LA VOGLIA DIVERE EMOZIONI di Roberto Beccantini
LA VOGLIA DIVERE EMOZIONI LA VOGLIA DIVERE EMOZIONI NON è facile orizzontarsi nel labirinto di un calcio sempre più drogato d'impegni, goloso di farmaci e, per questo, «integratore» improvviso, e privilegiato, della curiosità delle Procure. Per tradizione, il Trofeo Berlusconi indica il cambio di marcia: se non, addirittura, di stagione. Non che finora si sia scherzato, al contrario, ma è quando S. Suo riaccende le luci che si ha la percezione più ruspante del passaggio fra il fervore disordinato delle offerte e il peso schiacciante delle domande. Offerte di sogni, domande di certezze. Milan e Juventus hanno sempre dato vita a partite vere e risultati falsi: non perché iniqui, ma per il senso di sortilegio che diffondevano. Vincere il trofeo Berlusconi e perdere lo scudetto: ecco il paradosso, futile ma misterioso, che accompagna questa rutilante saga d'agosto. La Juventus vi arriva zavorrata dagli stenti di un tribolato rodaggio, e non meno distratta dal polverone che Zeman ha sollevato. Bene fa Marcello Lippi a rifiutare alibi capziosi e attenuanti generiche. Da luglio, il Milan è nelle mani di un romagnolo vispo e perspicace, Alberto Zaccheroni. Dopo aver costruito un miracolo a Udine, dovrà ricostruire un monumento. Il taglio netto con il passato è un gesto coraggioso: non sono gli album di famiglia che agevolano le svolte, nella vita come nella carriera, e neppure il cumulo di scalpi, il bottino di medaglie; sono lo spirito d'avventura, la volontà di mettersi in discussione, sempre e comunque. Il Milan va, così, all'esplorazione di un mondo nuovo, a differenza della Juventus, che ha deciso, per una volta, di non adagiarsi, ma nemmeno di buttare sottosopra i mobili di casa. I nervi fragili di Alessandro Del Piero sono la spia, minacciosa, di un gruppo forgiato nel ferro dello spirito, alle prese con ruggini datate e turbolenze inattese. Del Piero è talmente cresciuto nella considerazione di tutti che gli si imputa di aver perso la finale di Amsterdam e, addirittura, i Mondiali. Troppa grazia. Sono prezzi, esagerati, che soltanto i campioni possono pagare, e sopportare. Le fiamme appiccate da Zeman hanno contribuito ad annerirgli l'orgoglio. La sfida con il Milan costituisce la pillola più idonea per tirarsi su. A ventiquattro anni, non si deve avere paura di nulla. Basta un sorriso, una veronica. Il Milan ha cambiato anima e pelle, come, e più, del prato di San Siro: la testa di Bierhoff e l'idea del tridente accendono la fantasia dei tifosi. In attesa di Inzaghi, la Juve oppone un centrocampo sontuoso. Non sarà un'ordalia, questa partita, ma scordiamoci che possa diventare un'amichevole. Lo abbiamo detto: è una linea di confine, è la voglia, soprattutto, di dare un calcio a un certo calcio. Roberto Beccantini
Persone citate: Alberto Zaccheroni, Alessandro Del Piero, Berlusconi, Bierhoff, Del Piero, Inzaghi, Marcello Lippi, Zeman
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