Londra, un fiasco la marcia per Diana di Fabio Galvano

Londra, un fiasco la marcia per Diana E l'ex arcivescovo di Canterbury accusa: «Era una falsa dea di discutibile moralità» Londra, un fiasco la marcia per Diana Sfilano in poche centinaia LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il fiasco di una marcia svoltasi ieri lungo il percorso seguito un anno fa dal funerale di Diana non deve ingannare: a una settimana dall'anniversario del tragico incidente di Parigi, che lunedì prossimo riproporrà scene di dolore nazionale attorno al mito della «regina di cuori», l'Inghilterra è travolta dal ricordo della «principessa triste». Non c'è giornale o stazione televisiva che non abbia già avviato il canovaccio delle ricostruzioni e delle rievocazioni: il fatto poi che alla marcia di beneficenza attraverso i parchi di Londra fino all'abbazia di Westminster abbiano partecipato poche centinaia di persone e non le 15 mila previste - complice la pioggia - non cancella il clamore attorno all'anniversario. Un clamore alimentato anche da Mohamed al-Fayed, che spara a zero sulle guardie del corpo del figlio Dodi accusandole di essere responsabili della tragedia dell'Alma. In un'intervista alla rivista americana «Time», ha affermato che Trevor ReesJones e Kes Wingfield hanno «provocato il devastante incidente con la loro incompetenza e con procedure dilettantesche». «Avevano regole - ha detto Fayed - e non le hanno osservate». Ma il padrone di Harrod's, osserva il «Sunday Tele- Un mazzo di rose sul cancello del Palazzo di Kensington che fu la residenza della principessa Diana Ieri ad un anno dalla sua morte in molti hanno reso omaggio alla sua memoria deponendo fiori all'ingresso del parco [FOTO APJ E al-Fayed accusa le guardie del corpo per la morte di Dodi e della principessa graph», ha il dente avvelenato con Wingfield, costretto a dimettersi dopo avere rifiutato di corroborare in un recente documentario televisivo la tesi di Fayed secondo cui la morte di Diana e Dodi «non è stata un incidente ma una congiura». Eppure proprio la tesi della congiura fa proseliti. Un sondaggio del «Sunday Times» rivela che soltanto il 59% crede nell'incidente (un anno fa era l'84%). Per il resto, si scopre, il tempo è una grande medicina. Il 62%, per esempio, rifiuta l'ipo¬ tesi di un'abdicazione della regina, il 58% dice che Carlo ha le carte in regola per diventare re. Pare spenta anche l'ondata di buonismo suscitata dal grande lutto: per il 52% nulla è cambiato nell'Inghilterra del «dopoDiana». E Lord Coggan, ex arcivescovo di Canterbury, si è aggiunto alla lista dei critici di Diana definendola «una falsa dea di discutibile moralità». Peggio, ha reagito alla «frenesia del dolore» parlando di «una nazione senza Dio», che proprio perché tale aveva creduto di ve¬ dere nella principessa «un temporaneo tappabuchi». Sempre in tema di sondaggi, Carlo riceve un'altra iniezione di fiducia da quello del «Mail on Sunday». Soltanto il 9% degli interpellati, rivela il giornale, ritiene oggi che Carlo e Camilla dovrebbero porre fine alla loro relazione, mentre il 42% ritiene addirittura che essa possa ormai svolgersi alla luce del sole. Non solo: secondo il 38% i due dovrebbero sposarsi; e la metà esatta ritiene che anche in quel caso Carlo potrebbe diventare re. I timori, per il principe e la sua amante, oggi sono altri: soprattutto se è vero, come rivela il domenicale «News of the World», che lui e particolarmente lei sono nel mirino dell'Ira Vera, l'organizzazione repubblicana irlandese responsabile della bomba di Omagh. La febbre di Diana, informa l'«Observer», ha indotto il primo ministro Tony Blair a rinviare la pubblicazione dei suoi progetti per la riforma della monarchia. Una forma di cortesia; anzi di ritegno, nei giorni caldi del luttuoso anniversario. Ma non tutti sono come lui. Molti parlano: maghi, massaggiatrici, indovine, beneficiati e amici. Per amore o, sovente, per interesse. Parla persino, dopo un lungo silenzio, il dottor Hasnat Khan, il cardiochirurgo a cui era stato attribuito un flirt con Diana. Parla per ricordare la principessa crocerossina, consolatrice degli afflitti nelle corsie d'ospedale. Sul resto, da vero gentleman, tace. Fabio Galvano

Persone citate: Fayed, Hasnat Khan, Lord Coggan, Tony Blair, Trevor Reesjones

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Parigi