Viviamo in un Paese terribile di Oreste Del Buono

Viviamo in un Paese terribile LA LETTERA DI O.d.B. Viviamo in un Paese terribile Stim. Odb, sono amareggiato per l'articolo apparso sulla Stampo di sabato 8 corrente riguardante le Poste che dice: buco di 6 miliardi al giorno per l'Ente... esercizio finanziario in perdita... bilancio negativo in assoluto... spese di personale alle stelle... Figlio e nipote di titolare postale, coadiutore postale grazie ai sacrifici dei miei, ho visto per anni zia Anna prima, mia madre poi, esercitare le proprie mansioni con parsimonia, in forti ristrettezze economiche... Tino Valenti, Trofarello (To) titolare postale a riposo GENTILE Signor Valenti, capisco la sua amarezza e la sua volontà di non credere alla realtà, rifacendosi ai ricordi familiari. «Mia zia Anna prima, mia madre poi, riutilizzavano entrambe la ceralacca degli Speciali in arrivo per gli Speciali in partenza. La colla necessaria all'ufficio veniva prodotta con farina cotta in pentolino, prima che sorgessero quei piccoli fornitori (ex titolari d'ufficio) che provvedevano a prezzo modico destrina, pennini e articoli vari per spese di gestione. Ho visto nel dopoguerra le buste d'ufficio in arrivo venir rivoltate e riservibili, quindi, per nuovi inoltri. Ho visto allungare con acqua l'inchiostro nei calamai. Negli Anni 50-60 i banconi sportelleria dei piccoli uffici ubicati in sedi periferiche, in alta montagna, nelle pianure, erano sovente proprietà dei Reggenti o Titolari; così le stufe a le- Viviin unterr amo Paese bile gna, a carbone, a kerosene; così le piccole casseforti, sedie, tavoli, scrivanie. Sono stato fiero, orgoglioso della mia prima titolarità, della mia povertà, delle mie qualifiche, riconoscente sempre ai miei, all'Amministrazione, ai suoi Ispettori dal misero stipendio. Mi rifiuto però di credere che ora le Poste (in processo di privatizzazione) secondo i Giudici contabili possano perdere miliardi al giorno... I sacrifìci, gli umili sacrifici quotidiani da cinquant'anni a questa parte del personale degli uffici locali, delle Direzioni e, per quanto mi consta, degli operatori attuali, a cosa sarebbero serviti, a cosa servirebbero?». Gentile Signor Valenti, lei non crede alle cifre così pessimistiche, ed è liberissimo di pensarla così. Ma ci sono quintali e quintali di posta giacenti e l'uso del servizio postale statale è sconsigliatissimo. Il suo racconto delle Poste di anni fa mi ha commosso, ma oggi tutto è cambiato, a partire dagli uomini. E' lo stesso come per le ferrovie. Non si può addirittura cancellare il sospetto di un sabotaggio. Io non lo condivido, ma non vorrei neppure appartenere alla massa di ingenui che ha creduto a lungo che gli incendi dei boschi fossero provocati dall'autocombustione. Viviamo in un Paese terribile. Oreste del Buono

Persone citate: Gentile Signor Valenti, Valenti

Luoghi citati: Trofarello