L'autobiogfafia cela l'artista

L'autobiogfafia cela l'artista OLTRE CONFINE L'autobiogfafia cela l'artista Hi0 rinviato, fino dopo la quarantina abbondante, la lettura della vita di Cellini. Forse, quando si è giovani, si è troppo assorbiti da se stessi per leggere le I vite altrui con nvmte sgombra: perché lui e non io? La biografia o autobiografia di un artista è in ogni caso un genere particolare: la leggiamo per arrivare dall'opera all'uomo. Nelle vite letterarie, con tutti i sotterfugi e le illusioni che le segnano (immaginate un'autobiografia di Joyce, Kafka o Nabokov!), per lo meno c'è uno scrittore onnipresente, onnisciente, che si reinventa. Ma in un dipinto o in una composizione non c'è nessun «autore»: soltanto la «traccia di un'attività», come direbbe Hubert Damisch. Guardando i picchi di questo genere letterario, la Vita di Cellini è la storia di un furfante, dove la riflessione sull'arte è L'a scarsa e manca di introspezione. IMémoires di Berlioz sono il racconto brillante di una vita nella musica. E il Journal di Delacroix? Per un presunto «romantico», l'atmosfera è molto fredda. Delacroix sta fuori e guarda dentro. Veniamo a conoscere che cosa pensa, legge, fa, chi incontra; ci offre analisi moraleggianti; è pieno di giudizi brillanti su pittori, scrittori e musicisti. Ma l'uomo interiore ci sfugge, come sembra essere sfuggito al pittore stesso. «Io sono un uomo», scrive quan¬ sta do muore Géricault. «Ma che cos'è questo "Io"? Che cos'è un uomo?». Quella, ovviamente, è la domanda più grande e ho il sospetto che il Journal dovrebbe essere letto come una sorta di Bildung, un'educazione artistica, con la stessa devota attenzione riservata a The Education of 'Henry Adams, la più grande di tutte le vite ((letterarie». Questo, sembra dire Delacroix, è ciò che un artista dovrebbe conoscere: per essere «grande». Naturalmente tutti gli elementi dell'istruzione così visibili nel JournaZ spariscono nei suoi dipinti, dove spiccano colore, forma e movimento. Se ne potrebbe dedurre che è la scomparsa del sé (quel sé così elaborato nell'autobiografia) che consente la grande arte? Senza solipsismi? KeithBotsford 99 Gli esempi più celebri, da Celimi a Delacroix: si limitano a raccontare fatti, persone, pensieri Ma la loro grandezza, la loro verità, vanno cercate sola nell'opera, dove sparisce «il sé»

Persone citate: Berlioz, Cellini, Delacroix, Henry Adams, Hubert Damisch, Kafka, Nabokov