città ho portato mia madre a Mango, un paese collinare della Langa albese. La vita, in un agglomerato di case tipiche di un piccolo paese, pensavo avesse ancora dei principi di solidarietà incentrata sui criteri di vita non sempre riscontrabili in una metropoli. Purtroppo così non è! La casa in cui abitiamo è dotata di un cortile comune che, seppur indiviso, dà a ciascuna famiglia ambiti di pertinenza in quanto fronteggia la propria abitazione. Quindi, davanti alla nostra casa, teniamo sedie, poltroncine e la gabbia del nostro canarino che tanta compagina ci fa con il suo canto. Questo spazio è per noi un «polmone» giacché ci consente di poter stare all'ombra di giorno e di poter respirare la sera la fresca brezza di collina che è ritemprante. Ma chissà perché queste così modeste gioie sono scintilla di gelosia e di conseguenti azioni sconsiderate e villane. Una nostra vicina infatti, ha colto l'occasione di prendere a calci una sedia ed anche la gabbia del canarino che, povera bestia, s'è messo a svolazzare sorpreso e tremante in un angolo della gabbia stessa ed è rimasto oltremodo impaurito e stressato. In assonanza con chi sa disprezzare gli animali innocenti! Un fatto minuscolo io però vedendo quanto mia madre ha sofferto anche perché non ha saputo trovare una ragione valida al fatto, lo voglio segnalare a memoria di quell'antico adagio che recita: «se non vuoi amare, almeno rispetta»! Maria Busacchi Acqui Terme (Al) L'abolizione della pena di morte Leggo (La Stampa del 30 luglio) che Camon si porta in ferie anche un libro di Amnesty International, intitolato Non uccidere: cerca nuove argomentazioni per chiedere alla Chiesa Cattolica di togliere quel punto del Catechismo che giustifica la condanna a morte (pag. 555). Caro Camon, ha sbagliato giorno per chiedere l'abolizione della pena di morte: sulla Stampa del giorno prima c'era una pagina intera di Giovanni Bianconi, intitolata (con le virgolette): «Simeone scappava, l'abbiamo ucciso così», «Mio padre mi ha ordinato di prenderlo, poi ha cominciato a picchiarlo». Che diritto hanno questi assassini di vivere? E quei mafiosi che hanno dimenticato perfino il numero delle loro vittime assassinate a centinaia su loro ordine o per loro mano? Lettera firmata, Avellino E' facile chiedere la non condanna a morte per coloro che commettono reati minori, compreso il delitto impulsivo o colposo; o per coloro che vengono accusati con prove incerte o contraddit torie. Tutto il movimento (di Amnesty, di cattolici, di umani tari, di filosofi...) che chiede l'abolizione della pena di morte, la chiede per questi casi, in cui il colpevole è colpevole «certo», senza ombra di dubbio, di delitti imperdonabili, inaccettabili, ignominiosi, turpi, tali che non abbiamo nemmeno il coraggio di raccontarli sulla stampa. O si arriva a questo, o la pena di morte esisterà sempre. [f. e]