Allen: critici non andate a vedere i miei film di Lorenzo Soria

Allen: critici non andate a vedere i miei film Contro le recensioni del New York Times Allen: critici non andate a vedere i miei film «Se non vi piaccio, rimanete a casa Siete prevenuti, disonesti e malvagi» LOS ANGELES. Woody Alien e Maureen Dowd sono due istituzioni della vita americana. Del regista si sa tutto o quasi, dalle sue nevrosi alla sua passione per il clarinetto e a quelle per le figlie semi-adottive. Tutti conoscono bene anche Maureen Dowd o, per lo meno, i suoi scritti: la Dowd è infatti una delle giornaliste di punta del «New York Times», l'autrice di note caustiche e ironiche con le quali spella vivi via via Hillary piuttosto che Monica o il procuratore Ken Starr. Ai primi di gennaio s'è divertita a fare a pezzi «Harry a pezzi», l'ultimo lavoro di Woody Alien e, assieme con il film, ha distrutto anche il suo autore, «un adolescente di 62 anni». «I film di Alien non rappresentano niente se non ossessioni del regista che fanno accapponare la pelle», ha scritto la Dowd. Quanto alla tesi del film secondo la quale chi produce arte straordinaria non deve rispondere a standard etici ordinari, il commento dell'autrice è questo: «Un argomento vecchio, che verrebbe aiutato se a proporlo fosse qualcuno che produce arte straordinaria. Ma questo film non è arte, è solo un documento clinico, un'antologia di pregiudizi non approfonditi, un pianto un po' stanco su Manhattan». La Dowd non ha perdonato ad Alien nemmeno la sua decisione di introdurre nel suo film un'attrice di colore, una scelta accolta con queste parole: «Un esercizio inutile di allargamento sociale della sua im- Woody Alien Woody Alien maginazione che ha finito per produrre una prostituta afro-americana in pantaloni rosa». Abituato a critiche spesso feroci, sulla sua arte come sulla sua vita personale, Alien per vari mesi ha taciuto. Ma un paio di giorni fa, attraverso un giornale dedicato al cinema indipendente, «Indie», ha voluto rispondere alla Dowd e lo ha fatto anche lui senza far ricorso alle mezze parole. Tanto per iniziare, il regista ha osservato che la Dowd non è una critica cinematografica. E questo gli fa avanzare il sospetto che la giornalista vada a vedere i suoi film non per dovere professionale e tanto meno per piacere ma con un solo preciso scopo. «Io credo che ci vada perché solo così può scrivere qualcosa di malvagio», sostiene il regista. «Mi piacerebbe chiederle: perché ti preoccupi di vedere i miei film se sei così prevenuta contro di me?». E' improbabile che Alien riesca a porre queste domande direttamente alla Dowd, perché alla luce della recente controversia verbale i due difficilmente si troveranno ospiti nello stesso salotto. Il regista, oltretutto, di questi tempi ha ben altro per la testa. Sta dando gli ultimi ritocchi a «Celebrity», il suo ultimo film che a giorni verrà presentato a Venezia e che ha come protagonisti Wynona Ryder, Kenneth Branagh, Judy Davis nonché Leonardo DiCaprio. Con settembre inizia poi le riprese di un altro film con Sean Penn. Lorenzo Soria

Luoghi citati: Los Angeles, Manhattan, Venezia