«Vi spiego il bluff dell'Spd»

«Vi spiego il bluff dell'Spd» «Sedici anni alla guida del Paese sono troppi? E' solo un'opinione dei miei avversari politici» «Vi spiego il bluff dell'Spd» Kohl: perché vincerò di nuovo le elezioni IL CANCELLIERE A UN MESE DAL VOTO BONN ONOSTANTE i buoni dati economici, gli oppositori politici ma anche molti elettori Cdu pensano: con tutto il rispetto, 16 anni bastano. Come pensa di farcela ancora una volta? «Molti esperti di opinione diffondono questa tesi. Ma soltanto alle 18 del 27 settembre, e neanche un minuto prima, sapremo se anche gli elettori la condividono. Che gli avversari politici abbiano questa opinione, posso capirlo. Dopo tutti questi anni devono averla. Ma sono assolutamente sicuro che vinceremo le elezioni. Il risultato non è ancora deciso. C'è ancora moltissimo da fare e noi lottiamo per ogni voto. Vado per le strade, scendo nelle piazze. E tutto questo ha pagato: il clima è migliorato sensibilmente. Lo vedono tutti: anche i socialdemocratici se ne sono accorti». Ma nei sondaggi lei resta dietro all'Spd. «Oggi non parliamo di sondaggi ma di campagna elettorale. Del risultato elettorale parleremo la sera del voto». Crede che in queste ultime settimane riuscirà ancora a capovolgere il clima? L'Spd crede che le cose non cambieranno, perché le basi sono state poste da tempo. «Non ne sono per niente convinto. Le elezioni - e non penso a queste in particolare - mostrano un chiaro mutamento nel comportamento degli elettori. Mentre in passato c'erano blocchi più compatti, oggi molti elettori decidono tardi. E più in fretta. Credo che avremo una grande partecipazione al voto. Intorno all'80 per cento. Un numero sempre maggiore di elettori si è accorto che si tratta di elezioni che "segnano la direzione". Da una parte c'è l'alleanza rosso-verde, che probabilmente avrà l'appoggio della Pds; dall'altra ci siamo noi, Cdu/Csu e Fdp. Tutto questo farà crescere la tensione: molti decideranno soltanto nelle ultime due settimane». Nel «programma per i primi 100 giorni», l'Spd annuncia il ritiro di alcune leggi varate dal governo attuale: a proposito di pensioni, sospensione del salario nei primi S'orni di malattia, norme sui senziamenti. Non ha paura che queste scelte popolari le costino voti? «Non credo proprio. Come potrebbe essere popolare, fra gli elettori, il fatto di essere presi per fessi?... Prendiamo la riforma delle pensioni. Non è una questione di Cdu o di Spd. Se diminuiscono le nascite, diminuisce il numero di coloro che in futuro pagheranno i contributi sociali. Ma se la gente vive più a lungo e si affida più a lungo alle casse sociali, i conti non tornano. Non si tratta di eliminare il sistema so- ciale, ma di fare in modo che sia finanziabile. Quando il signor Schroeder dice: "Ritireremo tutto", posso soltanto rispondere: hanno sempre detto di noi "non fanno nessuna riforma", e adesso all'improvviso dicono "le ritireremo". Se non abbiamo fatto niente non c'è niente da ritirare. Non ho di queste paure. Quel che abbiamo di fronte è un enorme bluff, perché i socialdemocratici non dicono quel che vogliono». E' vero che ha definito Schroeder «poco concreto»?. «Non è una mia opinione, ma dei suoi colleghi». Considera un rischio essersi immaginato, in passato, che il suo sfidante sarebbe stato Lafontaine? «Ho sempre combattuto volentieri i miei avversari politici. Ma finora non c'è mai stato nessuno che prometteva tutto. Non credo che la grande maggioranza dei tedeschi sia tanto stupida e così poco intelligente da non capire di che show si tratta». Lei ha sempre detto di non volere una Grande Coalizione. «Assolutamente vero». Come pensa di evitare una coalizione rosso-verde? «Saranno gli elettori a farlo. Credo che Cdu/Csu avranno i voti necessari, e che anche l'Fdp tornerà al Bundestag. I Verdi invece andranno a picco». Disoccupazione: lei si aspetta entro l'autunno meno di 4 milioni di senza lavoro. Sarà davvero una svolta? «Certamente. Ma non fraitendiamo: non ho detto che la media per il 1998 sarà al di sotto dei 4 milioni. Ma sono convinto che in autunno, fra un paio di mesi, i disoccupati scenderanno per la pri¬ ma volta sotto questa soglia. Al momento abbiamo un milione e mezzo di posti liberi, e bisogna ricordarlo in questo contesto. La svolta arriva, secondo un'opinione comune, quando per un paio di mesi i disoccupati diminuiscono rispetto all'anno precedente. Non ho dubbi che ci troviamo a una, svolta». Lei è amico di Eltsin. La Russia è in una grave crisi finanziaria. Che cosa può fare la Germania per aiutare la Russia? «Ho avuto una lunga telefonata con Eltsin, e il mio consiglio è stato: devi fare davvero le riforme che hai promesso». Crede che Clinton sia stato indebolito, in quanto capo di una potenza mondiale, dalle sue vicende private? «Clinton è il numero uno al mondo. E' un uomo di Stato responsabile. Indipendentemente dalla situazione politica interna: deve percepire le sue responsabilità. Da questo punto di vista posso soltanto dire, e gliel'ho detto di persona: gli americani devono percepire il proprio ruolo guida. Questo vale nel Kosovo come nelle questioni valutarie... Non ci sono pause, neanche per il Presidente degli Stati Uniti». Non ha mai pensato, in caso di sconfitta, di candidarsi alla presidenza della Repubblica Federale? «Assolutamente no». Peter Ellgaard «E' malafede garantire di revocare la nostra riforma delle pensioni, che era inevitabile. La gente non si lascerà prendere per fessa» «Ho sempre combattuto volentieri i miei rivali. Non avevo mai trovato uno che prometteva tutto. I tedeschi capiscono che è uno show» «Vi sKohl: pIl Cancelliere: sprezzante verso il suo rivale Il Cancelliere: sprezzante verso il suo rivale Pubblichiamo ampi stralci di un'intervista al cancelliere tedesco Helmut Kohl trasmessa ieri sera a «Bonn Direkt», sulla seconda rete televisiva, la «Zdf», e realizzata da Peter Ellgaard.

Luoghi citati: Germania, Kosovo, Russia, Stati Uniti