Calabroni, un'estate da record di Marco Accossato

Calabroni, un'estate da record Ogni giorno 60 richieste di aiuto: una puntura può avere conseguenze molto gravi Calabroni, un'estate da record E due vigili delfuoco finiscono in ospedale Il primo allarme arriva alle 18,05 alla centrale dei vigili del fuoco: «Ivrea, strada Torino 251». Alle 18,21 nuova richiesta di aiuto: «Avigliana, via Nicol 4». Ore 18,26: «San Francesco al Campo, via Torino 58». E via così, senza tregua fino all'una di notte: Rivoli, Druento, Pecetto, Leinì, Avigliana. E poi: Brandizz'o, Torino, Pralormo, Cesana, Roletto, Settimo, Trana. Nella sede centrale e nei distaccamenti provinciali dei vigili del fuoco, in questi giorni, è mobilitazione generale per la caccia ai calabroni e alle vespe che hanno fatto i loro nidi nelle case. «Il pericolo e il tormento tipico dell'estate - sostengono i pompieri -, Ma quest'anno la situazione è più allarmante». Le richieste di aiuto sono in media 60 al giorno. Un record: un viavai ininterrotto dei mezzi del 115, fra la preoccupazione di chi si vede improvvisamente la casa trasformata in nido e il telefono della centrale sempre rovente: «Presto, venite», «Sono in camera dei miei figli», «Credo abbiano un nido enorme nel sottotetto», «Nella canna fumaria, sono nella canna fumaria». Un pericolo, quest'invasione di vespidi, non solo per chi abita l'alloggio infestato, ma anche per gli stessi vigili del fuoco che devono intervenire: malgrado le speciali tute protettive in dotazione (con maschera e guanti), venerdì e sabato due volontari di Giaveno e Caselle sono finiti in ospedale per esser stati punti dai calabroni che volevano sterminare. Walter Picco, 35 anni, è rimasto una notte in osservazione per choc anafilattico, mentre Massimo Casellari, di 29 anni, è stato trasportato al Giovanni Bosco da Leinì, dove stava effettuando una bonifica in strada Settimo. Angelo Venuti è il capo della sala operativa del 115, in corso Regina Margherita: «Basta un foro in una parete di casa, fra le tapparelle o nel sottotetto: vespe e calabroni s'infilano e fanno casa ovunque. Pure nella grondaia. E giorno dopo giorno le dimensioni del nido aumentano». Inutile, in genere, una sola bonifica per risolvere definitivamente il problema: «Questi insetti tendono a rifugiarsi nello stesso posto, l'anno successivo». Sono l'Alto Canavese e l'Eporediese le zone più a rischio, quest'estate. Poi Pecetto, da dove negli anni passati le telefonate al 115 erano pochissime. Città o campagna, piani alti o piani bassi, condomìni o ville isolate nel verde: «Vespe e calabroni non fanno distinzione sottolineano i pompieri -. La nostra strategia d'intervento, invece, dipende dalle dimensioni del nido. I calabroni, più aggressivi, fanno favi più grossi: abbiamo trovato cassonetti delle tapparelle completamente pieni, o sottotetti con favi di un metro e mezzo di diametro». Le armi dei pompieri sono il "Baygon", o il cemento a pronta presa per chiudere il foro d'ingresso e intrappolare vive le prede, Vigili del fuoco al lavoro per distruggere un nido di calabroni e Massimo Caseilati, 29 anni, uno dei feriti fino agli estintori caricati ad anidride carbonica: «Rimedio, quest'ultimo, per distruggere i nidi più grandi: l'anidride carbonica provoca ustioni da freddo che non danno scampo». Al centralino del 115 non c'è pace. E visto che, oltre alla cattura dei pericolosi insetti, i vigili del fuoco si occupano di una miriade di altri interventi, capita sovente che non riescano a esaurire in giornata l'interminabile Usta di richieste contro vespe e calabroni. «Interveniamo generalmente la sera, quando tornano al nido ed è quindi maggiore la possibilità di ster¬ minarli in blocco». Ma se si tratta di scuole, ospedali ed edifici pubblici non c'è orologio; il soccorso è immediato. «Una puntura di vespa o calabrone - prosegue Angelo Venuti - può causare un semplice gonfiore che si risolve con una cura di cortisone, ma anche uno choc mortale: persone che vengono punte più volte, poi, sviluppano allergie. Perciò anche per noi può diventare un problema inviare su un intervento del genere un vigile che sia stato già attaccato e punto in passato». Marco Accossato Vigili del fuoco al lavoro per distruggere un nido di calabroni e Massimo Caseilati, 29 anni, uno dei feriti

Persone citate: Angelo Venuti, Calabroni, Giovanni Bosco, Roletto, Walter Picco