Un anno fa delitto fotocopia

Un anno fa delitto fotocopia Un anno fa delitto fotocopia Fece uccidere il marito da due killer GLI AMANTI DI GASSINO L W OMICIDIO di Domenico ™ Russo ricorda in modo impressionante quello di Sergio Cafasso, il bancario assassinato l'8 agosto dello scorso anno davanti al cancello della sua villetta, a Gassino. Le analogie sono tantissime. A cominciare dall'arma del delitto: anche Cafasso, 44 anni, è accoltellato. Unica testimone è la moglie Luisella Pullara, 34 anni, che dà l'allarme. La causa della morte è la stessa: tutti e due dissanguati. E poi il movente. Cafasso, come Russo sarebbe stato ucciso perché «dava fastidio». Ma non basta. In entrambi i casi le coltellate sono sferrate dall'amante. E il primo a confessare è l'amico più ingenuo dell'omicida. La «mente» dei delitti, secondo gli inquirenti, è sempre la donna. Che si dimostra anche la più fredda, la più dura. Luisella Pullara, infatti, ammette solo l'evidenza. La notte del delitto cerca anzi di sviare le indagini: «Lo hanno aggredito in tre o quattro». Ladri, forse albanesi, sorpresi mentre rubavano? Ci so- no anche segni di scasso sulla porta di una villetta confinante. Ma gli albanesi non c'entrano. I pianti della donna non convincono il magistrato, Gabriella Viglione. Che il 14 agosto chiede e ottiene il suo arresto. Il primo a crollare è il giovane Massimo Di Vico, che quella notte era assieme ad Erik Cubeilo, l'amante di lei: «Gli ho dato solo calci e pugni. Poi Erik ha estratto il coltello, ma non dovevamo farlo fuori». Poi cede Erik: «Ho cominciato a picchiarlo. Lui ha reagito, e ho perso la testa. Non mi rendevo conto di quello che facevo». Messa alle corde la Pullara ammette di aver organizzato l'aggressione con l'amante: «Ma doveva essere solo una lezione. Solo botte. Non pen- savo che Erik avesse il coltello». Mentono tutti, per l'accusa. Sul corpo del bancario non ci sono tracce di botte: solo quelle pugnalate. Cafasso, inoltre, non ha neppure accennato a difendersi: sulle braccia non aveva neppure un taglio. Cubeilo raccontò anche: «Luisella mi diceva che il marito la picchiava. Che per questo aveva per¬ so un figlio mio». Tutte fandonie, per l'accusa. Non una «lezione» degenerata in omicidio, e neppure il delitto commesso da un giovane succube di una donna diabolica, come dice Erik. No, per il pm Viglione, gli assassini erano d'accordo. E prima di quella sera avevano preparato vari «piani» per far fuori quel marito che ormai dava solo fastidio. E' stato un omicidio premeditato: con questa accusa, così, gli amanti compariranno in assise n 15 dicembre. E in aula sarà scontro duro, lotta senza pietà tra i due, che ormai hanno lasciato alle spalle il loro amore e la loro passione. Erik non sarà più «il grande amore mio» come lo chiama lei in una lettera intercettata dagli inquirenti, in cui scrive: «Finalmente sei tornato ad essere il mio amore. Quell'altro non lo voglio neanche sentire. E' morto e hai fatto bene ad ucciderlo, era solo un vigliacco». Una confessione della gelida Pullara, quella che ha ammesso solo l'evidenza, la donna che ha usato gli altri come birilli? Deciderà la Corte. [n. pie.] Luisella Pullara sarà processata a dicembre in Assise assieme agli assassini Luisella Pullara il marito Sergio Cafasso (a sin.) e Enrico Cubeilo uno dei killer