«Giudici, rispettate le persone»
«Giudici, rispettate le persone» «Giudici, rispettate le persone» Giordano: «Grave il tintinnar di manette» LA REPLICA DELL'ARCIVESCOVO ■NAPOLI L volto sorridente, il tono della voce pacato sono quelli di sempre. Ma chi gli è stato vicino nei momenti più difficili, quando gli hanno notificato l'avviso di garanzia e la perquisizione della sede della Curia sembrava un fatto ineluttabile, lo descrive turbato come mai lo si era visto prima. Ma se l'eloquio è flemmatico, le parole del cardinale Giordano non concedono più di tanto alla diplomazia: «Il tintinnìo delle manette di cui parlava Scalfaro, credo che sia una cosa grave», è la prima delle frecciate polemiche indirizzate dall'arcivescovo di Napoli all'amministrazione della giustizia che ha fatto ingresso ieri nelle stanze silenziose della sua Curia. Eminenza, come si sente adesso da indagato? «Come certa gente che ha meno possibilità di un cardinale, la gente che qualche volta può soffrire in silenzio essendo innocente». La vicenda che la coinvolge la induce a riflessioni sulla giustizia? «Il problema giustizia in Italia esiste. Io non sono Berlusconi che combatte una battaglia anche con delle situazioni personali. Ma non da oggi vado dicendo che il problema della giustizia in Italia sta diventando incandescente». Ce l'ha con i giudici? «Noi vogliamo rispettare i magistrati e la giustizia, ma essi rispettino le persone e rispettino tutte le regole». E' pessimista sul futuro? «Spero non si avveri quello che il Presidente della Repubblica diceva una volta: che con il tintinnìo delle manette costringono a fare confessioni pur di uscire dal carcere». Rimprovera qualcosa agli inquirenti che indagano sul suo conto? «Ma il nostro procuratore non è così. Vedo che è molto sereno e fa le cose con senso di responsabilità, senza pregiudizi e senza stare al di fuori e al di sopra delle norme: ho fiducia in lui». Quando ha appreso di essere coinvolto direttamente nell'inchiesta sull'usura? «Ho letto "Repubblica" e mi ha meravigliato come arrivasse prima il titolo del giornale e poi l'avviso di garanzia, che era inaspettato, inatteso». Cosa ha pensato? «La stampa e le procure sono un po' alleate e non si capisce quanto l'una amplifichi l'altra e l'altra fornisca notizie. Credo che questa sia una situazione generale di tutto il Paese, indi¬ pendentemente dalla mia vicenda che si chiuderà al più presto». Cosa le contestano i magistrati? «Dalla Curia sono state date per ragioni di lavoro delle somme a miei nipoti, un architetto e un costruttore». E poi? «Siccome i figli hanno passato questi assegni al padre, indebitato presso la banca, la procura ha immaginato che ci potesse essere qualche collegamento che non c'è - tra la Curia di Na¬ poli e le attività che si sarebbero svolte da quelle parti». Ridarebbe quei soldi, alla luce di quello che è accaduto? «Se sapessi che questo aiuto che ho dato per sanare i debiti viene usato per fini illeciti, non solo non li darei, ma darei loro una mazzata in testa». Lei si è detto convinto dell'innocenza di suo fratello che è stato arrestato. «E credo nella sua innocenza, non lo ritengo capace di fare tutto quello che ho visto scritto sui giornali». Può affermarlo con certezza? «Ma io non sono mio fratello e quindi bisogna vedere...». Lei si è battuto pubblicamente contro l'usura. «Sono intervenuto diverse voi- te, addirittura con la minaccia di scomunica, ho sollecitato la creazione della Fondazione di padre Rastrelli, ci ho rimesso somme consistenti anche di persona». Come accoglierà la città questa vicenda? «Credo che la mia gente di Napoli mi saprà più sofferente e offro questa sofferenza per i loro problemi e per il bene della Chiesa». Resterà a Napoli? «Ci resterò con grande gioia, perché sono molto legato ai napoletani. Non cambierò, non sarò meno battagliero contro l'usura, la disoccupazione, la mancanza di case: continuerò a fare il vescovo senza alcun complesso di inferiorità». Enzo La Penna U Da tempo dico che il problema della giustizia sta diventando incandescente Ma vedo che questo procuratore è sereno ho fiducia in lui p U Credo nell'innocenza di mio fratello, ma io non sono lui, quindi bisogna vedere. La mia vicenda si chiuderà al più presto. Dalla Curia sono stati dati soldi per lavoro a miei nipoti, che li hanno passati al padre. A Napoli offro la mia sofferenza J| fg Il cardinale di Napoli Michele Giordano Ieri la Guardia di Finanza ha perquisito la Curia
Persone citate: Berlusconi, Enzo La Penna, Michele Giordano, Scalfaro
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