«La creatina? Fu un disastro» di Alberto Gaino

«La creatina? Fu un disastro» «La creatina? Fu un disastro» Falcone racconta l'esperienza al Toro CALCIATORI E TESTIMONI OTORINO CCH1ALI scuri e seno prorompente, una cronista allunga una mano e tasta il bicipite di Giulio Falcone. Lui si volta di scatto e ride: «Cos'è? Un esame antidoping?». Ride di gusto l'ex granata, ora difensore della Fiorentina. Su da Guariniello è stato il più veloce di tutti i testimoni ascoltati sinora: 55 minuti. «Non sono uno che cincischia». E sotto la sede della Procura circondariale riassume in fretta il racconto fatto al magistrato che ha portato il Torino nel club delle squadre di Guariniello. In un'intervista lontana nel tempo e riesumata per l'occasione aveva rivelato: «Ero gonfio come un pallone e non riuscivo più a correre». Conferma: «E' stato per la creatina. Fu nel ritiro precampionato che la prendemmo. Ci dissero che l'avevano data alla Juve e che migliorava la forza. Provammo e ci fecero smettere subito: dovevamo correre tutto il giorno al bagno. Un lassativo che non vi dico». Pausa per una risata sincera al ricordo. E si riattacca: «Nonostante ciò, mettemmo su chili di peso. Io più degli altri: 34 in due settimane». A Guariniello ha parlato di 5 chili. «Che devo ancora dire? Il mio è stato uno sviluppo ritardato». Al Torino confermano che la creatina fu uno sfortunato esperimento e precisano: «L'anno prima l'avevano presa alla Juve e avevano vinto il campionato. Pensammo che fosse un buon esempio». Accadde nel ritiro di Bressanone, stagione 1995-96, l'anno della retrocessione granata in B. Subito dopo, Falcone va alla Fiorentina, «dove non mi hanno mai dato la creatina sino a quest'anno. Ce l'hanno proposta nel ritiro precampionato, da un mese: un grammo e mezzo al giorno, tre volte la settimana». Le dosi granata erano più consistenti? «Non me lo ricordo». E giù a ridere ancora. Finale serio: «Oggi, noi calciatori siamo più attenti a quello che ci danno. Chiediamo qualche spiegazione in più». E' decisamente la giornata dei sorrisi. Ne distribuisce in abbondanza pure Paulo Sousa, ex bianconero e secondo interista comparso nell'ufficio di Guariniello. Fra i due c'è stato subito feeling, complice lo scrittore Fernando Pessoa. «Il giudice mi ha chiesto se come portoghese lo conosco. Gli ho risposto che è il mio autore preferito». Da Pessoa alla creatina. «Perché vi interessa la cosa?», gufa il calciatore. Alla fine si concede: (Alla Juve la prendevo. Dopo non più». Nemmeno all'Inter? «Nemmeno». Finita la conferenza stampa? «Voglio dire ancora una cosa: tutte le domande che si fanno sembrano rivolte a una persona sola, che è il medico della Juventus e praticamente anche il mio medico di famiglia. Spero che questa cosa passi perché il dot¬ tor Agricola è una persona perbene». Pure a Guariniello, nell'ora e mezzo di deposizione, Sousa ha parlato molto bene del medico e assai meno del gruppo dirigente bianconero. Ma già si sapeva che il divorzio del calciatore dalla Juve non era stato indolore. Sentiti i due giocatori, il magistrato ha rivolto la propria attenzione ad altro: il suo staff, perché anche Guariniello ne ha uno, sta lavorando anche sui controlli antidoping. Come, è un segreto istruttorio. A Pescante il magistrato ha posto la questione della serietà ed efficacia dei test (auspicati ieri anche da Pantani). Il presidente del Coni sembra aver recepito. Stamane Guariniello ascolta un altro presidente, l'avvocato Sergio Campana, da sempre a capo dell'Aie, l'associazione calciatori. Alberto Gaino Giulio Falcone ex granata ora difensore della Fiorentina

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