Pigrizie bestiali
Pigrizie bestiali SOLO LUOGHI COMUNI Pigrizie bestiali L'ozio degli animali, una necessità PIÙ' spesso di quanto non si creda, gli studiosi prendono lucciole per lanterne. Così alcuni anni fa fece molto scalpore quella che allora sembrava una scoperta sensazionale. Gli animali passano la maggior parte del tempo a non far niente. «Essere pigri - diceva la zooioga Joan Herbers dell'Università del Vermont - è una caratteristica universale del mondo animale. Lungi dall'essere un difetto, la pigrizia è un comportamento perfettamente naturale». Guardate il leone, si diceva, il 75 per cento della sua giornata se ne sta sdraiato senza muoversi se non per sbadigliare o per leccarsi una zampa. E quel minuscolo colibrì, famoso come frenetico volatore, passa l'ottantadue per cento del tempo riposando. Il castoro che passa per un instancabile lavoratore, in effetti lavora soltanto cinque ore al giorno. L'ape, citata proverbialmente come esempio di operosità, trascorre la maggior parte del suo tempo nell'ozio più completo. Non parliamo poi del bradipo che dorme addirittura quindici ore al giorno. Sembrava insomma che il dolce far niente fosse la caratteristica più saliente del mondo animale. Ma ecco che arriva la smentita ufficiale. Si, è vero, quando vediamo un pitone immobile per giorni acciambellato su se stesso, abbiamo l'impressione che il suo organismo sia in assoluto riposo. In realtà il metabolismo di questa creatura immobile è in piena attività. Un'impressione sbagliata ce la danno anche i pulcini dei pinguini che se ne stanno immobili sul ghiaccio per settimane. Mark Chappel, un biologo dell'Università di California a Riverside, misurando in esperimenti di laboratorio il loro consumo energetico, ha potuto dimostrare che quei pulcini non sono affatto pigri come sembrano. In generale, il consumo di ossigeno è direttamente proporzionale al ritmo metabolico. Maggiore è la domanda delle cellule, più ossigeno è necessario per bruciare glucosio e produrre energia. Quando sono a stomaco vuoto, i pulcini hanno un ritmo metabolico di un millilitro di ossigeno per grammo di peso corporeo all'ora. Ma dopo il pasto - cosa sorprendente - il ritmo metabolico si raddoppia. Cosa che non avviene di solito tra gli animali a sangue caldo. A riposo, l'uomo ha un ritmo metabolico di circa 0,3 millilitri di ossigeno per grammo all'ora. Quando cammina, questo ritmo si raddoppia. Sicché potremmo dire che il metabolismo di un pulcino di pinguino in digestione equivale all'incirca a quello di un uomo che cammini a passo veloce. L'uomo che cammina spende energia soprattutto per far muovere i muscoli. Nel caso del pulcino invece l'energia viene spesa per digerire una dieta altamente proteica, cioè non solo per muovere il cibo attraverso il tubo digerente, ma anche per produrre gli enzimi che lo demoliscono chimicamente, per pompare le molecole risultanti nelle cellule del tubo digerente, per ricomporre le proteine con gli aminoacidi ricavati dal cibo, in parole povere per digerire. Ci si può chiedere perché i pulcini spendono tanta energia in questa attività. La risposta è ovvia. Perché il loro principale obiettivo è quello di crescere il più presto possibile. Ci sono in agguato i temibili skua, che sono i loro più feroci predatori. Un pulcino debole, che non mangi a sufficienza, diventa facilmente preda di questi uccelli voraci. Consumare energia per crescere diventa quindi fondamentale per la sopravvivenza. L'energia consumata nel movimento non si converte in massa corporea. Ecco perché i pulcini dei pinguini non sprecano energia camminando. Saggiamente se ne stanno immobili, concentrando tutta la loro energia nel processo della crescita. Esempio ancora più impressionante di quanto un ani¬ male possa lavorare, stando apparentemente in ozio, ce lo dà il pitone. Nel suo laboratorio all'Università di California a Los Angeles, Stephen Secor ha misurato il ritmo del consumo di ossigeno in giovani pitoni della specie Python molurus (Pitone delle rocce indiano), sia mentre digerivano il pasto, sia durante il digiuno. Più questi giovani serpenti mangiavano, più si accelerava il loro metabolismo. E quando uno di loro si mangiò un pasto pantagruelico formato da cinque ratti (equivalenti all'incirca al suo peso corporeo) il suo metabolismo salì alle stelle. Aumentò di ben quarantaquattro volte in meno di un giorno. L'unico animale in cui si verifica un aumento paragonabile del ritmo metabolico è il cavallo puro sangue quando si lancia al galoppo. Questi adattamenti metabolici riguardano specialmen¬ te animali che tendono agguati alle prede, quando queste sono piuttosto rare. Per quanto riguarda il pitone ad esempio, possono passare mesi tra un pasto e l'altro. Di conseguenza per lui rimanere immobile e non sprecare energia diventa questione di vita o di morte. Nella foresta pluviale vivono fianco a fianco animali a bassa e ad alta energia. Si vedono spesso scimmie urlatrici appese immobili ai rami, mentre scimmie cappuccine se la spassano passando da un ramo all'altro e rimpinzandosi di frutta. Come ha rivelato Kenneth Glander, che ha studiato i primati del Nuovo Mondo per una trentina d'anni, le piccole leggere cappuccine sono avvantaggiate rispetto alle scimmie urlatrici che pesano almeno il doppio di loro. Le cappuccine infatti non hanno nessuna difficoltà a digerire i carboidrati contenuti nei frutti e se ne possono fare scorpacciate. Di conseguenza alle urlatrici rimangono soltanto le foglie, assai più difficili da digerire per via della cellulosa. C'è inoltre da tener presente che, per proteggersi dall'assalto degli insetti, molte foglie contengono potenti tossme. Per neutralizzarle ci vuole una buona dose di energia. E' naturale quindi che le scimmie urlatrici cerchino di non sprecare neppure la minima quantità di energia nel movimento e se ne stiano immobili per ore, tutte intente alla loro laboriosa digestione. Abbiamo quindi l'errata impressione che gli animali se ne stiano in ozio, mentre in realtà il loro organismo lavora a pieno ritmo proprio perché solo in questo modo riesce a sopravvivere. Pensiamoci bene, dunque, prima di tacciare gli animali di pigrizia. Il più delle volte sono pigri soltanto ni apparenza. Isabella Lattes Coifmann A destra tre leoncini in attesa della pappa e il poderoso sbadiglio di un leone Anche per i grandi felini l'ozio è apparente e spesso significa solo che stanno digerendo qualche grossa preda I piccoli pinguini stanno immobili perché concentrano le loro energie nella crescita Se un pitone sta acciambellato per giorni, è perché il suo metabolismo sta lavorando
Persone citate: Isabella Lattes Coifmann, Joan Herbers, Kenneth Glander, Mark Chappel, Stephen Secor
Luoghi citati: Los Angeles, Riverside
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