Metalmeccanici in campo

Metalmeccanici in campo Il sindacato mette a punto la piattaforma contrattuale: 37,5 ore settimanali, difesa del salario Metalmeccanici in campo «Weekend in fabbrica con le 35 ore» ROMA. Riduzione dell'orario di lavoro a 37 ore e 1/2 medie per i giornalieri e sotto le 36 per i turnisti, controllo degli straordinari e aumento salariale sulla base dell'inflazione programmata: dovrebbero essere queste - secondo quanto si è appreso - le richieste principali che i sindacati metalmeccanici presenteranno alla Federmeccanica per il rinnovo del contratto in scadenza a dicembre. La discussione della piattaforma - secondo quanto riferiscono i sindacati - «è a buon punto» e potrebbe essere varata già nella riunione di segreteria del 7 settembre prossimo ma i tempi potrebbero allungarsi se non si riusciranno a conciliare le diverse posizioni sull'orario. Mentre Fiom e Firn considerano centrale la questione, la Uilm mette l'accento soprattutto sul salario chiedendo la difesa integrale del potere d'acquisto delle retribuzioni. Fiom Firn e Uilm hanno ribadito la preoccupazione per l'atteggiamento degli industriali sui due livelli contrattuali. «Grazie agli straordinari - precisa Sabattini - i metalmeccanici lavorano adesso 44 ore alla settimana: dobbiamo cercare di ridurre questa media. Quanto al contratto nazionale non passerà il tentativo di Federmeccanica di cancellarlo. Se la posizione degli industriali è questa non so nemmeno se si comincerà a trattare entro dicembre». Il segretario generale della FimCisl, Pierpaolo Baretta ricorda che le ipotesi allo studio per la piattaforma sono la banca delle ore (con la possibilità per i lavoratori di aprire con gli straordinari un conto ore individuale da utilizzare attraverso i riposi) e l'utuizzo per la riduzione di orario delle ex festività e delle ore già previste da contratto (104 annue). Con l'utilizzo di questo pacchetto l'orario medio settimanale dovrebbe scendere a 37 ore e mezzo. Per i turnisti il contratto dovrebbe prevedere diverse possibilità. A fronte di un numero maggiore di turni e orari più disagiati l'azienda dovrà applicare orari più corti e comunque variabili tra le 34 e le 36 ore. «Per i lavoratori giornalieri - spiega - ci dovrebbe essere una riduzione degli orari di fatto attraverso il controllo degli straordinari mentre per i turnisti la riduzione sarebbe aggiuntiva a fronte di un utilizzo più alto degli impianti». Quanto alle dichiarazioni degli industriali Baretta ribadisce che il contratto «va rinnovato sulla base della concertazione». «Se le imprese pensano di tornare al sistema dei rapporti di forza conclude - - se ne prendano la responsabilità. Mi sembra comunque che la crisi sia soprattutto di strategia». Su un punto invece i sindacati sembrano avere ragiunto una intesa: dare via Libera al lavoro il sabato e la domenica a patto di una riduzione dell'orario settimanale al di sotto delle 35 ore. Molte indu¬ strie metalmeccaniche, insomma, spiega il segretario generale della Uilm Luigi Angeletti, potrebbero restare aperte anche nel weekend ed i lavoratori avranno un orario settimanale inferiore alle 35 ore. «Noi offriremo alle aziende la possibilità di lavorare il sabato e la domenica chiedendo in cambio una riduzione dell'orario di lavoro, inferiore alle 35 ore settimanali. Un punto, questo dell'orario, su cui c'è accordo con Firn e Fiom - afferma Angeletti - mentre il contendere con la Fiom è invece sul sistema tradizionale dei due turni con i quali si lavora nell'industria metalmeccanica. La Fiom - spiega vuole portare a 35 ore i lavoratori che fanno i due turni di lavoro, mentre per noi e, credo, per la maggioranza della Firn, la riduzione dell'orario va usata per fare formazione professionale in modo da adeguare l'offerta di lavoro che è il grande problema che abbiamo da Palermo a Bergamo». Due opzioni, quindi, sulle quali se non si troverà una soluzione comune la parola passerà ai lavoratori che verranno consultati attraverso un referendum, aggiunge Angeletti. Diversa dalla Fiom e dalla Firn la posizione della Uilm sull'orario: «Per noi - afferma il segretario nazionale Boberto Di Maulo - la questione orario non è centrale. Lo è invece quella della difesa integrale del potere d'acquisto delle retribuzioni e del sostegno alla formazio¬ ne». Per Di Maulo la richiesta di aumento salariale non dovrà essere più bassa del 3% del salario di fatto (circa 40 milioni medi l'anno) una cifra che dovrebbe essere vicina alle 100.000 lire. «Non si può trattare - precisa - sulla base di un salario più basso. I lavoratori metalmeccanici sono molto più attenti a questi problemi che alla riduzione di orario, ima questione che è soprattutto politica». Sulle posizioni degli imprenditori sul contratto Di Maulo è chiaro: «E' sbagliato elùninare un livello contrattuale. Passare da un sistema concertativo ad uno conflittuale è pericoloso e causerebbe incertezza in un momento molto delicato per il sistema economico». [r. e.s .] PAESI UN MONDO DI ORARI LIMITI LEGISLATIVI SULL'ORARIO CONTRATTUALE ACCORDI ORE SETTIMANALI COLLETTIVI CONTRATTUALI AUSTRIA 36 - 40 40 BELGIO 38 40 FRANCIA 39 39 GERMANIA 35 - 39 48 GIAPPONE 40 - 44 40 GRECIA 40 40 IRLANDA 38 - 40 48 ITALIA 36 - 40 48 OLANDA 36 - 40 45 PORTOGALLO 35 - 44 40 REGNO UNITO 34-40 — SPAGNA 38 - 40 40 STATI UNITI 35 - 40 40 SVEZIA 40 40 FONTE: OCSE

Persone citate: Angeletti, Baretta, Di Maulo, Luigi Angeletti, Pierpaolo Baretta, Sabattini