Kabila sabato dagli angolani

Kabila sabato dagli angolani Ma nell'Est i banyamulenge prendono Kisangani. Eccidio in una missione cattolica del Kivu meridionale: otto vittime Un cartellone a Kinshasa dice «Ecco l'uomo che ci voleva: Monsieur Kabila» KINSHASA. «E' avvenuto tutto come avevamo previsto: il vitale legame tra Matadi e Kinshasa è salvo, la centrale idroelettrica di Inga è sotto controllo, e Kitona è stata conquistata dai soldati angolani». Così ha descritto la situazione militare un portavoce del ministero della Difesa dello Zimbabwe, Paese che ha inviato a Kabila 600 uomini per difendere Kinshasa. Le sorti della battaglia sono state rovesciate in 24 ore dal massiccio intervento di truppe angolane sul fronte occidentale, alle spalle dei ribelli. La settimana scorsa l'Angola aveva iniziato ad ammassare truppe nella propria enclave di Cabinda, sulla riva destra della foce del fiume Congo, separata dal resto del Paese dal corridoio che fornisce a Kinshasa l'unico accesso al mare. Questa striscia di terra era stata conquistata dai ribelli, giunti in aereo dall'estremo Est del Paese per isolare la capitale. L'intervento dell'Angola ha però frustrato il tentativo. Gli angolani hanno organizzato im ponte aereo tra Luanda e Cabinda, vomitando in territorio congolese migliaia di uomini appoggiati da carri armati, mezzi corazzati e cacciabombardieri. «E' un'operazione im- Kabila sabato dagli angolani Un ponte aereo per difendere Kinshasa ponente», ha detto un testimone, affermando che morti e feriti angolani vengono portati dal Congo a Cabinda, per poi essere imbarcati sugli aerei da trasporto diretti a Luanda. Stringendo i ribelli tra il mare e il fronte di Kinshasa, gli angolani hanno conquistato l'importante base aerea di Kitona, le cittadine di Moanda, Banana e Boma, e ieri investivano Matadi, strategico porto fluviale del Congo. L'avanzata dei ribelli verso Kinshasa, inoltre, sarebbe stata arrestata a 20 km dalla capitale, grazie ai massicci bombardamenti aerei. Fonti militari hanno dichiarato che angolani e governativi hanno ucciso «942 soldati ruandesi e ugandesi», e ne hanno feriti 600. Ieri un turista britannico ha detto di avere incontrato una colonna corazzata di truppe ugandesi nel Nord-Est del Paese, ma in quella regione, grazie a un vecchio accordo raggiunto con Kabila in funzione anti-sudanese, l'Uganda mantiene due battaglioni di truppe d'assalto. Visti i successi sul campo, Kabila ha rifiutato l'appello al cessate il fuoco lanciato dal vertice della Comunità dell'Africa australe. «Non vi sarà cessate il fuoco finché non ci sarà un ritiro delle truppe del Ruanda e dell'Uganda», ha detto un portavoce di Kabila. Sta di fatto che, nell'Est del Paese, i ribelli hanno conquistato Kisangani, terza città del Congo, e i banyamulenge non sono schiacciati. Ieri si è saputo di un eccidio in una missione cattolica della parrocchia di Kasika, nel Kivu meridionale: un sacerdote, una suora, un seminarista e cinque laici, tutti congolesi, sono stati uccisi da un commando di cui non si conosce per ora l'identità. Intanto i ministri degli Esteri di Francia Hubert Vedrine, e Belgio, Erik Derycke, hanno lanciato un ap¬ pello per una conferenza regionale di pace con la partecipazione di tutti i Paesi interessati. E infine il rappre sentante Usa per la regione, Howard Wolpe, in un incontro con il Presidente angolano Eduardo Dos Santos, ha chiesto «il ritiro immediato delle truppe straniere», insistendo per «una soluzione pacifica della crisi». L'impressione, cioè, è che dopo la battaglia per Kinshasa, ora sia possibile avviare un negoziato. [e. st. VOIU CHOMME

Persone citate: Boma, Erik Derycke, Francia Hubert Vedrine, Howard Wolpe, Kabila