La Digos: dietro c'è una sola mente

La Digos: dietro c'è una sola mente La Digos: dietro c'è una sola mente L'ordigno era stato spedito insieme con gli altri L'ipotesi della «matrice unica» è confermata dalla Digos subalpina: perché quest'ultimo ordigno è stato spedito insieme con tutti gli altri a fine luglio e solo casualmente è stato trovato un mese dopo, quando il dottor Urani, al rientro dalle vacanze, ha raccolto e aperto la posta accumulata. «Vogliamo far luce - afferma il capo della Digos, Antonio de Santis - sul perché sia stato preso di mira proprio Urani. Ci risulta che il responsabile sanitario del carcere non abbia mai ricevuto minacce». Al setaccio in queste ore sono le numerose lettere ed i comunicati inviati dagli squatter torinesi nei giorni del suicidio di Edoardo Massari, avvenuto a marzo proprio alle Vallette, e 3 mesi dopo della sua compagna Maria Soledad Rosas che si impiccò nel centro di recupero di Benevagienna, nel Cuneese. Più volte in quei volantini vennero chiamate in causa e denunciate condizioni carcerarie insop- Castellani: c'è una trama da spezzare Secondo il procuratore Marzachì il medico destinatario del pacco «fa parte di una struttura odiata da questi personaggi In giro potrebbero esserci altre bombe» portabili. «Ma nessuno fece mai il nome di Urani», sostiene De Santis che invita alla prudenza: a non fare «facili collegamenti bombesquatter». Il procuratore Marzachì ricorda tuttavia che Urani «fa parte di una strattura odiata da questi personaggi». Aggiunge: «Non è facile prevedere dove colpiscono. In giro potrebbero esserci altre bombe». Sull'ipotesi che si tratti dell'ala dura del movimento anarchico, il magistrato invita alla cautela. Più sicuro, invece, sul fatto che ad agire sia la stessa mente criminale. Adesso anche quest'ultimo ordigno sarà inviato agli esperti che dovranno analizzarne il contenuto e fare una relazione agli inquirenti. Dai primi esami, tuttavia, emergono analogie con le precedenti «missive». I magistrati investiti delle tre inchieste (a Torino, Milano e Roma) sono in attesa dei riscontri delle perizie, alle quali dovrà aggiungersi quella sul «congegno» disinnescato ieri. Come si ricorderà, i primi due «pacchi» arrivarono il 3 agosto al procuratore aggiunto di Torino, Maurizio Laudi, titolare dell'inchiesta sull'eco-terrorismo, e al giornalista Daniele Genco, ferito dagli squatter il 2 aprile, durante i funerali dell'anarchico suicida Edoardo Massari. Il terzo fu recapitato il 4 agosto a Pasquale Cavaliere, capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale del Piemonte. E anche in questo caso si trattò di un ordigno che avrebbe potuto provocare gravi mutilazioni, se non la morte. Altri «libri esplosivi» arrivarono a Roma e a Milano: il 5 agosto a Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione Comunista e presidente della Commissione Giustizia; il 7 agosto al capogruppo di Re al Comune di Milano, Umberto Gay, da sempre impegnato nel dialogo con il Leoncavallo. Le indagini finora non hanno accertato se i pacchi-bomba siano partiti dai centri sociali. Anzi, da alcuni sono arrivate nette prese di distanza e gli stessi inquirenti non ritengono credibile attribuire loro responsabilità. Anche se non escludono che alcuni aspiranti terroristi possano frequentarli. Giuseppe Sangiorgio UN ALLARME SENZA FINE TORINO quasi sicuramente stata una sola «mente», a spedire i sei pacchi-bomba finora recapitati a magistrati, giornalisti e politici. Ne sono convinti il capo della procura torinese Francesco Marzachì e il procuratore aggiunto Maurizio Laudi che sta seguendo il caso. Pure il sindaco di Torino, Valentino Castellani, pensa che ci sia una trama da spezzare. «Mi auguro - afferma - che gli inquirenti riescano ad individuarla al più presto, bloccando così questi atti terroristici». Comunque, per il sindaco occorre «tenere nervi saldi, anche se il problema è grave, perché ci sono valori da difendere e reati da reprimere». Conclude: «Per questo non sono d'accordo con chi già parla di un autunno caldo e ipotizza scenari catastrofici. E ribadisco la mia condanna verso chi si è scagliato contro i centri sociali: certe prese di posizione sono strumentali e infantili».

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano, Piemonte, Roma, Torino