Banche, fuga in paradiso di V. Cor.

Banche, fuga in paradiso Banche, fuga in paradiso LA mappa delle banche italiane che hanno un piede in qualche paradiso fiscale o su piazze finanziarie con agevolazioni fiscali viene da Via Nazionale: la flotta off-shore degli istituti di credito che battono bandiera tricolore conta 197 controllate «alla fonda» in 33 Stati fiscalmente ospitali. Latitudini molto gettonate sono quelle dei Caraibi e delle Antille, dove le società di banche made in Italy hanno recapiti alle Bahamas, Curacao o nelle isole Cayman. Ma il domicilio preferito è il Lussemburgo, dove si sono insediati 14 gruppi bancari (Imi, Comit, Popolare Emilia, Bnl, Credit, San Paolo, Unicredito, Banca di Roma, Banca Intesa, Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Cab, Popolare Bergamo, Etruria) con un totale di 31 società, cifra eguagliata solo da Parigi. Comunque solo poco più di un quarto degli 88 gruppi che, negli elenchi di Bankitalia, compongono il sistema creditizio italiano è presente sulla mappa dell'offshore bancario. La classifica, in cui oltre ai 14 già citati ci sono altri 9 istituti, è guidata dalla Comit, che, sulle 62 società di cui è a capo, ne ha 51 di diritto straniero. Al secondo posto c'è il San Paolo di Torino, con 29 società in zone dal Fisco conciliante, e al terzo il Montepaschi, con 22. Rispetto all'anno scorso, comunque, il numero di consociate estere è sceso da 210 a 197; in controtendenza, invece, la situazione nel Delaware, lo Stato degli Usa dove le società bancarie italiane sono passate da 11 a 12 dall'agosto 1997. E se nella mappa non ci sono paradisi fiscali del Pacifico come Nauru, Vanuatu e Tonga, compaiono invece Jersey e Guernsey: queste isole, nel canale della Manica, non sono possedimenti inglesi, ma della Corona britannica, quindi non sono soggette alle disposizioni della Banca d'Inghilterra e sul loro territorio non vigono imposte societarie. Le isolette dei cui abitanti Hugo descrissa la vita ne «I lavoratori del mare» sono state praticamente invase dalle banche italiane: il Montepaschi ha sei società tuttofare ereditate dall'acquisto dell'Italian international bank, mentre Comit, Bnl e Imi hanno una società ciascuna. Frequentato anche il Principato di Monaco, dove, a Montecarlo, il Credit ha tre presenze e la Bnl una. E, tra le curiosità dell'elenco del nostro istituto centrale, c'è anche un indirizzo di Madras, in India, dove è presente la Banca Sella, che controlla anche l'unica società romena nel panorama bancario italiano. A Budapest, invece, ci sono cinque società che fanno capo alla Comit, banca con una massiccia presenza in Sudamerica, dove conta 11 controllate in Brasile, quattro in Cile, altre quattro in Perù, tre in Colombia, altrettante in Argentina e una in Uruguay. La Bnl invece ha quattro controllate in Argentina, tre in Brasile e una in Uruguay. Mediobanca, poi, ha ancora una testa di ponte in Africa, a Monrovia, dove una piccola controllata è rimasta a far sventolare la bandiera di via Filodrammatici, nonostante il gruppo abbia liquidato le sue varie società commerciali nel «continente nero». [v. cor.]