Rossi: io, eterno ragazzo da spot

Rossi: io, eterno ragazzo da spot Il 28 debutta nel film di Arcieri «Dio c'è»: «Ma la tv mi è più congeniale» Rossi: io, eterno ragazzo da spot «Finalmenteprotagonista dopo 14 anni di lavoro» ROMA. Finalmente protagonista. Riccardo Rossi, la risata della Ferrarelle, è felice. Il 28 agosto esce nelle sale italiane «Dio c'è» di Alfredo Arciera: «Dopo 14 anni di lavoro debutto al cinema come protagonista». E' la storia di un giovane laureato in Lettere che ha difficoltà a trovare lavoro e che finisce sottoimpiegato in un supermercato. Vive con una ragazza (Chiara Noschese; nel cast recitano anche Ivo Garrani e Miranda Martino) in casa della madre di lei, una coppia che si trascina da anni, senza convinzione. «Lui è un sognatore, alla ricerca di un'idea. E' questo il suo limite», spiega Rossi. Il protagonista finirà per pensare che un abito, una «divisa», possa aiutare a trovare un ruolo nella società. Un ragazzo appena laureato, dunque: «Ma io - dice Rossi - avrò 36 anni a ottobre, ne dimostro meno». Conviene o è un handicap? «Nella vita privata conviene, in quella professionale no. Mi ha fatto perdere ruoli e credibilità». Rossi - che si definisce «non un attore, mestiere troppo difficile, ma un intrattenitore» - ha però successo con il pubblico adulto: «In particolare con le signore. Del tipo: ecco il marito ideale per mia figlia». Un po' come l'eterno attor giovane. ((Appunto, per il quale i ruoli sono pochi». Per la pubblicità, comunque, va bene così. «Ho lavorato molto nel settore, con i migliori registi. D'Aia- tri, Ricky Tognazzi, Daniele Luchetti. Erano di Luchetti le reclame della Ferrarelle che ho fatto». Proprio all'acqua, ammette, Riccardo Rossi deve la sua fama. «Gli spot non vanno più in video da due anni, ma la gente mi riconosce per strada anche adesso. D'altra parte Paolo Ferrari ancora lo fermano per il Dash». Della reclame è rimasta famosa la risata. Ma era autentica? «Sì, proprio mia, e aveva un grande impatto con il pubblico. Suscitava simpatia». Rossi non è imbarazzato per aver conquistato la sua popolarità così: «Tutt'altro. Casomai mi spiace di non farne altri, di spot. Mio malgrado la gente mi associa all'acqua: e ad esempio un produttore di vino mai più mi sceglierebbe per la sua reclame». A parte gli spot, Rossi ha alle spalle numerose esperienze in tv: da «Buona domenica» con Lorella Cuccarmi a «Forum» accanto a Rita Dalla Chiesa. «Ho esordito con Gianni Boncompagni nel '92, nel "Non è la Rai" che segnò l'alba di Ambra», dice, «facevo Cenerentola». Cenerentola? «Sì, ero travestito da Cenerentola dei cartoni, e Boncompagni mi chiedeva se la sera prima ero uscita, cosa avevo mangiato a cena con le sorellastre... degli sketch buffi». Il cinema gli piace, ma ha ritmi troppo lenti per lui. «Ho lavorato cinque settimane in un anno, e onestamente è un po' poco, io sono scatenato - spiega - Non fa per me neanche aspettare poi che il film esca, ammesso che lo faccia». E la tv? «Quella almeno ha un riscontro immediato, sai subito se va o se non va, se piaci alla gente oppure no». Il futuro, dunque, sarà all'insegna del piccolo schermo. «Sono in contatto con Rai e Mediaset, vedremo se hanno qualcosa che vada bene per me». Nelle sue corde, dice, «un programma che abbia alle spalle una ricerca d'archivio, una redazione, meglio se nel campo dello spettacolo». Oppure un talk-show ma «più vero», o una trasmissione sul cinema. Insomma: AAA giovane intrattenitore cerca lavoro. Cristina Caccia Riccardo Rossi

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