I valdesi con Caselli «Pregate per i giudici»
I valdesi con Caselli «Pregate per i giudici» Torre Pellice, aperto il Sinodo I valdesi hanno da ieri sei nuovi pastori consacrati a Torre Pellice I valdesi con Caselli «Pregate per i giudici» E il pastore Bouchard invita i fedeli a non cadere nelVautocelebrazione TORRE PELLICE. Ai fedeli radunati nel solenne rito di apertura del Sinodo il pastore Giorgio Bouchard rivolge l'invito di pregare per i giudici, per quei magistrati che sono in prima linea a lottare tra incomprensioni e veleni. Una preghiera in particolare per il giudice Giancarlo Caselli che rischia la propria vita sotto la minaccia della mafia. Va ricordato che non sono pochi i magistrati di fede protestante in Italia, a cominciare dal vice presidente del Sinodo, Franco Becchino, metodista, già presidente della Corte d'Appello di Savona: l'invito quindi non poteva che essere accolto con attenzione. Ma non è l'unica novità che il pastore Bouchard introduce nel suo sermone a commento del culto che ha visto la consacrazione di sei nuovi pastori. La più rilevante ha un risvolto fortemente teologico ed ecumenico e prende spunto da un passo della lettera di Paolo ai Filippesi, laddove l'apostolo invita a non fondare la propria fede sulla tradizione: «Ciò per cui Paolo si batte non si fonda su una tradizione. Certo, egli proviene da una grande tradizione: è ebreo, correttamente educato, intransigente come i Farisei ma per lui tutte queste cose sono ormai "spazzatura" da dimenticare». In questo senso la Chiesa valdese non dev'essere quella di Pietro Valdo ma la Chiesa di Gesù Cristo: «0 sarà questo o non sarà». Si sa quanto i protestanti in genere sono orgogliosi della tradizione, di quei traumatico avvento che si chiama Riforma e che ha inciso nella storia del cristianesimo una ferita ancora Gian Carlo Ca Gian Carlo Caselli lli aperta e dolorosa: per cui le parole del pastore valdese pronunciate ieri suonano in un certo senso ardite. Il monito a non ripiegarsi sull'autocelebrazione e a non indulgere sulla memoria seppure nobile ma a guardare avanti, non può che inserirsi in una vocazione ecumenica: che è poi la vocazione di tutti ad accogliere lo Spirito. Una fede attiva e non statica dunque: e qui ha citato a proposito di come si può vivere la nuova vita cristiana, il movimento Pentecostale, (che prolifera in tutto il mondo, in parallelo al movimento dei Carismatici): «un movimento ricco di fermenti spirituali, morali ed ecumenici». Ancora un passo significativo del sermone: «Sigmund Freud in riferimento alla nostra fede si è permesso di parlare dell'avvenire di un'illusione. In realtà il nostro secolo è stato pieno di illusioni senza avvenire: le stiamo seppellendo una ad una». E per non cadere nella trappola delle illusioni occorre essere attivi nello Spirito e «dentro» la vita quotidiana, ai suoi problemi, alle sue inquietudini. Come esempio di impegno Bouchard ha ricordato la medaglia d'oro della Resistenza a Guglielmo Jervis «che ha saputo vivere per l'Evangelo e morire per la giustizia e per la libertà». Quella libertà che è costata fatica al popolo valdese: per questo suona particolarmente solenne quest'anno la ricorrenza del 150° anniversario delle «Lettere Patenti» con cui Carlo Alberto il 17 febbraio 1848 concedeva ai fedeli di Valdo le libertà civili. Oggi il via ai veri e propri lavori dell'assemblea, [p. p. b.]
Luoghi citati: Italia, Savona, Torre Pellice
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