Gli Schützen snobbano la Lega di Raffaella Silipo
Gli Schützen snobbano la Lega «No» alla richiesta lumbard di far parte dei tiratori scelti Gli Schützen snobbano la Lega SCHUETZEN contro leghisti. I «tiratori scelti» altoatesini rifiutano di accogliere tra le loro fila i «lumbard» della Val Camonica e della Valtellina, mitici luoghi dove in estate risiede lo stato maggiore del Carroccio. «Evidentemente a loro non interessa l'autodeterminazione dei popoli - commenta il segretario amministrativo della Lega di Bolzano Hansjoerg Kofler -. Hanno a cuore solo la divisione etnica». Che contrappasso, per i leghisti, essere snobbati per questione di razza. Sarà che, come teorizza De Crescenzo, ognuno è meridionale per qualcun altro. Ma alla base del gran rifiuto altoatesino, oltre alla secolare rivalità italo-tedesca nelle valli sudtirolesi, ci sarebbe un'inimicizia personale. Il leghista Kofler e il comandante dei «cappelli piumati», Richard Piock, sono infatti divisi da un assassinio eccellente, quello del consigliere regionale Christian Waldner: Kofler era il suo segretario personale, per il delitto venne condannato l'ex responsabile culturale degli Schùtzen Peter Paul Rainer, amico di Piock. E così Piock ha posto il veto al desiderio lumbard di fondare una compagnia di tiratori scelti e Kofler per tutta risposta ha chiesto le dimissioni di Piock. «I rapporti tra le due organizzazioni non sono mai stati idilliaci spiega Kofler -, ma noi siamo sempre andati al di là dei fattori personali, perché abbiamo a cuore l'unione di tutti gli altoatesini e crediamo nelle stesse idee. Prova ne sia che avevamo portato al Parlamento di Roma una proposta di legge per permettere agli schùtzen nostrani di portare le armi come i loro colleglli austriaci». Manco a dirlo, ora il Carroccio ha deciso di ritirare la proposta. Certo, il rifiuto brucia: «Gh' abitanti della Valcamonica e della Valtellina hanno combattuto con gh schùtzen nel '700 - sostiene Kofler -. Per questo hanno diritto di indossare la stessa divisa, per questo chiedevano la collaborazione degli altoatesini, esattamente come c'è collaborazione tra gh schùtzen trentini e quelli bavaresi». Macché, ribatte il comandante Piock: «Le basi storiche mancano completamente. A Bergamo di schùtzen non ce ne sono mai stati». Piock nega poi di avere avuto una richiesta formale da parte del Carroccio: «Senza contare che la nascita di una nuova compagnia di schùtzen non è affare che competa ai partiti politici». Secondo il comandante, inoltre, i ((tiratori scelti» non desiderano, in alcuna maniera ((farsi strumentalizzare da organizzazioni oggi alla moda, come il Carroccio». Piock non pare nemmeno granché impressionato dall'annunciato ritiro della legge per le armi agli schùtzen. «Le decisioni a Roma - dice - le prende comunque il governo e, pertanto, sulla questione ha certamente più voce in capitolo la Sudtiroler Volkspartei di quanta non ne abbia la Lega». Intanto questa domenica a Merano si annuncia il raduno pantirolese di tutti gh schùtzen. Migliaia di cappelli piumati in tripudio, neanche un lumbard. «Volevamo proporre una contromanifestazione ma poi...» abbozza Kofler. Che dura punizione, per il Carroccio, stare a guardare alla finestra orde di secessionisti festanti. Raffaella Silipo Una manifestazione degli Schùtzen a Bolzano '
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