Il sesto pacco-bomba arriva in carcere

Il sesto pacco-bomba arriva in carcere Torino, recapitato alle Vallette dove si era ucciso l'anarchico Massari. Ma l'ordigno non poteva esplodere Il sesto pacco-bomba arriva in carcere Nel mirino il direttore sanitario gliere comunale di Rifondazione comunista, a Milano, Umberto Gay, il 7 agosto. La matrice che ipotizzano adesso gli investigatori della Digos e dei Ros è la stessa ipotizzata in passato: l'ala dura del movimento degli squatter. Urani, e come prima di lui gli altri destinatari dei pacchi bomba, ha avuto a che fare con la vicenda dei tre giovani frequentatori dei centro sociali torinesi, arrestati a marzo perché sospettati di essere fiancheggiatori dei «Lupi grigi», l'organizzazione che ha firmato alcuni attentati ai cantieri dell'alta velocità, in Val di Susa. E qui, al carcere delle Vallette, a fine marzo, si è suicidato Edoardo Massari, uno dei tre arrestati in questa indagine. Subito dopo la sua morte, sul sito Internet che raccoglie messaggi dai centri sociali di tutta Italia, erano state pubblicate diverse lettere che parlavano di cattivo funzionamento dell'assistenza sanitaria in carcere. Accuse indirette anche a Urani che il 4 aprile, qualche giorno dopo la morte di Massari, aveva ricevuto una lettera anonima spedita da Collegno: «Assassino carceriere sei già morto». Da allora più nulla. Il 25 luglio Urani è partito per le vacanze. Il giorno 27, da Roma, è stato spedito il plico, rimasto per quasi tre settimane nel mucchio della posta «riservata». Nella busta tre libri: «Sulla saggezza» di Montaigne, «Pellegrinaggio d'Autunno» di Herman Hesse e «Casa di bambola» di Henrik Ibsen: volumi editi da Newton-Compton, che si possono acquistare in qualunque libreria. Sul retro della busta il mittente: dottor Francesco Angrisano, Roma. Un nome inesistente, come, del resto, inesistenti erano i mittenti degli altri pacchi. Quella busta è rimasta lì fino a ieri mattina quando Urani è tornato al lavoro. Poco dopo le 8 l'apertura del pacco. Quando gli artificieri sono arrivati al carcere la palazzina uffici era già stata evacuata. Quasi contemporaneamente, da Roma, il ministro di Grazia e giustizia, Giovanni Maria Flick, ha telefonato al carcere delle Vallette. Dieci minuti di colloquio durante i quali il ministro ha espresso ad Urani anche la solidarietà del governo. Poi è arrivato il procuratore aggiunto Marcello Maddalena che già segue le indagini sulla book-bomb inviata a Pasquale Cavaliere. Dice: «Queste bombe preludono ad un autunno caldo. Ad altri avvenimenti violenti...». Alle 11 nel cortile del carcere gli artificieri fanno esplodere l'ordigno: un botto sordo che si sente lontano. Remo Urani si guarda attorno quasi spaventato: «Se scoppiava negli uffici poteva causare una strage...». [1. poi.] TORINO. Un'altra book-bomb, la sesta in meno di un mese. Il plico, con l'ordigno nascosto da tre libri, era arrivato da più di due settimane al carcere delle Vallette: struttura di pena alla periferia di Torino che ospita più di mille e cinquecento detenuti. Destinatario, Remo Urani, direttore sanitario dell'istituto, personaggio già minacciato decine di volte da mafia, camorra e delinquenza comune. Per quindici giorni il pacco esplosivo è rimasto lì, nella posta personale del medico, in vacanza da fine luglio. Urani, 49 anni, da 20 medico in carcere, si è accorto di fili ed esplosivo un istante dopo che la sua segretaria, Assunta, aveva estratto i libri dalla busta. L'ha fermata con un gesto quasi brusco ed è corso a dare l'allarme. Ancora non sapeva che la sua book-bomb non sarebbe esplosa. Un errore di fabbricazione (voluto?) non avrebbe fatto chiudere il circuito. Innocua, o quasi, la book-bomb è stata costruita dalla stessa mano che ha fabbricato quelle già recapitate, e disinnescate prima dell'esplosione, al magistrato torinese Maurizio Laudi e al giornalista Daniele Genco il 3 agosto; al consigliere regionale dei Verdi, Pasquale Cavaliere, il giorno 4; al presidente della commissione Giustizia della Camera, Giuliano Pisapia, il giorno successivo, e al consi¬

Luoghi citati: Collegno, Italia, Milano, Roma, Torino