Domenica di successi azzurri in tanti sport mentre il grande calcio si appresta a irrompere sulla scena di Marco Ansaldo

Domenica di successi azzurri in tanti sport mentre il grande calcio si appresta a irrompere sulla scena Domenica di successi azzurri in tanti sport mentre il grande calcio si appresta a irrompere sulla scena Biaggi torna re del Mondiale L'atletica chiude con 2 medaglie Mi ENTRE milioni di ruote percorrevano a passo d'uomo le autostrade intasatissime, nello sport italiano le ruote hanno girato forte nella domenica del Grande Rientro: tra i ciclisti, Bartoli si è imposto nella volata del gran premio della Svizzera; nei motori, Chiodi ha vinto il mondiale di motocross mentre Biaggi e Melandri hanno dominato la domenica nel motociclismo. Anche senza il grande calcio (perché non si può definire tale il primo turno della Coppa Italia) c'è stato da divertirsi e pure gli Europei di atletica hanno offerto emozioni, sebbene questo sport in Italia sia in gravissima crisi di vocazioni. I «media» non l'hanno ancora percepito con chiarezza, per quello scollamento che esiste tra cosa i giornali credono che sia importante e quello che invece piace alla gente, ma lo sport delle moto oggi ha più vitalità degli spazi che conquista. Ci sono i personaggi e c'è lo show. L'impennata di Biaggi dopo il successo nelle 500 è altamente diseducativa per i nostri figli cui predichiamo prudenza sui «cinquantini» ma è una prodezza che fa spettacolo quanto un grande gol. Biaggi ha un fiuto straordinario per la comunicazione. Ha capito che per fare i miliardi in uno sport che parte ad handicap rispetto al calcio e alla Formula 1 bisogna riproporre il binomio donne e motori, perciò segue lo schema con la precisione con cui disegna le traiettorie: è il primo italiano in testa al mondiale delle 500 dai tempi di Uncini (era l'82) e si accompagna, lui che è piccolo e bruttino, a bellezze da mozzare il fiato. Pare che la presenza di Anna Falchi ai box sia stata una trovata dello sponsor, un Carosello per bambini cresciuti. Però ha avuto successo. La signorina ha recitato la parte meglio che nei suoi film: ha risposto con soavi banalità alle troppe domande di chi doveva commentare la corsa alla tv, ha seguito le prove e la gara dai box commuovendosi fino alle lacrime e si è fatta scarrozzare in motoretta, come una fidanzata, sebbene dormisse in albergo, lontanissima dal motorhome dove riposava il suo centaurino. Insomma ha insinuato in tutti la domanda «ci è o ci fa?», che sui giornali scandalistici funziona sempre. Tra le curve di Biaggi, di Melandri e della Falchi l'italiano medio si è convinto che un pomeriggio a guardare le moto non è tempo buttato a seguire uno spettacolo minore. Le moto danno emozione; Chiedetelo a Bartoli che mentre sfrecciava verso la risicatissima volata di Zurigo s'è visto tagliare la stra E Bartoli, vincendo a Zurigo, ha in mano la Coppa del Mondo Biaggi (a lato) sul podio della 500 e Bartoli (sopra) vincitore a Zurigo Per Lambruschini (a destra) argento nei 3000 siepi vinti da Kallabis (in primo piano) da da un imbecille con la motoretta che accompagnava l'ingresso in pista del gruppo inseguitore. Per una questione di decimi di secondo si è evitata la strage. Si parla, a ragione, del doping che inquina il ciclismo. Neanche un cenno invece a quanto siano inquinanti gli organizzatori. La fortuna comunque ha evitato a Bartoli l'effettoPantani, i due restano legati soltanto dai successi di stagione: il toscano infatti è ormai il vincitore della Coppa del Mondo. Tra le corse a tappe e quelle in linea la stagione degli italiani è stata sensazionale a tal punto da suggerire che o siamo più bravi e più furbi nelle «bombe» (ma i test non lo dicono) o gli stranieri, ora che sono costretti a stare attenti all'antidoping, dùnostrano quanto valgono veramente. Una teoria che qualcuno accreditava per spiegare il successo dei club italiani nelle Coppe europee di calcio. «Da quando c'è l'antidoping com'è che inglesi, tedeschi e olandesi vincono meno?» s'è chiesto spesso Fabio Capello. Ora sono gli inglesi, i tedeschi e gli olandesi che si chiedono se non siano i nostri giovanotti a gonfiarsi di più. Ma la commissione antidoping del Coni ha già avvertito che in settimana chiuderà l'inchiesta perché non c'è nulla di irregolare nei farmaci che si consumano nel calcio. Chi ne dubitava? Marco Ansaldo

Luoghi citati: Italia, Svizzera, Zurigo