Brambilla: ero pronto al ritiro di Giorgio Viberti

Brambilla: ero pronto al ritiro Nuoto: nel '97 era il numero 1 al mondo, da mesi non gareggia più Brambilla: ero pronto al ritiro «Vinto dalla sfortuna, ma tornerò forte» PBERGAMO ROPRIO un anno fa, il 22 agosto 1997, Emiliano Brembilla dominava i 400 stile libero agli Europei di Siviglia e due giorni dopo avrebbe firmato uno storico bis nei 1500 si, stabilendo in entrambi i casi la miglior prestazione mondiale stagionale e diventando così - secondo i più famosi tecnici internazionali - il miglior nuotatore in assoluto dell'annata. Prima di lui, soltanto Franceschi e Lamberti avevano saputo conquistare una doppietta azzurra agli Europei. Emiliano, che esattamente 13 mesi prima - non ancora 18enne - aveva ottenuto due quarti posti sulle stesse distanze ai Giochi di Atlanta, sembrava maturo per confermarsi il numero uno nei successivi Mondiali dello scorso gennaio a Perth, in Australia, invece da quell'estate '97 la malasorte non l'ha più abbandonato. Brembilla, un anno fa tutti parlavano di lei, da mesi invece non la si vede più: che cosa è successo? «Un anno terribile. Dopo quel fantastico Europeo pensavo davvero di poter battere gli australiani nei Mondiali in casa loro, ma non è andata così». La sfortuna è cominciata poco prima di Perth. «Già. Stavo andando benissimo, ma lo scorso dicembre due attacchi influenzali consecutivi mi hanno stroncato proprio prima dei campionati». Ed è svanita la possibilità di un oro iridato. «A Perth nei 400 non sono nemmeno salito sul podio, poi ho anche pensato di rinunciare ai 1500 ed è soltanto con la forza della disperazione che ho conquistato l'argento». Dopo i Mondiali, il periodo negativo pareva finalmente terminato, invece... «Il 2 aprile scorso ho rischiato la vita oltre alla mia carriera di atleta. Ero in auto con alcuni compagni di squadra, lungo un'autostrada vicino a Caserta. Non guidavo nemmeno io e non so come sia andata. Pioveva, l'auto ha sbandato e mi sono ritrovato sbalzato sull'asfalto, con un polso dolorante». E' stato l'inizio del calvario: punti di sutura alla mano destra, poi un intervento plastico, la scoperta di una lesione al tendine dell'indice, un'altra operazione, la rieducazione... «Sei settimane senza piscina sono state un dramma per me, che ero abituato a nuotare per 22 chilometri al giorno». Ha mai temuto di dover lasciare lo sport agonistico? «Sì, quando ho ripreso l'attività in acqua. Ed è stata una sensazione terribile. Non andavo più avanti, le mie consuete tabelle cronometriche erano solo un ricordo, facevo dei tempi ridicoli. E ho pensato di smettere». Che cosa l'ha fatta continuare, malgrado gli allenamenti poco incoraggianti? «Non lo so, forse il ricordo che già in passato, tre anni fa, avevo avuto un calo di forma per problemi di salute. Ma anche l'aiuto morale delle persone che mi vogliono bene». Dopo l'incidente, lei non ha più gareggiato: non teme il momento in cui dovrà affrontare gli avversari? «Certo, ed è anche per questo che finora ho preferito rinunciare alle competizioni. Mi sento ancora nel tunnel della sfortuna, anche se comincio a vedere una via di uscita. Spero di rientrare per i Mondiali militari di fine mese, ma ancora pochi giorni fa ero nuovamente a letto per un attacco febbrile. Passerà anche questa». Dunque ha fiducia di tornare quello di prima? «Sì, credo di potercela fare anche se per adesso - dopo ogni allenamento - mi sento davvero stremato. Ma è perché non sono ancora preparato come dovrei». Che cosa le ha insegnato questo periodo nero? «Ho imparato a reagire ma ho anche capito che fino a un anno fa mi era andato tutto bene. Ogni tanto fa bene interrompere un'attività massacrante come la mia. Ci si accorge di altre cose, di chi davvero ti vuol bene, dei valori della vita. Non si vive di solo nuoto». Giorgio Viberti Dai successi esaltanti alle malattie, poi l'incidente d'auto: adesso si allena e vuole rientrare alla fine del mese

Persone citate: Brambilla, Brembilla, Emiliano Brembilla, Franceschi, Lamberti

Luoghi citati: Atlanta, Australia, Caserta, Perth, Siviglia