Congo, fallito il vertice voluto da Mandela

Congo, fallito il vertice voluto da Mandela Abbattuti 2 Mig inviati da Harare e uno di Kabila. Uganda e Ruanda minacciano l'intervento Congo, fallito il vertice voluto da Mandela Kinshasa assediata, Zimbabwe e Angola inviano truppe KINSHASA. La situazione in Congo è sempre più esplosiva. I ribelli tutsi banyamulenge, alleati agli oppositori del presidente Laurent Desiré Kabila, sono giunti a soli 30 chilometri dalla capitale, e mentre il vertice regionale convocato da Nelson Mandela a Pretoria crollava per le defezioni del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e dello stesso Kabila (si terrà forse domani), nel Paese arrivavano i primi contingenti stranieri in appoggio al regime assediato. Lo Zimbabwe ha inviato a Kinshasa alcune centinaia di uomini delle truppe d'assalto per difendere la capitale dai banyamulenge, mentre l'Angola ha inviato in appoggio a Kabila un contingente, attraverso la frontiera occidentale. Ruanda e Uganda hanno allora minacciato di intervenire a loro volta, in appoggio ai ribelli, e il rischio di una internazionalizzazione del conflitto è apparso ancor più chiaro quando uno dei leader dei banyamulenge, Bizima Karaha, ex mi¬ nistro degli Esteri di Kabila, ha affermato che i ribelli avevano abbattuto due Mig dello Zimbabwe. Il numero degli aerei abbattuti è poi salito a tre, ma le autorità dello Zimbabwe hanno smentito: «Non abbiamo aerei in Congo», ha detto un protavoce. Sul piano militare la disfatta di Kabila è evidente. Ad Occidente i ribelli, dopo aver conquistato Kisantu e Madimba, hanno preso Kasangalu, 30 chilometri a Sud-Est da Kinshasa. Il comandante tutsi di quel fronte, Diudonne Kabengele, ha stabilito il suo quartier generale a Sona Bata, 65 chilometri dalla capitale. Sul fronte orientale, invece, i ribelli affermano di avanzare su due direttive: verso Occidente, in direzione di Kisangani, terza città del Paese, e verso Sud, in direzione di Lubumbashi, capoluogo dello Shaba (ex Katanga) e roccaforte di Kabila, che vi si è rifugiato da una decina di giorni. «Prenderemo Kinshasa nei prossimi giorni», ha detto Karaha, se¬ condo cui l'intervento di Zimbabwe e Angola a difesa di Kabila ha fatto tramontare l'ipotesi di un cessate il fuoco. Le loro truppe «non ci fermeranno», ha detto, e anzi la loro presenza «ci costringe a continuare la guerra». Quanto al vertice regionale convocato da Mandela per cercare di fermare i combattimenti, Karaha ha detto di appoggiare gli sforzi del leader sudafricano ma, ha sottolineato, «non ci ha invitati». A Pretoria erano infatti stati invitati i leader di Ruanda, Uganda, Zimbabwe, Angola e, naturalmente, del Congo. Ma il presidente dello Zimbabwe, Mugabe, ha disertato il vertice, facendo dire ai suoi portavoce che l'iniziativa di Mandela era «priva di significato». Kabila ha allora colto la palla al balzo, e il suo portavoce Dominique Sakombi ha precisato: «Non intende entrare nella grotta del leone. Il leone, in questo caso, sarebbe Mandela». Il presidente sudafricano aveva infatti sconfessato la de- cisione di intervenire in difesa di Kabila presa da 4 ministri della Difesa della regione, dicendo che la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (Sade) «non invierà truppe». Fallito il vertice, il Ruanda ha fatto sapere che interverrà nel conflitto se Angola e Zimbabwe non ritireranno le truppe, e il presidente ugandese Yoweri Museveni ha detto che «l'Uganda potrà vedersi costretta ad adottare una sua iniziativa indipendente per protegge¬ re la propria sicurezza». Iniziativa che ha già una testa di ponte in Congo: due battaglioni presenti nel Nord-Est del Paese grazie a un vecchio accordo con Kabila, in funzione anti-sudanese. Intanto dal Congo sono stati esplulso due diplomatici francesi, a seguito dello sconfinamento di un elicottero militare di Parigi che, arrivato dal vicino Congo Brazzaville, vi ha fatto ritorno in fiamme dopo essere stato colpito dalla contraerea di Kabila. [e. st.] AMBASSADE DE FRANGE La folla manifesta davanti all'ambasciata francese di Kinshasa