Industria, 20 mila posti persi in un anno

Industria, 20 mila posti persi in un anno L'occupazione è scesa del 2,3% in un anno. Donne disoccupate, ci batte solo la Spagna Industria, 20 mila posti persi in un anno «Maglia nera» per il lavoro femminile ROMA. Occupazione stabile, a maggio, neh'industria: i dati dell'Istat non segnano variazioni di rilievo. Ma il calo è netto rispetto al '97: 20 mila posti di lavoro in meno, con una discesa del 2,3% nelle aziende dell'industria e dei servizi con oltre 500 dipendenti. E risale il ricorso alla cassa integrazione: sempre a maggio, le ore sono aumentate del 50% rispetto a maggio '97. Crescono però i salari (1,5% tra aprile e maggio '98, 2,1% nei primi 5 mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo '97). L'aumento, in media, non si scarica però sui costi aziendab, che secondo l'istituto di statistica beneficiano dei vantaggi dell'Irap e dell'abolizione di qualche balzebo a carico delle imprese: l'introduzione, a gennaio, deba nuova forma di tassazione ha ridotto il costo medio del lavoro per dipendente. Al netto dei cassintegrati, la variazione tendenziale è -2,4% a maggio e -1,4% da gennaio a maggio. Non si ferma dunque l'emorragia di posti di lavoro, dopo il rahentamento progressivo mostrato nel '97. Oltre all'industria (dall'incremento dello 0,2% di febbraio è passata al -1,5%), al settore energiagas-acqua che in aprile ha visto una raffica di pensionamenti, il calo tendenziale cominciato all'inizio dell'anno a maggio ha interessato decisamente l'intermediazione monetaria e finanziaria (meno 1,9%). Accanto ad una lieve diminuzione nel commercio (meno 0,2%) e ad una sostanziale stabilità nei trasporti e comunicazioni (più 0,1%), arrivano però incrementi tendenziali dell'occupazione negli alberghi e ristoranti (4%) e nelle altre attività legate al turismo (4,6%). Una radiografia che non invita all'ottimismo, anche perché il «pianeta donna» resta ancora molto in ombra. Un'indagine dell'Associazione Artigiani di Mestre conclude che l'Itaba è seconda in classifica tra i Paesi più industrializzati del mondo per tasso di disoccupazione femminile (17% circa nel '97) dopo la Spagna, distante quasi tre punti dalla Francia, 6 dalla Germania, 11 dal Regno Unito. E scende all'ultimo posto se si prende in esame la percentuale delle lavoratrici sul totale della forza lavoro con il 36% circa, simile a quella del 1960. Dati complessi, da leggere in prospettiva. Per i sindacati erano atte- si, e sono la conferma che si va verso un autunno molto caldo. Per il governo non c'è da preoccuparsi troppo: «L'autunno non sarà così in ebollizione come si è detto», commenta b ministro dell'Industria Pierluigi Bersani che vede in settembre soltanto è un «dopo Maa¬ stricht» e chiede soltanto una revisione, anzi ima «manutenzione» degli accordi del '93 con particolare riferimento a contratti e Mezzogiorno. A sdrammatizzare la situazione, secondo Bersani, sarà la nuova Finanziaria «più leggera di quelle che ricordiamo, e quindi saremo in condizione di gravare meno sui cittadini e di aprire qualche pobtica nuova di svbuppo». In particolare, annuncia b ministro, b governo punterà sulle infrastrutture e sulla ripresa degb investimenti pubbbci, con un'attenzione particolare al Mezzogiorno. L'obiettivo è di dare più vigore aba crescita, perché le previsioni vanno riviste al ribasso: «Abbiamo una crescita che in questi mesi si è un po' rabentata, sarà sopra al 2%». Il sindacato dice invece che si aspetta U calo di occupazione e calca la mano sui dati. «Siamo di fron- te ad un aharme sociale di prima grandezza - afferma U segretario confederale deba CgU, Walter Cerfeda - perché la riduzione di 20 nula posti in un anno conferma b fortissimo indebolimento competitivo deh'industria itabana. Senza investimenti non ci può essere competitività e la disoccupazione è destinata a crescere». Per Paolo Pirani, segretario confederale Uil, «il dato relativo abe grandi imprese assume un significato ancor più preoccupante se si pensa che anche negb altri settori produttivi i segnab sono tutt'altro che incoraggianti». DeUo stesso avviso Natale Forlani, segretario confederale deba Cisl: «I dati Istat sono significativi - spiega - perché secondo le previsioni quebo appena trascorso doveva essere un anno di stabihzzazione, anche per gb incentivi concessi al settore auto». Invece, aggiunge Forlani, la stabihzzazione non c'è stata e segnab positivi «non se ne vedono da nessuna parte». Sul fronte pobtico, dure critiche al governo da parte di Forza Itaba. Il senatore Luigi Griho accusa: «Ha raggiunto solo risultati negativi sul fronte del lavoro», perché al calo deb'occupazione ufficiale «corrisponde in molti casi un aumento deb'occupazione nel sommerso nebe piccole e medie imprese» e la proposta di Treu sull'emersione è solo un palhativo e un «favore fatto ai sindacati». Bruno Gianotti LA DISOCCUPAZIONE NEL MONDO NUMERO DEI DISOCCUPATI SUL TOTALE DELLA FORZA LAVORO [DATI IN %] PAESE 1998 1999 PAESE 1998 1999 AUSTRIA 6.1 5.9 MESSIC0 3,4 3,4 BELGI0 12,3 11,9 N0RVEGIA 3,3 3,0 CANADA 8,6 8,3 N.ZELANDA 6.7 6,4 REP.CECA 5,8 6,6 PAESIBASSI 5,1 4,8 C0REA DEL SUD 5,7 6,3 P0L0NIA 10,1 9,3 DANIMARCA 6,7 6,2 P0RT0GALL0 6,3 6,0 FINLANDIA 12.4 11,0 REGNO UNIT0 6.8 7,2 FRANCIA 11.9 11,1 SPAGNA 19.6 18,4 GERKIANIA 11.5 11,1 SVEZIA 6,7 6,2 GIAPP0NE 3,1 3,6 SVIZZERA 4,5 4.1 GRECIA 10.6 10,6 TURCHIA 5,6 5,6 IRLANDA 9,3 8,2 UNGHERIA 7,8 7,3 ISLANDA 3,5 3,4 USA 4,8 5,0 LUSSEMBURGO 3,6 3,5 ITALIA 12,0 11,8 MEDIA 0CSE 7,1 7,0 : : :. k ■ .: . i.ì. : [ offiS : : : i 5 : ': « -i : K': ■ ■': 'sjfijsi SiS fi :i 1-, ì* Si':" !

Persone citate: Bersani, Bruno Gianotti, Forlani, Luigi Griho, Natale Forlani, Paolo Pirani, Pierluigi Bersani, Treu, Walter Cerfeda