May e i maratoneti, voglia d'oro di Giorgio Barberis

May e i maratoneti, voglia d'oro Giornata senza acuti per l'Italia che oggi punta su Fiona, Baldini, Goffi e Leone per nuovi exploit May e i maratoneti, voglia d'oro E' tutto dei britannici il podio dei 200 BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO L'Europa si inchina ai velocisti del Regno Unito: dopo le due medaglie dei 100, ecco una splendida tripletta sui 200 completata da oro e bronzo sui 400. Uno scozzese, Doug Walker, e un gallese, Iwan Thomas, salgono sul gradino più alto del podio per un trionfo che esalta anche il pubblico del Népstadion. Walker era nazionale Under 21 di rugby. Giocava ala, finché un infortunio lo costrinse a cambiare sport. I contatti violenti non facevano più per lui e oggi, a 25 anni, sta confermando un talento e una resistanza che, a breve, dovrebbe portarlo ad allungare. A correre, cioè, i 400 visto che quest'anno già le ha suonate ai connazionali in una sfida intermedia sui 300, vinta in 31 "56. Thomas, 24 anni, è invece l'erede di Black, per anni miglior specialista europeo del giro di pista. Anzi, l'allievo ha già superato il maestro, visto che nel mirino di «pelo rosso» Iwan c'è l'annoso primato continentale del tedesco Schoenlebe (44"33), sfuggitogli anche ieri per una manciata di centesimi. D'altronde, questa volta contava vincere, e il gallese lo ha fatto badando a distribuire lo sforzo con avvedutezza. Una scelta dettata dal pericolo di venir beffato, perché tanto il connazionale Richardson quanto i polacchi, specie quel Mackowiak che insieme all'argento ha ottenuto il terzo primato nazionale in tre turni, facevano paura. Già si preannuncia una 4x400 conclusiva favolosa, uno spalla a spalla con i britannici favoriti, che però non dovranno sbagliare proprio nulla. Nella finale dei 400 c'era anche Saber (6° dopo la squalifica di Wariso) che si è confermato su tempi dai quali deve partire la sua scalata a traguardi che siano qualcosa di più dell'argento conquistato agli Euroindoor. E' nelle sue possibilità, specie ora che ha ritrovato serenità negli allenamenti e un tecnico che riesce ad assecondarne al meglio le caratteristiche. Se i britannici hanno dominato al maschile, tra le donne è stato il giorno delle tedesche: due ori, un argento e tre bronzi che confermano come la Germania stia riprendendosi dopo un periodo difficile. Merita poi di esser ricordato l'oro sui 200 di Irina Privalova, russa, che segue l'argento dei 100. Gran¬ de sconfitta l'ucraina Pintusevich che, fuori dal podio sulla distanza più breve, ha dovuto accontentarsi della piazza d'onore. Ed eccoci agli italiani. Ieri mattina, oltre alla 50 km di marcia, sono scesi in campo anche Andrea Longo e Fiona May. L'ottocentista ha corso con molta sicurezza la propria batteria, così come d'altronde ha fatto in un'altra Wilson Kipketer, il grande rivale. Italiani e danesi, curiosamente, alloggiano nello stesso albergo e così i due hanno modo di controllarsi a vicenda. Specie il nostro D'Artagnan che ascolta solo per cortesia il consiglio di chi sostiene che dovrebbe preparare la sua finale di domani puntando al 2° posto e lasciando perdere Kipketer. Il quale, d'altronde, ieri ha dato l'impressione di provare tattiche di gara con uno strappo improvviso dopo 200 metri, poi lasciandosi scivolare in fondo al gruppo, per poi riaccelerare prepotentemente ai 500 metri e infine accontentarsi del 2° posto che lo qualificava. A Fiona May, intanto, è bastato un salto per guadagnarsi l'odierna finale e subito qualcuno ha letto positivamente questo fatto in quanto anche ai Mondiali di Goteborg fece altrettanto e poi vinse. Più importante per l'azzurra pensiamo sia invece l'assenza della bulgara Prandzheva, infortunata durante il triplo, mentre per il marito-allenatore Gianni Iapichmo a questo punto «l'avversaria da temere è la Drechsler, in quanto l'iridata Galkina non sembra essere nella condizione di forma che lo scorso anno le consentì di conquistare l'alloro iridato». Oggi, oltre alla May, di scena i maratoneti con Baldini, Goffi e Leone a cercare la vittoria individuale oltreché a trascinare la squadra alla conquista della parallela Coppa Europa. I tre negano ogni rivalità per la leadership nazionale, ma le loro parole ci ricordano soprattutto quelle degli spagnoli Anton e Fiz (qui assenti) alla vigilia dei Mondiali: poi, sul percorso, la loro battaglia fu spietata e al traguardo Fiz giunto 2° accusò il connazionale di aver lasciato a lui tutta la fatica di impostare la gara per poi batterlo in volata. Giorgio Barberis BUDAPEST 98 A T L E T t K A i EUROPA-BAJNOKSÀG Il napoletano resta con i primi fino al 35° km, poi crolla: «E adesso mi chiedo se valga la pena continuare» Longo, buon debutto negli 800

Luoghi citati: Budapest, Europa, Germania, Italia, Regno Unito