A 16 anni aggredita e violentata di A. Pie.

A 16 anni aggredita e violentata A Genova A 16 anni aggredita e violentata GENOVA. Una ragazzina di sedici anni aggredita, legata e violentata da un bruto che l'ha costretta a un rapporto orale nel sottopassaggio della stazione disabilitata di Cornigliano a mezzogiorno e mezzo di domenica. E' il terzo episodio di violenza in due mesi a Genova: il 25 giugno una quindicenne è riuscita a sfuggire a un'aggressione nell'ascensore di casa a Begato, l'enorme «Diga» sulle alture di Bolzaneto; il 25 luglio una ragazza di 22 anni è stata brutalizzata nel box sotto casa, a Pontedecimo, sempre nel Ponente cittadino, mentre rientrava in auto dopo una sera con gli amici. «E' un brutto sintomo - commenta il sindaco Giuseppe Pericu - ma si inquadra in un degrado generale che riguarda tutta Italia e tutta Europa. Le ragazze sole devono essere prudenti e prendere precauzioni». Gli fa eco il questore Francesco Colucci: «E' un fenomeno che purtroppo si va diffondendo sempre più. Le donne non devono isolarsi». La figura della «vittima imprudente» scatena l'immediata polemica di Ada Caldano, presidente dell'Udi: «Sono affermazioni che vengono da chi dovrebbe avere il controllo della città. Così si finisce per delegare alle singole donne la responsabilità di quanto accade». Mitiga i toni Luciana Camplani, psicologa del Cemp, il Centro di educazione matrimoniale e prematrimoniale: «E' doloroso dare consigli di questo genere, ma occorre che le donne e soprattutto le ragazze prestino molta attenzione quando passano in luoghi non frequentati. E' stato doloroso anche quando, per l'Aids, abbiano iniziato a consigliare di avere rapporti protetti, a fare attenzione al partner». Giovanna, ragazzina castana dall'aspetto semplice, famiglia affettuosa alle spalle, studentessa ancora in attesa del primo amore, poco dopo mezzogiorno si era recata nella stazione di Cornigliano per verificare gli orari dei treni per la Riviera di Ponente. Non c'era nessuno. Nel deserto della domenica d'agosto, la ragazzina si è sentita afferrare alla gola da uno sconosciuto rimasto alle sue spalle. Lei poteva vederne solo la mano, grossa e sporca, che la stringeva in una morsa. Con una voce dal pesante accento genovese, il bruto l'ha minacciata: «Sta' zitta. Ho un coltello, se gridi ti ammazzo», f oiTha trascinata in un lurido sottopassaggio, l'ha costretta in ginocchio e le ha legato i polsi dietro la schiena con stringhe da scarpe. Quindi, sempre bloccandole la testa perché non lo vedesse in viso, le si è messo di fronte, aprendosi i pantaloni e costringendola al rapporto. Alla fine l'ha cacciata via, intimandole di non voltarsi, se non voleva essere uccisa. Sotto choc, l'abito lordato, in lacrime, la sedicenne è riuscita a raggiungere l'esterno e una cabina telefonica, per chiedere aiuto, tentando di frenare i conati di vomito. Un amico, im ragazzo che passava di lì per caso, l'ha vista in quelle condizioni e l'ha accompagnata fino al vicino commissariato. Successivamente, la giovane è stata sentita in questura dal commissario Alessandra Bucci, della Mobile, che coordina le indagini. Sul luogo dell'aggressione sono state trovate le stringhe, e l'abito macchiato di Giovanna è stato consegnato alla scientifica per l'analisi del Dna. [a. pie.]

Persone citate: Ada Caldano, Alessandra Bucci, Francesco Colucci, Giuseppe Pericu, Ponente

Luoghi citati: Europa, Genova, Italia