Epo, spunta la pista svizzera
Epo, spunta la pista svizzera Epo, spunta la pista svizzera Perquisito farmacista che lavora a Lugano BOLOGNA. Medici che prescrivevano Epo senza indicare sulla ricetta il nome del paziente o che si autoprescrivevano prodotti dopanti, forse con l'obiettivo di crearsi una scorta da distribuire sottobanco; un probabile canale di approvvigionamento di sostanze proibite, Epo compresa, che dalla Svizzera porterebbe alla Farmacia dei Giardini Margherita di Bologna. Sono i nuovi fronti aperti dall'inchiesta bolognese sulla commercializzazione, la prescrizione e la somministrazione di farmaci nocivi. Ieri mattina è scattata una seconda ondata di perquisizioni, dopo quella di un paio di settimane fa che - come ora - aveva interessato tre medici (Michele Ferrari, Alberto Mario Bargossi e Pietro Luigi Fanton) e un farmacista (Massimo Guandalini, uno dei soci della Farmacia Giardini Margherita). Ieri i militari del Nas si sono presentati dal dottor Luigi Cecchini, a Vicopelago (Lucca), medico sportivo che ha seguito o segue ciclisti del calibro di Rijs, Bugno, Bartoli, Casagrande, Sorensen, Richard, Tchmil e Fabiana Luperini (campioni non coinvolti nell'inchiesta, hanno precisato gli mquirenti). Tra l'altro, Cecchini un paio di anni fa si era distinto proprio per una denuncia contro il doping che, aveva detto, coinvolge anche juniores, allievi e perfino esordienti. Gli altri medici sportivi perquisiti sono Giuliano Peruzzi, pistoiese, e Andrea Merigo di Viareggio, che seguirebbero atleti dilettanti e amatori. Il farmacista è Gian Michele Merloni, di Cassano Spinola (Alessandria) titolare di una farmacia a Lugano. L'ipotesi è che da lì venissero prelevati i farmaci dopanti poi spediti alla Farmacia dei Giardini Margherita. Potrebbe essere questo uno dei canali di approvvigionamento dell'Epo, assieme a quello ospedaliero. Gli inquirenti bolognesi paiono interessati anche al mondo della pallavolo, la cui nazionale era cliente della Farmacia dei Giardini Margherita. Nei prossimi giorni verrà sentito il ciclista Alessandro Baranti, mentre ieri pomeriggio è stato interrogato l'ex campione del mondo di ciclismo Gianni Bugno. «Mi hanno chiesto - si è limitato a dire - di un meeting su sport e salute al quale partecipò anche il dottor Massimo Guandalini». Andrea Merigo, anestesista e medico sportivo, si dice invece «tranquillo e sereno». Dal suo ambulatorio, ieri perquisito dagli inquirenti, spiega: «Hanno portato via alcune schede personali di archivio che risalgono a quando ero medico federale, tra 1"85 e il '92». Da Lugano, intanto, il dottor Gian Michele Merloni, 60 anni, si difende così: «Sono stato fino a due anni fa uno tra i principali fornitori del collega e amico Guandalini di Bologna. Evidentemente, sono saltate fuori fatture a me intestate e qualcuno avrà pensato a chissà quale traffico con la Svizzera. Ma il farmaco più forte che posso aver inviato in Italia è l'Anemine, che viene a volte usato dagli atleti e contiene 200 milligrammi di caffeina». E la perquisizione nella villa di Cassano Spinola? «Nella mia abitazione, sono state trovate 4-5 scatole di supposte e altri medicinali del tutto leciti - replica il farmacista alessandrino -. Al massimo, pagherò una multa. Dell'Epo non c'è traccia e non potrebbe essercene, visto che questa sostanza è proibita anche in Svizzera e non viene certo smerciata nelle farmacie». [m. d.] Raffaele Guariniello procuratore aggiunto presso la pretura di Torino
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