Juve, allarme Del Piero

Juve, allarme Del Piero Nell'amichevole con l'Espanyol volano colpi proibiti; terza sconfìtta dei bianconeri (0-1), ieri in formazione-tipo Juve, allarme Del Piero Scoppia la rissa e Alex si fa cacciare S. BENEDETTO DEL TRONTO DAL NOSTRO INVIATO Dino e Loredana, i due sconosciuti autori della lunga partecipazione matrimoniale appesa nello stadio di San Benedetto, uno striscione di 16 metri per dire che oggi si sposano, provino a non rendere la loro unione turbolenta quanto la partita cui hanno assistito ieri sera, persa per 1-0 dalla Juventus. Tra i bianconeri e l'Espanyol si doveva giocare un'amichevole e dopo pochi minuti era già una rissa da calcio in costume. Inspiegabile. Prima delle rotule messe a rischio da entrate al rasoio, saltavano i nervi. Quelli di Del Piero, forse provato da tutto quanto gli ronza attorno di questi tempi, si spezzavano al 32': un calcio a Villa, un messicano, che gli aveva appoggiato un gomito in faccia. Ed era la prima espulsione. Alex anticipava l'uscita dal campo, come il giorno prima la fine della conferenza stampa sul doping. Difficile che tra i due fatti non ci sia una relazione, anche se l'interessato nega decisamente. Ora Del Piero può incorrere nella squalifica e rischia addirittura di saltare la Supercoppa europea contro la Lazio. Dieci minuti dopo il fattaccio di Alex, toccava di uscire all'altro numero 10, Benitez. Erano gli episodi più macroscopici di un match tenuto dal primo minuto sul filo della lotta: l'altra squadra di Barcellona ha giocatori che picchiano e spintonano come filosofia di vita, più insopportabilmente ruvidi che provocatori. Tuttavia la Juve non s'è tirata indietro. L'irruenza talvolta gratuita di Davids ha creato scintille con Esnaider, Sergio e Villa che Tombolini, l'arbitro prescelto per la sola ragione che abita nella vicina Ancona, non ha saputo gestire. Una rissa, un'altra, un'altra ancora. Un minuto prima dell'espulsione di Del Piero, avevano dovuto accorrere Peruzzi e Toni, i due portieri, a trascinare via i compagni più lesti a menare le mani. E poi braccia protese a mulinello, suole ben sollevate ad ogni tackle. Lippi aveva parlato di un test vero: di certo non l'intendeva così. La prima uscita della Juve-tipo, con l'eccezione di Zalayeta al posto di Inzaghi, non ha offerto le in- dicazioni che si attendevano: gli schemi hanno risentito dell'imprevedibile e ingiustificato nervosismo; l'aggressività degli spagnoli non ha permesso che il gioco fluisse in attacco. Si voleva capire quanto i campioni d'Italia fossero pronti ad affrontare la parte nobile del precampionato (il Milan, quindi la Supercoppa con la Lazio), la mezz'ora disputata in undici ha offerto qualche indicazione ma nessuna risposta. Il centrocampo con Tacchmardi a destra, Deschamps centrale, Davids alla sua sinistra e Zidane libero di vagare dietro alle punte ha i meccanismi dell'anno scorso: Zizou non ha ancora nei piedi l'ispirazione della finale con il Brasile, Deschamps è sotto ritmo, tuttavia il reparto è solidissimo e combattivo. Anche troppo. Manca il gioco esterno, che Pessotto e Birindelh hanno centellinato, anche per la paura di essere perforati in contropiede dalle due ah catalane: nei primi minuti, sulla destra della difesa bianconera l'Espanyol ha costruito due occasioni importanti (tiro di Pachete parato e errore di Posse vicinissimo alla porta). Gli sbandamenti hanno consigliato ai due terzini di restare in appoggio a Iuliano e a un buon Monterò. La Juve ha provato allora a costruire azioni con il fraseggio stretto, l'azione personale, lo scambio ravvicinato di Zalayeta, Davids e un Del Piero voglioso e frenetico. Toni ha corso pochi pericoli. Del resto non era facile partire con le spalle alla rete e aggirare marcatori appiccicosi più del miele. Insomma, se dopo i primi minuti la Juve ha registrato il gioco tra la difesa e il centrocampo, in fase offensiva s'è visto poco. Nella ripresa, prima che i molti cambiamenti snaturassero la squadra, s'è visto qualche azione più profonda: bello lo scambio Tacchinardi-Deschamps al 5', con diagonale tagliente del francese. Fonseca, entrato al 16', scuoteva l'Espanyol: Toni deviava un'infida punizione dell'ex romanista, poi la squadra catalana sbagliava un clamoroso gol con Esnaider su un cross su cui Peruzzi saltava male, e infine Posse segnava. Nonostante gli ultimi tentativi di Fonseca era la terza sconfitta nelle ultime quattro partite, esclusa l'esibizione di ViUar. E anche all'uscita del campo c'era il tempo per una rissa. Marco Ansaldo Alex Del Piero (a fianco) è stato espulso per un fallo di reazione Il tecnico bianconero Lippi (sopra) ha detto che la Juve si è dovuta adeguare al gioco duro degli spagnoli

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