ABBASSARE IL VOLUME di Gad Lerner

ABBASSARE IL VOLUME ABBASSARE IL VOLUME con il massimo della riservatezza dall'assalto mediatico, mentre il legame stretto tra le forze inquirenti e l'informazione finisce per puntargli addosso i riflettori. Stavolta è successo l'esatto contrario. Il cardinale Giordano ha voluto invitare le telecamere alla perquisizione della Curia, così come ha voluto per due giorni di fila drammatizzare attraverso dichiarazioni politiche e considerazioni polemiche sulla giustizia italiana la vicenda che lo coinvolge insieme a suoi famigliari. Insomma, stavolta è l'inda.gato, un indagato di speciale autorevolezza e dalla particolare veste giuridica, a cercare la luce dei riflettori. Non dimentichiamo, anzi, che una censura davvero sproporzionata (alla luce dei riscontri successivi) si abbatté mesi fa sul direttore del Tgl Marcello Sorgi e su un suo caporedattore, colpevoli solo di aver anticipato gli sviluppi dell'inchiesta in corso. Come dire che se stavolta clamore c'è stato, è solo perché l'ha cercato l'arcivescovo. Personalmente considero del tutto inverosimile il coinvolgimento di un uomo di fede come il cardinale Giordano in attività di usura. Naturalmente tale netta convinzione non ha motivo di estendersi a tutti i suoi famigliari. Impossibile non evocare qui la ben altra discrezione che accompagnò in tempi non lontani alcune indagini riguardanti un coinvolgimento addirittura del Segretario di Stato vaticano. Il prestigio e il rilievo cruciale del magistero della Chiesa cattolica dentro la società italiana non possono certo venir messi in discussione neppure da indagini giudiziarie che, nel caso più recente, ipotizzano nei confronti di un alto prelato responsabilità francamente poco verosimili, ben al di là dell'ingenuità o della dabbenaggine familistica. Non siamo in grado di valutare se vi sia stata o meno violazione del Concordato. Se così fosse, sarebbe molto grave. Resta il fatto che questo pasticcio finisce per proporci la Chiesa italiana come attore politico protagonista nell'infinita controversia sulla giusti¬ zia che spacca il Paese in due. Non se ne sentiva il bisogno, e dunque trovo assai convincenti le considerazioni che lo scrittore cattolico Vittorio Messori ha consegnato a Michele Brambilla sul «Corriere della Sera» di ieri. Benché convinto dell'innocenza del cardinale, Messori si dichiara perplesso sulla sua reazione: «Con tutto il rispetto, ha parlato come un politico di Tangentopoli... Mi permetto di dire che questo inveire contro la magistratura rivendicando la propria innocenza e rettitudine non è da arcivescovo». Cosi come «preoccupante» Messori definisce il giuramento del porporato sull'innocenza del fratello detenuto. Ogni indagato ha diritto a difendersi come meglio crede, sia chiaro. Ma non vorremmo passare per dei prepotenti se suggeriamo, sommessamente, al cardinale - probabile vittima di un errore giudiziario - di abbassare un poco il volume. Spiacevole è infatti l'impressione che egli abbia parlato a nome della famiglia Giordano anziché a nome della più grande Famiglia cui si è votato sposandosi con la Chiesa. Gad Lerner

Persone citate: Marcello Sorgi, Messori, Michele Brambilla, Vittorio Messori