Mosca, i comunisti invitati nel governo
Mosca, i comunisti invitati nel governo Il Presidente indica nel primo ministro il suo successore alla guida del Cremlino nel 2000 Mosca, i comunisti invitati nel governo EEltsin cede mezzo scettro a Cemomyrdin MOSCA NOSTRO SERVIZIO Boris Eltsin, piegato dalla bufera economica e politica, cede di fatto lo scettro a Viktor Cemomyrdin, appena nominato nuovo premier russo. «Il motivo principale di questa scelta - ha detto ieri ai russi dagli schermi tv un Presidente cupo e stanco - è la continuità in vista delle elezioni del 2000». Zar Boris cede così parte del suo potere assoluto, mentre il suo erede designato sta formando un governo di coalizione destinato a salvare la Russia dal disastro. Il Presidente russo ha spiegato che, nella situazione di crisi, era necessario ricorrere a un «peso massimo». Eltsin non ha fatto praticamente nessun accenno alla gravità della situazione economica, concentrandosi invece sulle prossime Presidenziali, alle quali, secondo lui, «l'onestà e la solidità» di Cernomyrdin saranno decisive. In altre parole, dopo le ultime vicende il Presidente si è convinto - o si è fatto convincere - a non ricandidarsi nel 2000 e di scegliere un erede che possa accontentare i clan alla corte del Cremlino. Un'ipotesi che è stata confermata quasi ufficialmente dal portavoce presidenziale Serghej Jastrzhembskij, che ha sottolineato i «nuovi aspetti» della posizione di Eltsin sulle elezioni. Il nuovo premier - che negli ultimi mesi ha dichiarato pubblicamente le sue ambizioni presidenziali - ha fatto capire chiaramente che non sarà più il docile Cerno- myrdin che è stato licenziato da Eltsin senza protestare. E ha ottenuto da zar Boris carta bianca nella formazione del governo e la promessa di non interferire nella sua attività. Garanzie delle quali Viktor Cernomyrdin ha approffittato subito, convocando una riunione con i principali partiti presenti nella Duma. Le trattative con l'opposizione si sono concluse con un risultato clamoroso: il nuovo governo russo sarà un gabinetto di coalizione del quale entreranno a far parte anche i comunisti. Ma non si tratta solo di una mossa per facilitare a Cernomyrdin la conferma in carica da parte dei deputati. Il presidente della Duma Ghennadij Se- lezniov, comunista, ha annunciato ieri sera la preparazione di una sorta di patto tra le principali forze politiche e il Presidente. In base a questo documento Eltsin si impegnerebbe a «non toccare» il governo di coalizione e a cedergli parte dei suoi poteri. In altre parole, Eltsin è stato invitato a farsi da parte. Lo stato fisico e mentale del Presidente suscita da tempo grosse perplessità. Già da qualche mese negli ambienti politici e imprenditoriali era circolata l'idea di una sorta di governo d'emergenza che, unendo le principali forze del Paese, avrebbe dovuto garantire una transizione pacifica verso nuove elezioni se Eltsin venisse a manca- re per cause naturali o politiche. Secondo il leader comunista Ziuganov, Ieltsin si dimetterà nelle prossime settimane «per motivi di salute». In un caso del genere i poteri passano al premier, e un Cernomyrdin con in mano la «valigetta nucleare» non dispiace né alla maggioranza della Duma, né ai governatori, né - soprattutto - ai clan economici. Non a caso nei corridoi del palazzo del governo ieri è stato notato Boris Berezovskij, il magnate che aveva apertamente puntato su Cernomyrdin come l'unico candidato alla Presidenza in grado di garantire i privilegi degli «oligarchi», i banchieri che dominano l'economia. Il nuo¬ vo premier non ha deluso i suoi sponsor, annunciando come priorità il salvataggio delle banche, portate dalle ultime mosse del governo Kirienko sull'orlo della catastrofe. L'operato dell'ex governo è stato quasi cancellato. Cernomyrdin ha annunciato una «seria revisione» del suo programma anticrisi chiedendo alla Duma di sospenderne l'esame. E Alexandr Shokhin, il leader di «Nostra casa Russia», il partito che fa capo al premier, ha addirittura parlato di rivedere la decisione di Kirienko di svalutare il rublo. Una mossa che ovviamente non poteva tranquillizzare i mercati. Nell'incertezza il rublo ieri è ha subito un forte calo. E molti commentatori temono che Cemomyrdin sia in grado di garantire una parvenza di stabilità politica, ma possa portare al disastro finale l'economia. Il «nuovo corso» è già stato respinto da Serghej Kirienko e dall'ex vicepremier Boris Nemtsov, considerato per qualche tempo il delfino di Eltsin. Entrambi hanno declinato l'invito a entrare nel nuovo gabinetto. Un altro nome destinato, a quanto pare, a non riapparire, è quello di Anatolij Ciubais, un nemico giurato di Cernomyrdin e dei suoi amici «oligarchi». Restano invece quasi sicuramente i ministri della Difesa Sergheev, dell'Interno Stepashin, della Sicurezza Putin e l'inaffondabile capo della diplomazia russa, Evghenij Primakov. Anna Zafesova rdin LE CIFRE DELLA CRISI ss®! i n e - O a a i n l v. o n n PerZiuganovlozar è malato e darà le dimissioni nel giro di poche settimane Il nuovo premier ha ottenuto carta bianca nella scelta dei futuri ministri ti presidente Eltsin è apparso ieri molto affaticato Nella foto piccola il leader comunista Ziuganov
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