Vola un pallone pieno di veleni

Vola un pallone pieno di veleni Il calcio italiano verso un'altra stagione calda non soltanto sul campo Vola un pallone pieno di veleni Dal sorteggio ai farmaci, a tanti sospetti Si marcia in ordine sparso, e a nervi scoperti, verso una stagione non meno turbolenta dell'ultima. Il calcio che ha scoperto la Borsa e il doping, rischia di smarrire il cuore, ammesso che non l'abbia già sacrificato. Venti di guerra fischiano sulle squadre al lavoro, arroventandone i riti propiziatori. Come se non bastassero i veleni arbitrali riciclati dal più discusso degli scudetti, ecco, fresco fresco, il pandemonio farmaceutico suscitato dalla denuncia di Zeman. Che di mezzo ci sia sempre la Juventus, è una coincidenza che ognuno può spiegare come meglio crede, dall'invidia all'impunità. Se in pentola bolle un sorteggio arbitrale mai così «selvaggio», dietro l'angolo si agita lo spettro di una Superlega per ricchi, che l'Unione Europea blandisce voluttuosamente pur di incrinare i privilegi totalizzanti dell'Uefa. Si gioca su diversi tavoli, e nessuno vuole perdere. E' stato sempre così, ma oggi lo è di più, posto che persino i meriti sportivi vengono subordinati ai diritti televisivi, nel tentativo, perverso, di privilegiare sempre e comunque i club che garantiscono audience, indipendentemente dal fieno accumulato in classifica. Il progetto allo studio e le pressioni esercitate in giugno per riportare il Milan in Coppa Uefa, ne costituiscono allucinanti testimonianze. Adeguarsi alla nuova Europa è doveroso e ineluttabile: a patto, però, di non calpestare i valori che, liberamente, ci siamo scelti, Guai se i campionati venissero declassati a banali «spalle». I rigori di Francia-Italia sono stati rimossi dall'incalzare degli eventi, e che la Nazionale di Dino Zoff si appresti ad accendere i motori è un evento che le grandi società vivono con fastidio, protese come sono a rincorrersi di rodeo in rodeo. Juventus e Roma sono già ai ferri corti. Carraro, che non apprezzava i metodi del designatore Baldas, non gradisce neppure l'approccio di Sergio Gonella. Se ne faccia una ragione. Fra gli arbitri, c'è confusione sull'applicazione del fuorigioco (nostalgia di Casarin: nel dubbio, non sbandierate) e in materia di gol fantasma nulla è stato fatto, a cominciare da Fifa e Uefa: altro che sensori elettronici, si continua a navigare a" vista. Il sorteggio è un obbrobrioso strumento che, in teoria, dovrebbe diradare le nebbie del sospetto, ma che, in pratica, non sposta di molto i termini del problema: l'esigenza di equilibrio, trasparenza e uni¬ formità di giudizio in campo, non tanto al momento della designazione. Anche noi ci siamo arresi, nella speranza di poterne ricavare, se non altro, una distribuzione più casuale degli inevitabili errori. Juventus, Inter, Parma, Mi¬ lan, Lazio, Boma, Fiorentina: sono almeno sette le squadre che lotteranno per lo scudetto. Moviole e contro-moviole, prove e provette ne scorteranno il ringhioso incedere. Prendersela con la debolezza di Nizzola sta diventando lo sport più popola¬ re. Essere debole non significa essere disonesto. Essere forte non significa essere onesto. Diamoci una calmata. E in attesa che le molteplici inchieste aperte sul fronte del doping approdino a qualcosa di concreto, se mai vi approderanno, recu- 1 periamo un minimo di spirito sportivo. Da anni il calcio non è più un gioco: avanti di questo passo, non sarà più nemmeno uno spettacolo. Sarà un grumo di affari e di livori. Roberto Beccantini LA NUOVA Il calcio italiano attraversa un momento difficile che rende duro il lavoro del presidente Nizzola (a lato) LIPPI-CAPEILO JANNI DI DOMINIO Soltanto due squadre, e soltanto due allenatori, hanno vinto lo scudetto nelle ultime sette stagioni: il Milan e la Juventus, Fabio Capello e Marcello Lippi. Quattro a tre. Questa la sequenza: 1992, 1993, 1994: Milan 1995:Juventus 1996: Milan 1997 e 1998:Juventus ■ . ■ Intanto in Europa si comincia a litigare per un torneo d'elite in nome di diritti tv e affari miliardari: l'Uefa in difficoltà La denuncia di Zeman ha reso arroventato un clima già teso Anche il fuorigioco diventa un problema e motivo di spaccatura

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