Cure prima della nascita
Cure prima della nascita PATOLOGIE PRENATALI Cure prima della nascita Sul feto anche interventi chirurgici LA costante integrazione fra medicina e tecnologia permette di studiare accuratamente ogni momento della gravidanza, non solo per quanto riguarda le malformazioni iniziali del feto (esempio: sindrome di Down), ma anche per modificare e seguire l'evoluzione di eventuali patologie. Pensiamo al grave problema del parto prematuro. Grazie all'ecografia transvaginale, all'amniocentesi, alla flussimetria Doppler, allo studio delle cellule fetali e del tessuto placentare, ai nuovi sistemi di monitoraggio a ultrasuoni che consentono un esatto profilo dei movimenti fetali, attualmente è possibile fare una precisa valutazione delle condizioni materne e di quelle fetali, per guadagnare qualche giorno (oppure una o più settimane) di permanenza del feto nell'utero materno (che è sempre la miglior incubatrice). In questo modo il bambino completa la sua crescita e vengono ridotti i rischi che comportano le malattie neonatali. Questo è possibile per la gestosi, per la gravidanza multipla, per la rottura prematura delle membrane. Infatti se il parto avviene intorno alla 37a settimana, i problemi sono minimi. Se il parto avviene alla 23a settimana, la metà dei bambini ha la possibilità di sopravvivere, ma il 50 per cento di questi può manifestare dei disturbi più o meno evidenti. La percentuale dei possibili handicap si riduce del 10 per cento per ogni settimana che riusciamo a guadagnare prima del parto. In Italia la mortalità perinatale (che è la somma dei decessi in utero, più quelli dei neonati che vivono solo fino al 28° giorno) è scesa al 7-8 per mille (era al 15 per mille negli anni 80). Ci sono condizioni migliori soltanto in Scandinavia e in Giappone (4-5 per mille). Da noi, però, occorre potenziare l'informazione in alcune regioni sulle possibili gravidanze a rischio. Questi dati provengono dalla Società scientifica internazionale «The Fetus as a Patient», che ha presentato recenti ricerche all'Università di Cagliari. Le terapie che oggi si possono praticare al feto sono numerose: l'uso di cortisonici per stimolare la produzione di surfactante (la sostanza che consente agli alveoli polmonari di espandersi regolarmente, e quindi la respirazione); la somministrazione di antibiotici per impedire le infezioni del liquido amniotico; le immissioni di piastrine e di globuli rossi quando il feto si anemizza; i trapianti di midollo osseo nelle malattie genetiche che causa¬ no insufficienze immunologi che: i donatori di ossigeno (os sido nitrico) quando il feto de nuncia problemi di circolazione (una buona ossigenazione garantisce una crescita ottimale del feto: il problema aumenta quando anche la mamma soffre di malattie cardiovascolari). Attualmente molte gravidanze avvengono in donne di età avanzata, con un aumento dei problemi genetici e possibilità di aborti. La somministrazione di progesterone (l'ormone prodotto dalla placenta e dal corpo luteo) per via vaginale consente di portare a termine la gravidanza nei soggetti a rischio. Oggi è possibile eseguire anche interventi chirurgici sul feto (prelevato momentaneamente dall'utero) quando le tecniche diagnostiche accertano che le condizioni di vita sono impossibili. La maggior casistica mondiale è detenuta da M.R. Harrison dell'Università di San Francisco. Si eseguono interventi sulle ostruzioni dell'apparato urinario (quando la stenosi è grave e danneggia il rene), sull'idrocefalo (il sistema nervoso centrale viene compresso), sull'ernia diaframmatica e le malformazioni del mediastino (provocano danni polmonari), sulle ostruzioni del tratto aortico-polmonare, sul blocco dell'attività cardiaca. In futuro si perfezioneranno anche gli interventi con l'aiuto delle fibre ottiche (fetoscopia chirurgica: senza il prelievo dell'utero) con notevoli vantaggi per la mamma e per il bambino. Renzo Pollati Oggi è possibile seguire ogni momento della gravidanza In luturo si potrà perfino operare con l'ausilio di fibre ottiche
Persone citate: Renzo Pollati
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