Ronaldo: giusto indagare sul doping di Alberto Gaino
Ronaldo: giusto indagare sul doping Torino, spunta un'ipotesi per il malore prima della finale di Parigi: l'eccesso nell'uso di un farmaco antinfiammatorio Ronaldo: giusto indagare sul doping Due ore dal giudice: «All'Inter siamo tranquilli» TORINO. «Ho risposto a tutte le domande che mi ha fatto». Appare un gentile scolaretto Luis Nazario De Lima, detto Ronaldo, all'uscita della procura circondariale torinese dove è restato per due ore a parlare con Raffaele Guariniello, il magistrato dell'inchiesta nata dalle dichiarazioni di Zeman sull'abuso di farmaci nel calcio. Argomento arciscontato della deposizione il malore che aveva colpito il Fenomeno il 12 luglio, a poche ore dalla finalissima mondiale. Cosa fu o non fu nemmeno Ronaldo sa chiarirlo a Guariniello che, comunque, un'idea se la sarebbe fatta. Un'idea, o meglio, un'intuizione da verificare per capire se vi sia stata una correlazione fra la crisi convulsiva patita dal campione e un certo uso di farmaci. Un indizio c'è. A fornirlo a Guariniello è lo stesso Ronaldo: il Voltaren, un antinfiammatorio. «Ne ho preso molto per il male al ginocchio». L'interprete interviene quando Il Fenomeno cerca ma non trova la parola giusta. Il magistrato tenta di mettere a suo agio il testimone chiedendogli del più che noto infortunio che, dopo averlo afflitto per gran parte della scorsa stagione, era tornato a tormentarlo in Francia. E là, altro Voltaren. Che c'entra? Il «bugiardino» del farmaco, alla voce effetti collaterali, elenca anche le convulsioni. «Ho avuto le convulsioni», ammise subito Ronaldo. L'arcano è svelato? Piano. Al momento abbiamo una sola certezza: Guariniello non si fermerà al punto interrogativo. Il dottor Volpi si è presentato in procura con i referti delle ultime analisi di Ronaldo nella borsa. Il magistrato li ha esaminati e li ha restituiti al medico. Forse l'Inter sperava di chiuderla così. Ma Guariniello è un tipo tosto. Uno che parte dalle domande più banali e finisce per farsi rivelare i segreti dello spogliatoio (e della farmacia sociale) da campioni irascibili in tutte le altre circostanze. Che gli ha detto di più Ronaldo? «Lui è di quelli dell'Inter che non hanno mai preso neanche un grammo di creatina», informa da un cellulare l'addetto stampa Sandro Sabatini, la voce ufficiale del club in questa giornata particolare per l'immagine del Fenomeno. Dell'uso interista di creatina si era parlato poco prima anche nell'ufficio di Guariniello. Da questo prodotto che divide anche gli esperti (ieri ha esternato i suoi dubbi il farmacologo Francesco Botrè, consulente della procura sportiva) si va e viene in ogni interrogatorio. «All'Inter siamo tranquilli», sussurra il Fenomeno dal sedile posteriore della Chrysler monovolume blu che lo ha imbarcato all'istante e che, sull'onda di quell'ultima rassicurante parola, parte sgommando verso l'autostrada. Tutta l'improvvisata conferenza stampa è da raccontare. Come metafora della confusione del momento. Un cronista chiede: «Le domande che il magistrato le ha rivolto riguardavano anche la Juve?». Ronaldo: «Non posso ri spondere». Senza insinuare il dubbio. Ma il gioco del detto e non detto può lasciare intendere il contrario. E giù con i ricami sul cosiddetto segreto istruttorio. Si va avanti con il Fenomeno sempre sorridente che aggiunge: «Ho parlato di tante cose. Credo di essere stato d'aiuto». All'inchiesta? Accanto al campione si agita il suo procuratore italiano, il peso massimo Giovanni Branchini. Si capta ancora un «fanno bene a indagare». L'autista fotocopia di Dino Baggio mette in moto la monovolume e l'adrenalina di chi si aspetta ancora la battuta al veleno e la stuzzica: «Ha ragione Zeman?». Via dalla folla. Si rischia di travolgere anche una sposa in marcia verso la chiesa; magistrati in coda con i carabinieri per l'autografo del Fenomeno. Via. Sull'auto Ronaldo si addormenta come un angioletto. Non lo impressiona che persino Manuel Vàzquez Montalbàn scriva, ironicamente, di lui: «Se non gli spappolano le gambe o il cervello, abbiamo un dio per un decennio». Nel suo ufficio Guariniello or¬ dina i fax della mattinata, con gli ultimi suggerimenti per l'inchiesta. Non c'è quello di Lidio Toledo, il medico della nazionale brasiliana. Annunciato e mai arrivato. Ma c'è la conferma di Mario Pescante: viene domani a Torino. Guariniello ha da chiedergli conto di come si svolgono i controlli antidoping al Coni. Se resterà tempo, farà spazio anche ai primi ex bianconeri in lista di attesa: Lombardo, Paulo Sousa, Padovano e Jugovic. Alberto Gaino L'ex et della nazionale: juventini con i muscoli gonfiati? Andate a vedere come si allenano e capirete Ronaldo alla fine della sua deposizione in Procura Sotto Cesare Maldini, interrogato al Coni
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