«Bin Laden ha tentalo di uccidere Clinton»

«Bin Laden ha tentalo di uccidere Clinton» Una prova contro Khartoum: nella terra prelevata dalla fabbrica distrutta tracce di acido usato per il gas nervino «Bin Laden ha tentalo di uccidere Clinton» Nuove accuse, e in Sud Africa attacco a un ristorante Usa NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Volete le prove? Eccole. Sotto l'incalzare delle richieste di dimostrare che lo stabilimento farmaceutico di Khartoum bombardato giovedì scorso stesse davvero producendo gas nervino, le autorità americane hanno deciso di fornire alcune delle «prove convincenti» di cui aveva parlato Bill Clinton. Ma non attraverso una comunicazione ufficiale, come tutti si aspettavano visto che si tratta di rintuzzare la denuncia presentata dal Sudan aU'Onu e appoggiata da tutti i Paesi arabi, bensì attraverso il «permesso» dato a non meglio precisate «fonti» di spiegare la cosa a condizione di non venire nominate. Con questa forma inedita di comunicazione che si potrebbe definire «indiscrezione ufficiale» il governo americano ha fatto sapere che a convincerlo definitivamente dell'attività illecita è stato un campione di terra prelevato da un collaboratore della Cia nel recinto della fabbrica e fatto pervenire «clandestinamente» a Washington per analizzarlo. Dalle analisi è risultato che quella manciata di terra conteneva tracce di un acido dal nome impossibile, «O-ethylmethylphosphonothioic», ma dalle proprietà inequivocabili: serve da «precursore» alla produzione del VX, il micidiale gas nervino. Forse si è depositato lì dopo essere stato emesso nell'aria, o forse si è infiltrato in forma liquida nel terreno durante il processo produttivo, ma ciò che conta hanno detto le fonti - è che esso costituisce la prova che il bombardamento contro la fabbrica di Khartoum era «necessario». Tuttavia, poiché i giornalisti che si sono recati a visitare le macerie hanno visto pillole e fiale sparse, la fonte ha ammesso che probabilmente in quella fabbrica si facevano «anche» medicinali, mentre all'inizio era stato detto che dalle indagini condotte per un anno risultava che nessun prodotto «commerciabile» ne era mai uscito. La cosa, insomma, rimane in piedi, mentre attorno a questa storia altri sviluppi si inseguono. Uno è quel- lo del «sì», dopo sette anni di dinieghi, che gli Stati Uniti hanno detto alla celebrazione in Olanda (invece che negli Stati Uniti medesimi o in Inghilterra) del processo contro i due libici accusati dell'esplosione dell'aereo Pan Am nel cielo di Lockerbie, in Scozia, nel 1986, che uccise 240 persone. La Libia ha fatto sapere che «ci sta pensando» e all'Onu è già pronta una risoluzione per «liberarla» dalle sanzioni economiche non appena avrà accettato, ma intanto alcune delle famiglie delle vittimo hanno reagito con rabbia. Perché, dicono, ai terroristi di Osama bin Laden si risponde con i missili e con quelli che hanno ammazzato i nostri cari si scende a patti? Un altro sviluppo è la «proposta di dialogo» avanzata dagli Stati Uniti ai teleban dell'Afghanistan. L'hanno avanzata con prudenza, affidandola a un oscuro funzionario della loro ambasciata a Islamabad di nome Richard Hoagland («Siamo naturalmente interessati a parlare con i taleban, di bin Laden ma anche di diritti umani, di traffico di stupefacenti e di terrori¬ smo», ha detto), probabilmente per sondare il terreno. Ma la risposta di Mullah Mohammed Omar, il leader dei taleban, è stata durissima: «Di cosa si può parlare ormai? Ogni argomento è stato sepolto sotto i missili». L'altro ieri Omar aveva definito Clinton «un criminale», ieri ha perfino ceduto alla tentazione di riferirsi alla faccenda Monica I^winsky. «Per la nostra legge il reato di adulterio prevede la lapidazione. Lui è americano e non so che punizioni ci sono lì, però direi che si tratta di vergognoso e imbarazzante scandalo». Quanto a Bin Laden, ormai le accuse contro di lui non si contano più. L'ultima è che in anni lontani progettò l'assassinio di Clinton per ben due volte, ma poi dovette rinunciare per la difficoltà di penetrare le misure di sicurezza. Ma su di lui si è saputo anche che un Grand Giurì di Manhattan, varie settimane prima degli attentati del Kenya e della Tanzania, lo aveva incriminato. Ma di cosa non si sa. E' segreto. Franco Pantarelli Cresce la polemica sull'accordo per Lockerbie: non si deve trattare con i terroristi Ma l'Onu si prepara a togliere l'embargo imposto alla Libia

Persone citate: Bill Clinton, Bin Laden, Clinton, Franco Pantarelli, Mohammed Omar, Osama Bin Laden