LA CORDA SI TIRA NON SI SPINGE
LA CORDA SI TIRA NON SI SPINGE LA CORDA SI TIRA NON SI SPINGE GLI uomini del Tesoro e degli altri ministeri economici si sono riuniti ieri, con alla testa il ministro Ciampi, in una calda giornata romana di fine agosto, per dare inizio alla complessa procedura di messa a punto della legge finanziaria, principale documento annuale di politica economica di questo Paese, specchio contabile di forze e debolezze, buone intenzioni e contraddizioni d'Italia. Hanno alle spalle i successi dello scorso anno, con una finanza statale avviata al risanamento, l'inflazione sostanzialmente domata, il deficit pubblico sotto controllo; possono contare sul rispetto di tutti - compresa, almeno in parte, l'opposizione - per i risultati conseguiti. Si potrebbe quindi immaginare che mai come quest'anno il loro compito sia leggero: sembra infatti che, per la prima volta a memoria di contribuente, la legge finanziaria non debba richiedere agli italiani nuovi sacrifici fiscali ma accontentarsi di tagli relativamente piccoli e relativamente facili alla spesa pubblica. La strada, insomma, si annuncia in discesa. Proprio qui, però, sta la prima difficoltà che Ciampi e la sua squadra devono affrontare: non è detto che chi si è rivelato ottimo guidatore in salita sia anche ottimo guidatore in discesa. Una politica espansiva risulta talora assai più difficile da realizzare di una politica restrittiva perché, per parafrasare un noto aforisma del premio Nobel Jan Tinbergen, l'azione di governo dell'economia assomiglia sovente a una corda che si può tirare ma non spingere. Che cosa si può fare, allora, per spingere quest'economia che non riesce a tenere i ritmi di espansione previsti, tanto da assomigliare a un'auto che va a tre cilindri, con una crescita produttiva prossima al 2 per cento l'anno mentre il reMario Deaglio CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA
Persone citate: Ciampi, Deaglio, Jan Tinbergen
Luoghi citati: Italia
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