Borse nervose nella «tempesta russa» di Ugo Bertone

Borse nervose nella «tempesta russa» Evitato il panico, prevale la prudenza. L'Asia scricchiola, l'Europa tiene, Wall Street in altalena Borse nervose nella «tempesta russa» Fischer (Fmi): è tutta colpa di Kohl e George Soros MILANO. Il mondo non è certo guarito, ma il collasso è stato evitato. Gli operatori più ottimisti o, più semplicemente, dai nervi più solidi possono consolarsi così, dopo il lunedì della paura. La tempesta russa, per ora, è stata tamponata. I listini europei hanno dimostrato una grande freddezza: pochi affari, a Milano solo 2200 miliardi, la metà, più o meno, di una giornata normale, variazioni modeste (lo 0,29% in più per Piazza Affari, poco meno, lo 0,16, a Parigi, rialzi sopra il punto percentuale a Londra e Francoforte), nessun isterismo. In Asia, alla discesa di Tokyo (oltre il 2% ma il Kabuto Cho non aveva vissuto il venerdì nero), ha fatto da contrappeso la ripresa di Hong Kong (il 4% abbondante) grazie agli acquisti di Stato voluti da Pechino per lanciare un segnale politico: lo yuan e il dollaro dell'ex colonia britannica non devono svalutare. Wall Street, infine: una partenza brillante, poi il prevalere graduale delle vendite che hanno influenzato i listi del Sud America e la chiusura in leggero rialzo (+0,38%). E qui i più pessimisti storcono il naso. E' vero che, almeno all'apparenza, i mercati hanno deciso di offrire a Cernomyrdin il beneficio della luna di miele, sperando che la vecchia volpe consenta almeno un po' di quiete, se non di stabilità, alla Russia. Ma i focolai di crisi sono sempre più numerosi: in Giappone il governo ha preferito scegliere la strada degli aiuti di Stato per evitare il fallimento della Long Term Credit Bank (750 miliardi di yen di crediti in sofferenza! e questo non è un bel segnale di novità. In Sud America, due Paesi almeno sono nel mirino: il Venezuela, vittima del calo del petrolio, il Messico (ieri nuo- vi ribassi) e il Brasile, dove la Borsa ha subito ieri perdite attorno al 2,5%. Non è un caso che l'unico listino europeo colpito ieri da perdite massicce sia stata la Borsa di Madrid, la più coinvolta dalle vicende latino americane. E, da Parigi a Milano, la speculazione è stata attenta a colpire le azioni più legate al Sud America: Comit e Parmalat in Italia (ma anche la Fiat è stata sotto tiro), Lagardère a Parigi. Non basta, insomma, esorcizzare il ribasso in arrivo da Mosca o da Tokyo. I punti di crisi potenziali sono tanti, troppi: il Sud America, la Cina o chissà che altro... Per ora, però, il bollettino della battaglia segnala anche mia vittoria. La Borsa di Mosca ha salutato, pur tra contrasti, l'esordio di Cernomyrdin con un franco rialzo (+5,6%), il primo da Ferragosto. E per ben due volte il mercato si è fermato per eccesso di rialzo: Gazprom, la prediletta del neo premier, il monopolio del gas che Kirienko voleva multare come contribuente infedele, ha festeggiato il ribaltone con un rialzo del 20%... Mosca tiene, Francoforte reagisce. Una partenza brillante, poi qualche incertezza dopo il discorso, ambiguo, di Eltsin. Ma la giornata si chiude comunque con un recupero: l'I,4%, assai meno del 5% abbondante perduto venerdì. Ma il panico, per ora, non è scoppiato. Anzi, ieri i veri problemi per la Borsa tedesca non li ha creati l'Est, ma la citazione di alcuni superstiti ebrei dei campi di sterminio che hanno citato in giudizio negli Usa il colosso chimico Degussa, accusato di aver prodotto nell'ultima guerra il famigerato Ziklon B, gas venefico usato dalle SS. Ma, accanto a queste note negative, per fortuna anche a Francoforte, come a Milano, ci sono i telefoni. Piovono gli acquisti su Veba, Mannesmann, Viag, i nuovi rivali di Deutsche Telekom mettono a segno rialzi superiori al 3%. E rispondono, in Italia, le Olivetti ( + 3,38), le Tim (+4,32), la stessa Telecom (+1,35). Non mancano, insomma, le occasioni per i buoni affari. Ma in tutto il mondo, ormai, i gestori guardano con maggior pru¬ denza ai fuochi d'artificio delle fusioni e delle concentrazioni, andando alla ricerca di maggior sicurezza; e così, le commesse in arrivo mettono le ali alla British Aerospace, membro di Airbus, mentre la City ha punito l'assalto di Emi alla Poligram. E' un buon momento solo per chi ha puntato sul reddito fisso, anche se ieri sia il Btp che il Bund che il T-Bond americano hanno segnato modesti ribassi. Prese di beneficio, commentano in coro gli specialisti, da parte di investitori soddisfatti che domani imbastiranno nuove trame. Sempre sul fronte delle obbligazioni, però. In Borsa, è meglio aspettare. Ugo Bertone 4 Mosca recupera (5,6%) Ora sotto tiro è l'America Latina che contagia Madrid Salvata in Giappone una grande finanziaria li cancelliere tedesco Helmut Kohl

Persone citate: Cernomyrdin, Eltsin, Fischer, George Soros, Helmut Kohl, Kirienko, Kohl, Long Term