Un'emenda da 10 miliardi
Un'emenda da 10 miliardi Un'emenda da 10 miliardi Stipendi e prestiti Ior, i conti della curia NAPOLI. Una vera azienda, con un bilancio complessivo di 10 miliardi amministrato dalla Curia di Napoli per le spese della diocesi. Se si parla di cifre a nove zeri, la difesa mette in campo i suoi conti per dimostrare che sui movimenti di danaro non c'è nulla da nascondere. Per cominciare, monsignor 'ardano riceve dall'istituto di sostentamento del clero una diaria di 3 milioni al mese, lo «stipendio» dell'arcivescovo per le sue esigenze personali. E al cardinale fa direttamente capo uno dei conti correnti attraverso i quali viene amministrato il fondo di 10 miliardi utilizzato per le esigenze della diocesi napoletana: spese correnti per la gestione ordinaria, stipendi e forniture, stanziamenti per la Facoltà di Teologia, borse di studio per i seminaristi. Nel conto di cui è titolare il cardinale Giordano in un'agenzia di Napoli della Banca di Roma sono depositati 800 milioni che vengono trimestralmente investiti in pronti contro termine, con l'accredita¬ mento dei relativi interessi. Ma lì finiscono anche le entrate che servono all'amministrazione della Facoltà di Teologia (45 milioni al mese), i fondi per le borse di studio dei seminaristi (375 milioni all'anno). Su un altro conto, aperto in un'agenzia della Banca Popolare di Napoli, confluiscono i fondi per le Opere di religione frutto di lasciti e legati per la celebrazione di Messe (100 mihoni annui). E proprio su questi due conti e sull'intera movimentazione finanziaria tra il '94 e il '97 la Finanza ha acquisito la documentazione custodita in Curia: 10 schede di registri. Ma la procura indaga anche su un conto acceso dal cardinale nell'agenzia del Banco di Napoli di Sant'Arcangelo di Potenza dove sono stati versati 400 mihoni. Da dove spuntano? La spiegazione ufficiale è inedita: un prestito concesso dallo Ior a monsignor Giordano che mise la somma a disposizione del fratello (attraverso un carnet di assegni firmati) per far fronte ai suoi debiti. Ma alla Finanza sono stati consegnati anche i documenti che riguardano sei assegni, per un importo complessivo di 400 milioni, versati dall'allora direttore delle Opere di religione, Aldo Palumbo, ai due nipoti del cardinale. I figli di Mario Lucio Giordano, per aiutare il padre in difficoltà economiche, proposero la vendita di un immobile di loro proprietà, accettando invece una sorta di prestito garantito da quell'appartamento. Nei registri consegnati ci sono anche le tracce degli assegni, per un totale di 200 milioni, che l'istituto delle Opere di religione ha versato agli stessi nipoti, uno architetto e uno costruttore, per consulenze e lavori. L'ultimo capitolo riguarda la cappella nella Curia realizzata dallo scultore Vincenzo Borriello. L'opera costò 300 mihoni «prelevati dal conto di Michele Giordano e provenienti da offerte». E tocca all'avvocato Enrico Tuccillo allontanare i sospetti che il cardinale possa aver detto una bugia. Nel febbraio scorso, infatti, so¬ stenne che i soldi dati al fratello servivano a ristrutturare la casa di famiglia a Sant'Arcangelo di Potenza (l'unico immobile di sua proprietà, si puntualizza in Curia), ora ha spiegato che il danaro fu offerto per ripianare i debiti di Mario Lucio. «Solo una confusione di date dice il legale - quando si diffuse la notizia dell'inchiesta, parlò della ristrutturazione, che era invece antecedente ai fatti». Mariella Cirillo I CONTI DELLA CURIA Cifra complessiva annua 10 miliardi amministrala dalla curia Conto corrente 800 milioni intestato a Giordano (trimestralmente investiti in «pronti contra termine») Stipendio cardinale 3 milioni al mese Entrate perfacolta 45 milioni al mese di teologia Fondi borse 375 milioni I'anno studio seminaristi Altro conto corrente per fondi 100 milioni l'anno legati a lasciti o messe
Persone citate: Aldo Palumbo, Enrico Tuccillo, Mario Lucio, Mario Lucio Giordano, Messe, Michele Giordano, Vincenzo Borriello
Luoghi citati: Napoli, Potenza, Sant'arcangelo
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