I Nas alla Federvolley

I Nas alla Federvolley I Nas alla Federvolley E a Bologna ora si indaga sull 'ipotesi-contrabbando BOLOGNA. Nell'inchiesta della procura di Bologna sul doping spuntano le ipotesi di contrabbando e ricettazione, perché i prodotti proibiti sarebbero usciti da una farmacia svizzera e portati «clandestinamente» in Italia. E dopo il calcio e il ciclismo, l'attenzione del pm Giovanni Spinosa si concentra anche sul mondo della pallavolo: ieri, i carabinieri dei Nas hanno chiesto ricette e documenti alla FedervoUey di Roma, che era cliente della farmacia dei Giardini Margherita attorno a cui ruota l'indagine. Sempre ieri il magistrato ha ascoltato, come persona informata sui fatti, l'ex et della Nazionale di pallavolo, Julio Velasco, ora direttore della Lazio. Si sviluppa su più fronti l'inchiesta sulla commercializzazione, la prescrizione e la somministrazione di farmaci nocivi alla salute degli atleti. Se da una parte sfilano i big, come i calciatori Dino Baggio ed Enrico Chiesa e l'ex campione del mondo di ciclismo Gianni Bugno, sentiti come testimoni, dall'altra prende corpo la pista elvetica, che si arricchisce di nuove ipotesi di reato. Per contrabbando, è indagato il farmacista Gian Michele Merloni, di Cassano Spinola (Alessandria), titolare di una farmacia a Lugano: due giorni fa ha subito una perquisizione che ha portato al sequestro di medicinali e documenti. Il sospetto è che portasse oltre frontiera sostanze proibite per distribuirle a medici sportivi e alla stessa farmacia dei Giardini Margherita. Così si spiegherebbe il reato di ricettazione: i farmaci contrabbandati sarebbero stati acquistati da Massimo Guandalini, socio della farmacia bolognese e già indagato. Altre perquisizioni hanno riguardato medici sportivi: due giorni fa, è toccata a Luigi Cecchini (che segue campioni del calibro di Rijs, Bartoli, Casagrande e Fabiana Luperini, oltre a Bugno: ma nessuno di loro, hanno precisato gli inquirenti, è coinvolto nell'inchiesta), ad Andrea Merigo e a Giuliano Peruzzi (medici di atleti dilettanti e amatoriali). Il big di ieri era Velasco, sentito dal sostituto procuratore Spinosa. La nazionale di pallavolo, come l'ex allenatore aveva già confermato nell'audizione alla procura antidoping del Coni a Roma, si serviva della farmacia dei Giardini Margherita: «Mi è stato chiesto se avevo visto qualche anomalia - ha detto Velasco -: non le ho viste. D'altronde la nazionale di pallavolo ha vinto per otto anni e non dovevo spiegare cosa c'era nelle pastiglie che prendevano i giocatori, perché non c'era nessuna pastiglia». Il dirigente ha però una ricetta anti-doping, all'insegna dell'adagio «sempre meglio prevenire che curare». Anche perché «alcune sostanze non vengono fuori dalle analisi: per questo è importante la cultura della prevenzione». Roberto Castellano

Luoghi citati: Alessandria, Bologna, Cassano Spinola, Italia, Lazio, Lugano, Roma