Il Coni: nel calcio non esiste il doping di Enrico Singer

Il Coni: nel calcio non esiste il doping Chiesta l'archiviazione dell'inchiesta sollevata da Zeman: «L'allarme del tecnico va però condiviso» Il Coni: nel calcio non esiste il doping «Ma attenti all'uso indiscriminato di integratori» ROMA. Nel calcio non c'è doping. Dopo quindici giorni di audizioni spettacolarizzate, dopo la sfilata di 33 fra giocatori, allenatori, medici sportivi e preparatori atletici, dopo una valanga di indiscrezioni, arriva il primo verdetto della giustizia sportiva sul caso-creatina. L'inchiesta partita dalle dichiarazioni dell'allenatore della Roma, Zdenek Zeman, si conclude con una richiesta di archiviazione. La creatina non è compresa nell'elenco delle sostanze dopati e il suo uso non costituisce illecito sportivo. Il presidente della Procura antidoping, Ugo Longo, lo aveva anticipato lunedì - «non ci possono essere sanzioni per l'impiego di un farmaco che non è vietato» - e ieri sera ha confermato la sua scelta: «Non sono emersi elementi che possono far pensare a casi di doping». E tutto il polverone che ancora avvolge l'uso della creatina? Su questo delicato e contestato capitolo, la Procura antidoping passa la mano alle «istituzioni superiori»: alla Commissione scientifica e allo stesso presidente del Coni, Mario Pescante. «Per noi, l'impiego di fannaci non inseriti nella lista nera dei prodotti proibiti, ma di dubbia utilità ed efficacia, va approfondito con la massima chiarezza», dice l'avvocato Longo. E' la «raccomandazione» ad una indagine, non degli organi della giustizia sportiva, ma delle autorità scientifiche che, pure, il presidente aveva anticipato. Ma i toni sono più pacati, i commenti più cauti. «Non sta a noi dire, tantomeno decidere, se la creatina debba essere vietata per il futuro. Noi abbiamo soltanto raccolto delle testimonianze che ci sembrano importanti». A questo punto l'avvocato Longo ripete una frase che, nelle ulti¬ me due settimane, è diventata una specie di formula magica della Procura: «L'uso degli integratori non riguardava oggettivamente la nostra indagine che avrebbe dovuto limitarsi ai casi di doping. Se abbiamo allargato il nostro raggio d'azione, lo abbiamo fatto per la sensibilità dimostrata verso questo problema da parte degli stessi componenti del mondo del calcio che vogliono che questo ambiente resti pulito». Una formula diplomatica che, in altre parole, vuole dire semplicemente questo: se Zeman ha voluto lanciare sospetti di doping sul calcio, e sulla Juventus in particolare, ha sbagliato. Primo perché gli integratori usati non sono dopanti. Secondo, perché li hanno utilizzati tutti, compresa l'allora «sua» Lazio. Ma è una formula diplomatica per dire anche che le «perplessità» sui reali effetti, e sulle eventuali controindicazioni, di sovradosaggi di creatina non sono fuori luogo. «Dalle nostre audizioni è emersa evidente la necessità di fare chiarezza sull'uso di sostenze non proibite dal Ciò sulla cui efficacia farmacologica e sulla cui utilità per i calciatori rimangono numerosi dubbi tra gli stessi addetti ai lavori», dice l'avvocato Longo. E questo, forse, consentirà a Zeman di replicare che il suo allarme non era poi del tutto inventato. Le polemiche, si sa, fanno parte del calcio. Del calcio-parlato, soprattutto, che poi fa inevitabilmente i conti con il calcio-giocato. E che, spesso, va oltre i limiti. Dal presidente del Coni, Mario Pescante, che ancora non ha ricevuto la relazione della Procura antidoping, ma che ha parlato con l'avvocato Ugo Longo, è venuto ieri sera un invito ad una maggiore serenità. «Non vedo l'ora che si torni a giocare sui campi per lasciare alle spalle polemiche che hanno avuto toni anche esagerati. Il calcio italiano è pulito. Anzi, l'Italia è il Paese in cui più si fa per salvaguardare questo sport dal doping. Il lavoro della Procura è stato utile, adesso la discussione dovrà passare al campo scientifico». Parole in sintonia con quanto aveva detto poco prima, nell'ultima tornata di audizioni nel palazzone rosso del Coni, l'avvocato Sergio Campana, presidente dell'Associazione italiana calciatori. «Non si può parlare di doping nel calcio. Che certe sostanze siano di uso comune, lo sanno tutti. Si tratta di vedere se siano dentro o fuori i confini del lecito. L'importante è che i calciatori sappiano sempre bene quello che prendono», ha detto Campana che ha annunciato anche il parere favorevole dell'Associazione per controlli antidoping a sorpresa anche mediante prelievi di sangue. Ma anche di- questo si dovrà occupare la commissione scientifica. Magari con meno clamore e con più rigore. Enrico Singer A lato Zdenek Zeman allenatore della Roma Sotto Paulo Sousa ex bianconero ora giocatore dell'Inter

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