L'altro Boris, il burattinaio
L'altro Boris, il burattinaio L'altro Boris, il burattinaio Dietro le quinte, il banchiere Berezovskij MOSCA NOSTRO SERVIZIO Qualsiasi cosa succeda in Russia, si può star certi che dietro c'è lui: Boris Berezovskij, il diabolico uomo dietro le quinte, il burattinaio degli intrighi alla corte di Eltsin. Seguire i suoi movimenti significa avere i pronostici più affidabili per il futuro: la candidatura di Viktor Cernomyrdin aveva cominciato a circolare la settimana scorsa dopo che l'attuale premier ha incontrato l'ambiguo personaggio a Nizza. Ed è stato sempre lui, secondo fonti informate, a convincere la figlia di Eltsin, Tatiana - e, quindi, lo stesso Presidente - della necessità di riportare al potere il fedelissimo. A vedere questo 51 enne piccolo, dimesso, con la parlata rapida e le mani sempre in movimento, non si direbbe che sia uno degli uomini più ricchi della Russia e forse il più potente. E' un magnate vero e proprio: banche, giornali, petrolio, tv, vendita di automobili, una grossa partecipazione alla compagnia aerea di bandiera Aeroflot e tante, tante altre cose. Ma il suo vero potere è quella mente da gran maestro di scacchi politici che lo fa eleggere presidenti, nominare e licenziare premier, per non parlare di semplici ministri. E' stato Berezovskij, con la sua mente matematica (è membro dell'Accademia delle Scienze) e la sua capacità di persuasione a mettere insieme la squadra di banchieri che hanno finanziato e orga¬ nizzato la rielezione di uno Eltsin moribondo nel '96. Il miliardario è stato ricompensato diventando vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo. Licenziato dopo un anno, ha ottenuto quasi subito un altro posto chiave, quello di Segretario esecutivo della Comunità di Stati indipendenti, l'amorfa congregazione che ha sostituito l'ex Urss. Ora, dopo che è riuscito a piazzare il suo vecchio protetto Cernomyrdin al potere, punta a una poltrona ancora più importante: quella di primo vicepremier. Ma lo stesso Berezovskij smentisce: «Voci, voci». La sua passione è rimanere dietro le quinte. Dove - grazie all'amicizia con la figlia di Eltsin, Tatiana, che a quanto si dice è praticamente mantenuta dal magnate - si sente onnipotente. Un potere che, come dice qualcuno, sembra gli abbia dato alla testa. Qualche mese fa infatti Berezovskij ha annunciato che Eltsin «non era più eleggibile» e che lui, il creatore di presidenti, aveva intenzione di puntare su Cernomyrdin, l'unico in grado di garantire la «continuità», cioè la salvaguardia degli imperi come il suo, costruiti sulla corruzione e gli intrighi. E un mese fa la «Nezavisimaja Gazeta», di proprietà di Berezovskij, aveva proposto la formazione di un supergoverno di coalizione che dovrebbe raccogliere il potere dalle mani di uno Eltsin sempre più debole. Un piano che, a quanto pare, ha cominciato a realizzarsi. [a. z.l
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