Esodo delle lucciole in periferia di Alessandro Mondo
Esodo delle lucciole in periferia Prostituzione e malavita si espandono, preoccupazione tra gli amministratori Esodo delle lucciole in periferia E i sindaci della cintura scrivono al prefetto Prostituzione: Torino aumenta i controlli, a farne le spese sono i Comuni vicini. Il fenomeno sarebbe in atto, il sindaco di Collegno - Umberto D'Ottavio - registra da qualche giorno un incremento del numero delle prostitute sul suo territorio. Da qui la decisione di inviare un comunicato al prefetto e al sindaco di Torino. Obiettivo: chiedere che i rappresentanti dei Comuni limitrofi partecipino agli incontri del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza, visto che loro malgrado sono parti in causa. D'accordo gli altri sindaci - anche quelli che per ora non denunciano sensibili peggioramenti - con qualche distinguo: sì ai summit, a patto che il dibattito non si riduca al tema della prostituzione, superata nella classifica delle emergenze dalla piaga della microcriminalità. «Nessuna escalation, manteniamo forme minimali di prostituzione ma non escludo ripercussioni in futuro - spiega Pasquale Annone, vicesindaco di Beinasco -. Quanto al nostro coinvolgimento nel Cornitato, una bozza di accordo con la Prefettura era già stata sottoscritta a giugno, in occasione della visita di Napolitano». «Fenomeno ineliminabile, bisogna concentrarsi su tutto quello che gli gravita attorno: droga, sfruttamento, emarginazione», commenta Pierbartolo Piovano, sindaco di Nichelino. «Tutto come prima, per adesso - interviene Rocco Sassano, vicesindaco di Venaria -. Certo la preoccupazione resta. Ben venga il Comitato, allora». «Nemmeno io ho avuto riscontri ma mi aspetto di essere coinvolto dalla prefettura, a patto che si parli anche di immigrazione e microcriminalità - precisa Mariano Turigliatto, sindaco di Grugliasco -. Quanto alla prostituzione, ben vengano le norme di salvaguardia ma serve più pragmatismo». Turigliatto ipotizza la creazione di aree sorvegliate in cui il fenomeno possa essere circoscritto e controllato, sul modello di alcune grandi città europee. Contrario Domenico Carpanini: «No ai quartieri a luci rosse - spiega il vicesindaco di Torino .Penso semmai a forme associative fra varie prostitute che esercitano in casa, nell'ottica di una legalizzazione effettiva che nulla ha a che vedere con le case chiuse». Poi, una frecciata alle iniziative di altre città: «Il problema non si risolve con ordinanze buffe, ma utilizzando al meglio gli strumenti a disposizione». Resta la preoccupazione di un esodo forzato delle prostitute torinesi verso la cintura, denunciato dal sindaco di Collegno. Possibile che l'emergenza si stia verificando solo nel suo territorio? «Segnalare il problema certo non giova all'immagine del proprio Comune», replica D'Ottavio. Come a dire che i suoi colleghi preferiscono mettere la sordina al fenomeno? «Non ne sono certo ma mi permetto di pensarlo». Alessandro Mondo
Persone citate: D'ottavio, Domenico Carpanini, Mariano Turigliatto, Napolitano, Pierbartolo Piovano, Rocco Sassano, Turigliatto
Luoghi citati: Beinasco, Collegno, Grugliasco, Nichelino, Torino, Venaria
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