Lambruschini getta l'oro nelle siepi

Lambruschini getta l'oro nelle siepi Sipario sugli Europei: l'argento del toscano è la 100a medaglia italiana nella storia dei campionati Lambruschini getta l'oro nelle siepi Trascura lo sconosciuto Kallabis che fugge subito e trionfa una volata che l'azzurro risolveva a proprio favore a 150 metri dal traguardo («Nel finale, però ero proprio allo stremo, non avevo altre energie»). Poi, ripreso fiato, Kip-Lambruschini ha filosofeggiato: «Agli Europei avevo vinto il bronzo a Spalato e l'oro a Helsinki: mi mancava l'argento. E purtroppo ho avuto anche un segno premonitore prima del via quando, guardandomi le scarpe, ho visto una fibbia d'argento: mi son detto "vuoi vedere che...", ed è finita proprio così. Certo, provo dispiacere perché questa, a 33 anni, era l'ultima volta che potevo vincere. Ai prossimi Europei non ci sarò più, mentre a Mondiali e Olimpiadi nei prossimi due anni cercherò di esserci, ma non credo di poter più sperare di battere i keniani». Comunque, è giusto rendere omaggio a questo grandissimo campione dell'atletica italiana ed è giusto farlo oggi che ha una medaglia al collo, e non il giorno in cui si ritirerà davvero. L'impresa di giornata è stata quella di Diego Fortuna, miglioratosi nel disco di 60 cm e ora quinto italiano di sempre, ma primo ad aver ottenuto una misura di rilievo (64,26) in una gara internazionale di prestigio. La sua serie di lanci merita la citazione: 61,94, 62,86, 63,19, 62,37, 64,26, nullo. Anche perché dei molti lanciatori presenti, ben pochi sono quelli ad aver legittimato la loro presenza a questi Europei. Alla vigilia credevamo, invece, che Andrea Longo potesse regalare una medaglia al malandato mezzofondo azzurro. Non c'è riuscito in una gara strana, in cui Kipketer, sentendosi non al meglio, ha cercato di spaventare tutti andando subito in testa a tirare, da forsennato, come nei giorni migliori. Ma ai 650 metri ha dato segni di cedimento, proprio quando Longo, fino a quel momento perfetto, stava affiancandolo: tra i due si è però inserito il tedesco Schumann, magari sgomitando un pochino. Fatto sta che l'azzurro ha perso il passo e il rettilineo finale è diventato un calvario. Ma altrettanto è accaduto a Kipketer che ha rinunciato a lottare finendo al passo. Ultimo atto dei campionati è stata la 4x400, con legittimo rimpianto per un bronzo sfuggito per un'inezia (la Francia che era davanti è stata squalificata) e quindi maggior dispiacere per l'assenza dell'infortunato Mori, la cui presenza avrebbe potuto contribuire a conquistare quella decima medaglia che manca al bilancio dell'Italia. Giorgio Barberis Delude Longo, soltanto settimo in un folle 800 vinto a sorpresa dal tedesco Schumann con il primatista mondiale Kipketer finito ultimo Trascinata da Saber, la 4 x 400 sfiora il podio Il tedesco Schumann, oro a sorpresa degli 800, tra i due grandi delusi della gara: Andrea Longo e il primatista mondiale Kipketer A lato, il norvegese Svenoy (bronzo) e l'azzurro Lambruschini (argento) impegnati nel passaggio di una barriera nella finale dei 3000 siepi. Il toscano ha ammesso di aver trascurato il tedesco andato subito in fuga: «Non lo conoscevo proprio» BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO Il «nandi» di Fucecchio, KipLambruschini, cede il suo scettro di keniano d'Europa delle siepi. Lo fa in maniera imprevista, per aver colpevolmente sottovalutato - lui e gli altri - l'allungo del tedesco Kallabis che, dopo 1100 metri, se ne andato mettendo in atto una tattica simile a quella che, 12 anni fa a Stoccarda, aveva fruttato l'argento a Panetta. E d'argento è la medaglia che alla fine ha vinto Lambruschini, probabilmente l'ultima di un'eccellente carriera, in una giornata che ha dato all'Italia anche il bronzo di Maura Viceconte nella maratona, il quarto posto della 4 x 400 maschile, un eccellente quinto posto di Diego Fortuna nel disco, ma anche la delusione di vedere LongoD'Artegnan lontano dal podio degli 800, battutissimo insieme - e questa è la grande sorpresa al campione e primatista del mondo Wilson Kipketer. La medaglia di Lambruschini è la centesima (31 ori, 36 argenti e 33 bronzi) conquistata dall'Italia nelle 17 edizioni dei campionati europei. Il successo avrebbe permesso di festeggiare meglio l'avvenimento, ma per arrivarci sarebbe stato meglio che i tre finalisti italiani coordinassero la loro tattica, tanto più che il Carosi visto in batteria (e ritiratosi in finale) avrebbe quanto meno potuto sacrificarsi alla causa comune, dettando inizialmente il ritmo per favorire i due compagni (Di Pardo, oltre a Lambruschini) più in forma di lui. Niente di tutto ciò è accaduto e sono stati allora i tedeschi a prendere la situazione in mano prima mandando avanti Green, quindi lanciando quel Kallabis che non compariva tra i primi dieci delle liste stagionali europee e non avrebbe dovuto essere considerato più di tanto, visto che la specialità quest'anno è esclusa dal Grand Prix ed è stata quindi trascurata dagli organizzatori dei meeting o, al più, tenuta come passerella per gli specialisti keniani. «Questo tedesco non sapevo chi fosse - ha confessato Lambruschini - e pensavo sarebbe crollato nel finale». Invece Kallabis ha tenuto bene e si è permesso di cadere all'uscita della fossa («Ho cercato di passare come fanno i keniani, senza toccare il legno», ha poi confessato) senza compromettere il proprio successo. Dietro, Di Pardo (poi comunque buon quinto) cedeva scoprendo quanto chi gli pronosticava una medaglia avesse ecceduto in ottimismo, mentre Lambruschini e Svenoy, il temuto norvegese, davano vita a BUDAPEST '98 A T L É T I K A I EUROPA-BAJNOKSÀG