«La creatina dev'essere vietata» di Enrico Singer

«La creatina dev'essere vietata» L'inchiesta sportiva verso la conclusione, ma non esistono analisi per individuare la sostanza «La creatina dev'essere vietata» La procura del Coni: altera le prestazioni ROMA. Il giallo della creatina, ormai, ha un finale annunciato. La procura antidoping del Coni chiederà che questo integratore venga inserito nella Usta nera dei prodotti vietati. 0 che il suo uso venga regolato con dosi massime consentite. Non ci saranno sanzioni per chi praticamente tutti - l'ha impiegata finora. E non potrebbe essere altrimenti perché si tratta di un farmaco oggi lecito. Ma le cose potrebbero cambiare in un futuro molto prossimo. Nel palazzone rosso del Foro Italico, le audizioni di giocatori, medici e allenatori non sono ancora finite - oggi è in programma un'altra «udienza» - eppure il materiale già raccolto ha orientato in modo netto gli uomini della procura, che in settimana dovrebbero concludere il loro lavoro. E di sicuro non chiederanno l'archiviazione del caso «calcio e farmaci» alla Commissione antidoping, che è il primo grado giudicante del Coni in questa delicata materia. Il presidente della procura, l'avvocato Ugo Longo, è stato chiaro: «Non sta a noi prendere decisioni; noi dobbiamo soltanto fornire indicazioni e quelle che daremo saranno orientate alla ricerca di chiarezza su questa sostanza e sull'uso che se ne fa. Perché se è vero che la creatina, presa a certi dosaggi, può essere considerata un integratore, è anche vero che, in altre dosi, può alterare le prestazioni di un giocatore». E' la posizione espressa anche dal farmacologo della procura, il dottor Francesco Botré, che ha spiegato come «con una strategia mirata a base di creatina è possìbile alterare, migliorandole, le prestazioni». E' il problema del sovradosaggio, comune a tutti i farmaci, che modifica gli effetti di una terapia. «La creatina può servire a reintegrare, a integrare o a potenziare», dice il farmacologo. E proprio in base a questo parere, Longo anticipa il senso della relazione che la procura sta preparando: «Se la creatina può migliorare le prestazioni degli atleti deve essere vietata, o almeno limitata nella somministrazione. Mi auguro che le nostre considerazioni siano recepite in modo adeguato». Il presidente della procura antidoping allarga anche il discorso: «Non si può restare con le mani in mano, soprattutto in considerazione della salute degli atleti. Al di là della regolarità del risultato sportivo, occorre andare in fondo alla vicenda per rispetto delle condizioni fisiche di chi pratica lo sport». L'avvocato Longo aveva manifestato le sue convinzioni di fondo già a metà della scorsa settimana. Ma adesso è più esplicito. «Abbiamo accertato che la creatina è utilizzata in modo diverso da squadra a squadra, che c'è una confusione incredibile, che i calciatori si fidano completamente dei medici sportivi, ma che i medici sportivi hanno a loro volta opinioni diverse. Per questo sarebbe necessario un protocollo che uniformi i dosaggi». Questo compito non toccherà più alla procura, ma alla Commissione antidoping, presieduta dal consigliere di Stato ed ex prefetto di Roma, Giuseppe Porpora, che, probabilmente, investirà del caso la Commissione scientifica del Coni. L'avvocato Longo, e ancora di più il farmacologo Botré, non si nascondono anche le difficoltà di una normativa sulla creatina. Con i controlli antidoping di oggi - ai calciatori vengono fatte solo le analisi delle urine - è impossibile accertare l'assunzione di creatina. Ma anche nell'ipotesi di esami combinati sangue e urine - che la procura sembra intenzionata a raccomandare - si potrà contabilizzare la quantità di creatina presente nel sangue senza poter stabilire, però, se questa è il risultato di qualche pillola o di una dieta ricca di bistecche. Enrico Singer * PRETURA TORINO SEZIONI PENALI Alessio Tacchinardi giocatore della Juventus al suo arrivo ieri in procura a Torino In basso il presidente del Coni Mario Pescante

Persone citate: Alessio Tacchinardi, Francesco Botré, Giuseppe Porpora, Longo, Mario Pescante, Ugo Longo

Luoghi citati: Roma, Torino