ASPETTANDO TOGLIATTI DUE DELITTI IN PROVINCIA di Sergio Pent

ASPETTANDO TOGLIATTI DUE DELITTI IN PROVINCIA ASPETTANDO TOGLIATTI DUE DELITTI IN PROVINCIA IAMO tutti figli e nipoti dei compromessi, dei voltagabbana e del cambio di camicia ad ogni mutar di vento. Oggi la faccia tosta arriva alla pubblica autorinnegazione nell'arco di una stessa intervista, un tempo si seguiva forse con più coraggio il flusso «storico» degli eventi, per poi saltare il fosso. La democrazia nata sulle ceneri dell'ultima l ftt di 'itll lltti di i l crazia nata sulle ceneri dellultima guerra fu comunque il frutto di un'interpellanza collettiva di coscienze allo sbando, incerte - o timorose - tra opposizione rossa, il «tirrem innanz» nonostante il crollo del fascio e bianche lenzuola di speranza all'orizzonte. Nel tempo agitato delle decisioni le vite riprendevano sulle macerie, cercando capri espiatori per tutte le l l i p p pvariabili della colpa. Qualcuno si fece ricco sulle disgrazie della massa. Spesso si tace sui bassifondi di sopravvivenza dei periodi critici dei conflitti bellici, ma sono quelli che celano - al di là delle controversie ufficiali - il maggior numero di umane meschinità, senza divisa o colore. Dopo il bell'esordio con L'inverno dei mongoli, Edoardo Angelino torna a percorrere le pieghe della Storia oltre la prima linea, calandosi nel subbuglio della ricostruzione. Siamo nel marzo del '48, in una cittadina del basso Piemonte si attende con ansia un «pericoloso» comi¬ zio di Togliatti. Tra comunisti cannibali e speranze biancogigliate con reciproci riciclaggi di camicie nere stinte dalla guerra partigiana, si verifica un fattaccio che di politico potrebbe avere il movente: Rossi Cesare, capotreno fetente e ancor convinto fascista, è trovato ucciso presso un binario morto dello scalo ferroviario. Ad occuparsi del caso il coinmissario Pietro Contini - già protagonista, fascista in via di pentimento, del romanzo precedente e il bonario, maigrettiano maresciallo Pautasso. Il defunto Rossi aveva litigato di brutto con tre ferrovieri comunisti, la mattina prima di essere ammazzato, ma da lì all'omicidio ne corre, e sorgono seri dubbi. I tre vengono comunque fermati, suscitando un vespaio di proteste pubbliche da parte dei compagni di partito, in un momento delicato in cui le ossa della democra¬ zia sono ancora fragili e il colore rosso è visto come un pericolo di dimensioni globali. Tra barbera e salame, acciughe al verde e agnolotti, Contini e Pautasso cercano di risolvere il caso: cinque giorni preziosi prima dell'arrivo di Togliatti. Emergono dal buio ladruncoli di guerra, riciclatori di denaro, opportunisti che si sono riempiti le tasche con la borsa nera: quando il povero Lingèr, ladro matricolato, fa la stessa fine di Rossi, qualcosa comincia a quadrare. Nel frattempo Contini intesse la sua storia d'affetti infreddoliti con Itala, la «rossa» maestrina figlia della sua padrona di casa, mentre le minacce di spedirlo in Sardegna piovono da più parti: tutti, ancora, temono tutti. Poi il caso è risolto al meglio, anche se rimane la sensazione che molti delitti, oltre che molte bombe, siano rimasti sepolti sotto la coltre del passato. Qualcosa è emerso, tutto il resto fa Storia, antologizzata o archiviata. L'atmosfera dei tempi provvisori è resa con efficacia da Angelino, che padroneggia le sue trame senza cedimenti, in un incalzare di fatti e di dialoghi e di aneddoti in grado di ricostruire al meglio le scenografie degli eventi. Ancora una volta il giallo trova le sue ideali coordinate per riflettere i ritmi sociali, tra caratteri scolpiti e ideologie abbozzate nei solchi della trama. E Contini diventa personaggio vero, in prò gressione, dalle parti dei protagonisti seriali di casa nostra, i De Luca, i Montalbano, che stanno giustamente accattivandosi la fiducia dei lettori, i quali - ormai s'è capito sanno anche farsi avanti quando fiutano una bella storia. Sergio Pent BINARIO MORTO Edoardo Angelino Besa pp. 160 L. 24.000

Luoghi citati: Piemonte, Sardegna