«Mi è sembrato di morire»

«Mi è sembrato di morire» «Mi è sembrato di morire» Di Mezza, un dramma nella marcia BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO La marcia, panacea per i momenti difficili dell'italica atletica, ha chiuso col 7° posto di Arturo Di Mezza nei 50 km. Un risultato che conferma le qualità del napoletano, sempre piazzato nelle grandi manifestazioni degli ultimi anni, ma che non soddisfa pienamente. E al di là del rammarico per i ritiri di Perricelli (problemi al muscolo sartorio) e Mistretta, è proprio Di Mezza il meno contento: per oltre 35 km è rimasto con i primi, al 44° era a 20" dal podio. Un'inezia, se non fosse che ormai era in piena crisi, al punto che a meno di 1000 metri dall'arrivo è inciampato, finendo a terra e sbucciandosi coscia e ginocchio sinistri. «I problemi muscolari - racconta - sono iniziati al 40° km e da quel momento è stato un calvario, tanto che quando ormai ero in prossimità del traguardo ho pensato persino di ritirarmi. Ho continuato, ma la sensazione che provavo era molto vicina a quella della morte: brividi di freddo, immagini deformate, improvvisi bagliori davanti agli occhi. Sono andato avanti con la forza della disperazione, ma a questo punto dovrò riflettere con calma se valga la pena di continuare e non riprendere, invece, gli studi universitari interrotti in questi anni per dedicarmi a tempo pieno alla marcia. Non è facile vivere dai 20 ai 25 giorni al mese lontano da casa per allenarsi, percorrere 700 chilometri in tre settimane a oltre 2000 metri di quota, rinunciare ad avere una vita privata». Il napoletano, per impostare al meglio la gara, aveva addosso un frequenzimetro che gli permetteva di conoscere in ogni momento il battino cardiaco, in modo da non superare certe soglie. «Al massimo dello sforzo - dice - sono arrivato a 168 pulsazioni». «Troppe - considera Sandro Damilano -: non avresti dovuto superare le 160». Tra i due si apre il confronto sull'argomento. Di Mezza ha forzato al massimo tra 35° e 38° km quando Korzeniowski - il polacco che ieri ha completato il trittico vincendo in tre anni i titoli olimpico, mondiale ed europeo - ha incrementato spaventosamente l'andatura. «Se non ci provavo, sarei comunque restato fuori dal podio», si difende Di Mezza. «Avresti potuto continuare con il tuo passo, poi passata la buriana tentare di recuperare», ribatte Damilano. E aggiunge: «Può anche darsi che tu abbia lavorato troppo per preparare questi Europei». D'altronde, la marcia, specie la 50 km, è soprattutto praticata nel Vecchio Continente. Se si esclude un mes¬ sicano, al via c'erano tutti i migliori. Il bilancio, nonostante i risultati maschili (specie della 20 km), rimane ottimo grazie alle medaglie di Sidoti e Alfridi. L'altra sera le due azzurre hanno lungamente festeggiato a Casa Italia, improvvisandosi anche cantanti insieme alla Perrone, a Damilano (che in gioventù aveva un complessino con i fratelli Maurizio e Giorgio), e a quanti avevano voglia di partecipare. La Sidoti ha ricevuto anche una telefonata da Emanuela Piovano, regista del film di prossima programmazione «Le complici», in cui ha esordito come attrice. «Emanuela era molto soddisfatta della vittoria perché altrimenti non si sarebbe perdonata di avermi fatto perdere quasi due mesi di allenamenti quando ero impegnata nelle riprese». Per la neo campionessa, che come ad Atene a qualche centinaio di metri dal traguardo si è tolta il «breathe right» (cerotto nasale) in modo da offrire la miglior immagine del proprio volto, adesso si apre una nuova sfida: dal prossismo anno la 10 km verrà sostituita da una prova sui 20 km e questo comporterà indubbi cambi di preparazione e gestione delle gare. «Non so esattamente cosa mi aspetta, ma sono decisa a scoprirlo. Nel 1999 ci saranno Coppa del Mondo e campionati mondiali. E il mio obbiettivo è arrivare a Sydney 2000. Dovrò studiare una nuova preparazione: chissà se i 5000 km all'anno che ho percorso finora basteranno? D'altronde la novità non sarà solo per me, ma per tutte». [g. bar.] Arturo Di Mezza ha chiuso al 7° posto la 50 km dopo aver superato una tremenda crisi Sopra, Fiona May: oggi punta all'oro

Luoghi citati: Atene, Budapest, Casa Italia, Sydney, Vecchio Continente