L'ultima provocazione del cacciatore di ebrei
L'ultima provocazione del cacciatore di ebrei «Il risarcimento alle vittime? Paghi lo Stato» L'ultima provocazione del cacciatore di ebrei PARIGI DAL NOSTRO INVIATO La Quinta Repubblica è figlia (o nipote) di Vichy? Il governo francese è responsabile degli atti commessi dai funzionari della Francia ai tempi dell'occupazione tedesca? Gli orrori dei collaborazionisti sono imputabili soltanto a loro, o esiste una responsabilità collettiva? No, rispondeva de Gaulle, per cui Vichy era «nul et non avenu». No, era convinto Mitterrand, che rifiutò sempre di chiedere perdono agli ebrei per le persecuzioni culminate nel rastrellamento al Vélodrome d'hiver (scuse porte invece da Chirac), con la motivazione che la République non avrebbe nulla a che vedere con il regime di Pétain. Sì, obietta invece Maurice Papon, l'ex segretario della Prefettura di Bordeaux condannato il 2 aprile scorso a dieci anni di carcere e al pagamento di 4,6 milioni di franchi (circa un miliardo e 300 milioni di lire) per il suo ruolo nella caccia agli ebrei. In virtù della legge che obbliga lo Stato francese a pagare i danni causati dall'azione dei suoi funzionari, Papon ha chiesto al governo Jospin, attraverso il suo avvocato Jean-Marc Varaut, di risarcire i suoi crimini, oltre alle sue spese legali. La risposta del ministro degli Interni Jean-Pierre Chevènement è stata ovviamente negativa. «Gaulliana», secondo «Le Monde» in edicola ieri pomeriggio. La richiesta di Papon è «sconveniente e provocatoria». «E' chiaro - sostiene il ministro che non è possibile confondere lo Stato repubblicano con Vichy, che ne fu la negazione». Una tesi che urta con quella degli avvocati di parte civile, secondo i quali Papon agì come funzionario di uno Stato «che esisteva», benché fosse «illegittimo». Ecco che la provocazione di Papon riapre una ferita. E il dibattito. [al. ca.j
Persone citate: Chirac, Jean-marc Varaut, Jospin, Maurice Papon, Mitterrand, Papon
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