Il fotografo dei fantasmi di Gabriele Romagnoli

Il fotografo dei fantasmi A MERICANI Il fotografo dei fantasmi FRANK Jump, di New York, fa il fotografo. Dal 1984 il suo obiettivo riprende soggetti che svaniscono. Gira per la città e cerca qualcosa che sta scomparendo: le pubblicità dipinte sui muri. Ce n'erano a decine, agli inizi del secolo. Erano tatuaggi sulle schiene dei palazzi. Il sole le ha fatte impallidire, la pioggia le ha slavate, il tempo le ha rese, oltreché opache, inutili. Frank Jump ha fotografato il murale della «Rukitt's Blue», una ditta di detersivi, a Washington Avenue, Brooklyn. Quell'azienda e i suoi prodotti non esistono più. Ha scattato davanti alla immensa parete-reclame delle caramelle «Baby Ruth Candy», che presero il nome dalla figlia del presidente Grover Cleveland. Lei morì all'età di dodici anni. L'azienda è da tempo un marchio vuoto nel calderone della Nestlé. Frank Jump batte le strade e cerca con accanimento le tracce sui mattoni per dimostrare, agli altri e a se stesso, che, dopo, qualcosa rimane. Scritto sulla pietra, perfino. Ha detto, mettendo in mostra i suoi lavori: «Non è casuale che abbia scelto di documentare soggetti così evanescenti e provvisori. Sono metafore della sopravvivenza». Dal 1984 Frank Jump sa di essere sieropositivo. Invece di raccogliere soldi per la lotta all'Aids, lo fa per salvare i murales pubblicitari di New York, trasferendo sulla loro pietra ii dolore della sua carne. Sopravvive, ma ogni giorno più opaco e slavato; eppure ancora visibile. Si aggrappa, è evidente, alla risorsa della sua arte, a quel grumo di talento al quale ognuno di noi, se può e sa, affida l'espressione del proprio senso, di quel che ha visto, compreso, amato e valeva la pena sopravvivesse almeno un po', dopo che l'ultima pioggia avrà cancellato la vernice dai mattoni e le emozioni dalla carne. Gabriele Romagnoli

Persone citate: Frank Jump, Grover Cleveland, Ruth Candy

Luoghi citati: Mericani, New York, Washington