«Bertinotti non farà la crisi»

«Bertinotti non farà la crisi» «Bertinotti non farà la crisi» Cossuttiani all'attacco: Vha detto a Scalfaro IL DILEMMA PI RIFONDANONE LROMA ASSU', nel casolare di Bebbio sull'Appennino reggiano e poi nella masseria di Gallipoli i consiglieri del presidente gli hanno dato suggerimenti di tutti i tipi pur di salvare la «pelle» in vista dello show down di Bertinotti: «Perché non apri a Cossiga?»; «Cossutta gradirebbe un segnale di apprezzamento...». Anche tra i sottosegretari alla presidenza pare ci siano sfumature diverse - Enrico Micheli convinto del rapporto con Rifondazione e Arturo Parisi attento a non perdere i contatti con il suo amico Picconatore - ma alla fine Romano Prodi ha deciso di tenere la barra ferma. E così è rientrato a Roma, deciso a puntare ancora tutte le sue carte su colui che, tra alti e bassi, gli ha consentito di governare per 27 mesi di fila: Fausto Bertinotti. «Non voglio entrare nelle vicende interne di un partito - dice il Professore - ho sempre usato lealtà, né ho mai cercato una rottura con Rifondazione». Parole che non segnano certo «la svolta» invocata da Bertinotti, ma che il segretario comunista ha gradito tanto è vero che la diplomazia segreta si è già messa in movimento: nei primi giorni di settembre i due si incontreranno. Lo faranno, come sempre, alla luce del sole e comunque dopo la riunione della segreteria di Rifondazione fissata per il primo settembre. Prodi sa benissimo che la sua sopravvivenza politica è legata soprattutto a quel che decideranno i comunisti e da questo punto di vista quella di ieri è stata una brutta giornata. Dentro Rifondazione l'escalation dei veleni continua e ieri a Palazzo Chigi hanno seguito con un filo d'ansia l'ultima puntata del duello interno. Dopo un intero agosto segnato dai continui «al lupo al lupo» di Bertinotti, ieri è toccato agli uomini di Cossutta lanciare un barile di benzina sul fuoco. Marco Rizzo, uomo di fiducia di Cossutta, con un giro di parole ha chiamato in causa Oscar Luigi Scalfaro: «Al di là delle dichiarazioni che fa, Bertinotti non provocherà la crisi di governo: ne siamo convinti noi, ne sono convinti i più autorevoli rappresentanti dell'esecutivo», mentre due giorni fa aveva detto al Messaggero che «questa convinzione ce l'ha in particolare il presidente Scalfaro». Già, ma chi avrebbe convinto il Presidente della Repubblica che la crisi non ci sarà? Forse Bertinotti? Forse dell'argomento si è parlato nel colloquio telefonico tra Scalfaro e Bertinotti che - come tutti sanno - c'è stato il 20 agosto scorso? Rizzo non lo dice ma lo fa capire: sì, è stato proprio Bertinotti a rassicurare Scalfaro che alla fine la crisi non ci sarà. Inutile dire che la sortita del cossuttiano Rizzo ha fatto imbestialire Bertinotti: «Per carità - dice Alfonso Gianni, braccio destro del se¬ gretario - dalle vicende interne di Rifondazione lasciamo fuori perlomeno il Presidente della Repubblica, se non altro per evitare un atteggiamento al limite della gaffe istituzionale». Cosa si siano detti Oscar Luigi Scalfaro e Fausto Bertinotti il 20 agosto forse non si saprà mai, ma il piccolo giallo conferma l'altissima tensione all'interno di Rifondazione comuni- sta, se non altro perché il cuore del ragionamento fatto da Rizzo - Bertinotti abbaia ma alla fine non morde - sembra fatto apposta per irritare Bertinotti e, paradossalmente, per spingerlo in direzione opposta. E per le sorti del governo, non è certo un buon segno, il fatto che dentro Rifondazione si parli sempre meno della «svolta» programmatica e sempre più di battaglie interne. Non è certo un caso che Rizzo - unico cossuttiano abilitato a parlare dopo l'auto-silenzio che si sono imposti Armando Cossutta e Nerio Nesi - dica: «Siamo pronti ad andare fino in fondo, convocando se necessario un congresso straordinario del partito o comunque indicendo un referendum tra tutti i nostri militanti». Parole che mettono in allarme Bertinotti e i suoi: «Difficile dire che strategia abbiano in testa i cossuttiani - dice ancora Alfonso Gianni - ma cominciare già a parlare di congresso straordinario e di referendum tra gli iscritti, sembra il percorso di chi ha già messo in conto di perdere il confronto in occasione del Consiglio nazionale», il «parlamentino» di Rifondazione chiamato prima o poi a votare un documento. Prodi per il momento fa sfoggio di ottimismo, in questo facendo tesoro di un consiglio che gli diede una volta Bill Clinton («Mi raccomando, in pubblico è sempre meglio sorridere...»), ma anche all'interno del suo staff non tutti condividono la linea «o Bertinotti o morte». E Arturo Parisi, che tanti anni fa - nella parrocchia di San Giuseppe a Sassari - ha avuto nel mitico don Masia lo stesso padre spirituale di Francesco Cossiga, consiglia di «coltivare il rapporto con l'Udr». Fabio Martini I consiglieri del Professore sono divisi: aprire subito aiì'Udr di Cossiga o cercare ancora la mediazione? Il segretario e il presidente faccia a faccia dopo l'I settembre quando si riunirà il vertice dei neocomunisti Accanto il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti A destra il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Gallipoli, Roma, Sassari