Suicida vicequestore Nuovo giallo a Iucca

Suicida vicequestore Nuovo giallo a Iucca In 90 giorni in tre si sono tolti la vita Suicida vicequestore Nuovo giallo a Iucca Ha lasciato un biglietto: motivi personali Ma forse c'entrano le accuse di un pentito LUCCA NOSTRO SERVIZIO Si è impiccato con la cintura dei pantaloni legata ad un letto a castello nella camera della figlia di 9 anni. Antonio Sardo, 51 anni, dirigente della divisione amministrativa della questura di Lucca, è morto ieri pomeriggio attorno alle 14. L'ha trovato la moglie, Aida Mariotti, quando è entrata nella camera da letto della bimba che era dai nonni a Massa, nella loro abitazione di Bagni di Lucca. Vicino al corpo c'era un biglietto dove Sardo spiegherebbe i motivi del suo gesto che, secondo le indagini, sarebbe di natura famigliare. Ma all'origine del tragico episodio potrebbero anche esserci altre ragioni, in modo particolare lo stato di depressione in cui il dirigente della questura era caduto dopo le accuse di un pentito, quando era capo della squadra mobile a Massa, tre anni fa. Proprio in quell'occasione Sardo venne trasferito a Lucca. Per quelle accuse aveva dovuto subire un procedimento penale, attualmente in corso, in sede di appello, a Genova. Ne stava uscendo a testa alta, visto che il pentito aveva ritrattato, ma lui era cambiato, aveva subito reagito con sdegno, non aveva mai accettato di essere messo sotto accusa. Per questo motivo Sardo aveva scritto prima un memoriale, poi un libro che sarebbe dovuto uscire fra pochi giorni. Il titolo è emblematico: «La giustizia.con G minuscola». Antonio Sardo stava trascorrendo un periodo di ferie nella spiaggia di Marinella di Sarzana, la sera però tornava a casa a Bagni di Lucca. Un paio di giorni fa, a Massa aveva visto il suo editore, Francesco Rossi. Con lui aveva parlato del libro, della sua copertina. Dentro c'era tutta la sua verità. A quel libro dava molta importanza, era la sua reazione. Del resto Sardo era sempre stato un uomo d'azione, espertissimo di armi, cintura nera di karaté. Al di là di quel biglietto, dunque, gli investigatori dovranno stabilire perché il dirigente della questura ha deciso di uccidersi. A dirigere l'inchiesta è il sostituto Augusto Lama, amico di Sardo che con lui aveva lavorato per molti anni a Massa. Il magistrato è andato subito in questura ad esaminare alcuni documenti. A Bagni di Lucca si è precipitato anche l'ex questore di Lucca, Andrea Scandurra, che era molto legato al poliziotto. Il figlio si era ucciso esattamente come lui. Sardo è il secondo poliziotto lucchese nel giro di un paio di mesi che si è ucciso. A luglio si era infatti tolto la vita con due colpi di pistola Francesco Brigante, in servizio alla sezione di pg della procura della Repubblica. Anche per lui si era parlato di motivi famigliari, di dissapori con la ex moglie poliziotta. A confermare una maledizione che aleggia su quella questura, un mese prima, a giugno, si era ucciso, impiccandosi, il figlio del questore Scandurra, Ivanoe. Dunque, tre suicidi in tre mesi, tutti in qualche modo legati alla questura di Lucca, anche se le motivazioni sembrano per ora separate tra loro. Sullo sfondo problemi familiari, ma anche veleni e inchieste che hanno movimentato la scena lucchese, tra cui quella sul commissariato di Forte dei Marmi, nella cui storia ci sono altri suicidi. Carlo Galazzo

Persone citate: Aida Mariotti, Andrea Scandurra, Antonio Sardo, Augusto Lama, Carlo Galazzo, Francesco Brigante, Francesco Rossi, Sardo, Scandurra