«Mai svolto il ruolo di postino»

«Mai svolto il ruolo di postino» Giorgio Ladu interrogato dai pm di Palermo: «Non ho recapitato messaggi dell'ingegner Tito all'avvocato Piras» «Mai svolto il ruolo di postino» Caso Melis, la verità dell ex assessore regionale ROMA DALLA REDAZIONE La caccia al mediatore del sequestro di Silvia Melis, ha portato ieri a Roma i magistrati della procura di Palermo che indagano sulla vicenda per tre giorni di interrogatori: i pm Lia Sava, Antonio Ingroia e Giovanni Di Leo. Gli interrogatori si svolgono nella sede della Direzione nazionale antimafia a via Giulia nell'ambito dell'inchiesta sulle fasi finali del sequestro. Termineranno domani. Ieri è stato ascoltato il sostituto procuratore distrettuale di Cagliari, Mario Marchetti, titolare di alcune inchieste su sequestri di persona a scopo di estorsione e al centro di forti polemiche e contrasti con il procuratore capo della pretura circondariale Luigi Lombardini, suicidatosi 1* 11 agosto scorso. Marchetti si era lamentato per l'intromissione di Lombardini nel sequestro di Miria Furlanetto Giuliani. Il sostituto procuratore di Cagliari aveva però nei giorni scorsi smentito l'esistenza di una specie di struttura parallela antisequestri. E aveva respinto l'ipotesi che Lombardini fosse al vertice di una cupola antisequestri e che avesse a disposizione un fondo. Alla ripresa pomeridiana degli interrogatori è stato ascoltato per oltre tre ore l'ex assessore regionale alla Sanità Giorgio Ladu, attuale coordinatore di Forza Italia per l'Ogliasira e fratello del sindaco di Tortoli, il paese dove fu sequestra- ta Silvia Melis. Secondo alcune dichiarazioni rilasciate dall'avvocato Antonio Piras, sarebbe stato il postino tra Tito Melis e Antonio Piras. Ruolo che Ladu aveva smentito, precisando di non essere mai stato sentito come testimone nell'ambito delle indagini sulla liberazione di Silvia Melis e di non aspettarsi di venire citato. Previsione smentita dai fatti. Al suo interrogatorio ha partecipato anche il procuratore aggiunto Vittorio Ah quo. Fra le persone che i magistrati ascolteranno vi è anche padre Pinuccio Solinas, francescano, del convento di Bonorva, in provincia di Sassari, molto noto in Sardegna per il suo intervento in diversi sequestri di persona. Padre Solinas ha avuto un ruolo anche nella vicenda Mehs. I magistrati ritengono che sia a conoscenza del nome del mediatore indicato dai malviventi nella seconda lettera inviata da Silvia Mehs al padre per concordare l'entità del riscatto e le modalità del pagamento. Il sospetto degli inquirenti, in realtà, è che il mediatore possa essere proprio il francescano. Nella fotocopia della lettera di Silvia Melis agli atti dell'inchiesta della procura di Palermo, il nome del mediatore è stato accuratamente cancellato. L'originale non è stato trovato. E una rivelazione di ieri porta altro clamore nella vicenda. Massimo Cellino, presidente del Cagliari, ha raccontato di un avvertimento ricevuto da Lombardini. «Una banda ogliastrina la vuol sequestrare. Stia attento. Io non posso proteggerla, posso soltanto avvisarla» avrebbe detto il giudice all'imprenditore che lo ha rivelato in un'intervista pubblicata sull'«Unione sarda». Cellino, nel febbraio del 1979, era sfuggito a un agguato (forse un tentativo di rapimento) alla periferia di Cagliari. Il presidente del Cagliari Cellino: Ù giudice Lombardini mi avvisò che rischiavo di essere rapito ll giudice Luigi Lombardini morto suicida e Silvia Melis

Luoghi citati: Bonorva, Cagliari, Palermo, Roma, Sardegna, Sassari